Pizzeria Mattozzi a Piazza Carità dal 1833, la storia della pizza napoletana in novanta secondi magici iniziati nel 1833
di Antonella Amodio
Tre generazioni si sono succedute alla Pizzeria Mattozzi di Piazza Carità, tre generazioni che hanno rispettato e difeso la tradizione della verace pizza napoletana. Non a caso la pizzeria Mattozzi è presente nel ristretto elenco dell’Unione Pizzerie Storiche Napoletane ” Le Centenarie”, così come in quello dei Locali Storici d’Italia, che riunisce le attività di ristorazione protagoniste della storia d’Italia, per gli eventi dei quali sono state testimoni e per i personaggi illustri che li hanno frequentati.
Oggi Paolo Surace, terza generazione, figlio – e miglior allievo – di Lello Surace, continua a preparare la pizza come la storia chiede, rispettando il rigido disciplinare dell’ Associazione Verace Pizza Napoletana ( del quale Lello Surace, insieme ad altri pizzaioli, è fondatore ) con impasto diretto con farina 00, lievito, sale e acqua ( e passione ), al quale fa seguito la lievitazione per circa 18 ore.
Al momento opportuno, il panetto è steso a regola d’arte con la classica tecnica a schiaffi, mentre la cottura – rigorosamante nel forno a legna – richiede novanta secondi ( magici e fondamentali per la buona riuscita ) per ottenere una pizza cotta su tutta la circonferenza in maniera uniforme.
Queste le regole applicate da Paolo – con l’assistenza dei i suoi stretti collaboratori – per compiere il “miracolo” della verace pizza napoletana. Dopo la cottura, la pizza si presenta bassa, con cornicione medio e con alveolatura fitta, mentre all’assaggio evidenzia elasticità e leggerezza.
Aspetto non secondario: profuma di pizza!
In carta più di venti pizze dai gusti tradizionali e classici. Un suggerimento: non rinunciate alla classica pizza Margherita preparata con mozzarella di bufala campana e pomodoro San Marzano dop, dove i due ingredienti creano un evidente contrasto di sapore.
Molto buona la pizza Paolo Surace, creata da Lello Surace come omaggio al figlio, in occasione del passaggio del testimone. È preparata con pomodorini freschi, i fiori di zucca, la mozzarella di bufala campana, il parmigiano reggiano e olio evo. Fuori dal forno completa la preparazione il radicchio.
I fritti, poi, raccolgono un’ampio consenso. Le alici, le triglie e i fiori di zucca annunciano la tradizione gastronomica della città di Napoli, così come la Genovese tra i primi piatti.
Il dessert con la pastiera di grano – particolarmente buona e profumata di fiori di arancio – ed il tipico babà, completano la proposta classica .
Gli ingredienti utilizzati per la farcia delle pizze sono quasi esclusivamente di provenienza campana, come il pomodoro, la mozzarella, l’olio extravergine e le verdure. Buona la carta dei vini con la presenza di vini territoriali e nazionali. Il servizio ė affidato a camerieri di espererienza.
La pizzeria Mattozzi di Piazza Della Caritá si sviluppa su due livelli, con affaccio sulla bella e trafficata piazza Carità.
Costo pizza margherita: 5,00 €
Ristorante Pizzeria Mattozzi
Piazza Carità, 2 80134 Napoli
Tel 081 5524322
http://www.ristorantemattozzi.it/
Aperto sette giorni su sette, pranzo e cena
Un commento
I commenti sono chiusi.
Conosco bene dove si trova la pizzeria e la storia della famiglia Mattozzi(che ha diverse diramazioni in Napoli) ma non ci sono mai stato.
E’ quasi al centro di una delle vie più famose di Napoli, via Toledo, oggi via Roma: chi è stato a Napoli è difficile che non l’abbia attraversata andando da Piazza Plebiscito a Piazza Dante. Siamo nel centro del centro di Napoli.
Vi segnalo questo articolo con un dipinto del 1837: in fondo c’è Piazza Plebiscito e, a metà strada, la pizzeria Mattozzi nata 4 anni prima, nel 1833. Sinceramente via Toledo era anche
più bella.
https://www.google.it/amp/s/www.storienapoli.it/2017/07/01/la-querelle-via-roma-via-toledo/amp/
L’intento di questo commento è principalmente quello di far risaltare la SEMPLICITA’ della pizzeria e di chi vi lavora e il posto prestigioso e carico di storia in cui si trova.
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C’è soltanto un passaggio della recensione che vorrei sottolineare:
“Aspetto non secondario: profuma di pizza!”.
che non viene quasi mai preso in considerazione nell’analisi degustativa di una pizza… un aspetto “secondario” per molti… come dice Antonella Amodio, alla quale faccio i complimenti anche in questo articolo.