Le dodici pizze di Lioniello a Orta di Atella
di Andrea Docimo
Lioniello a Orta di Atella. Il cappello è spesso un accessorio molto sottovalutato od al quale non si dà la giusta importanza: è sicuramente un elemento di distinzione e nella maggior parte dei casi rivela il carattere di chi lo indossa. Nel caso di Salvatore Lioniello, il suo utilizzo del panama ne rivela l’essenza freestyle, un po’ jazz.
Siamo in provincia di Caserta, dove Lioniello ammacca e concia pizze da anni. Prima la pizzeria era del padre e si chiamva Paradise, adesso le redini sono nelle sue mani ed in quelle del fratello Michele. Nei prossimi mesi è previsto anche un significativoo restyling, con la creazione di un locale immediatamente adiacente alla pizzeria e destinato alla pizza in teglia “alla romana”.
In estate, tuttavia, già vengono organizzate serate nel giardino di fianco all’ “antro” di Lioniello e tra un po’, previo intesa con il sindaco, verranno organizzate anche nella piazzetta di fronte alla pizzeria, accanto al grazioso Santuario dedicato a San Salvatore da Horta.
L’impasto di Lioniello a Orta di Atella è tra o migliori campani e dunque del mondo, pur se qualcosina (ad esempio la cottura, non è sempre perfetta) andrebbe un attimo rivista. Ma dalle mani di questo ragazzo ventinovenne escono delle gemme: la consulenza di Marco Lungo, in questo, si evince tutta. Il boccone è scioglievole, i sapori si armonizzano in maniera perfetta e, quando si arriva al cornicione, la voglia di passare alla fetta successiva è tanta. Stop, il bon ton prima di tutto: il cornicione ben alveolato pulisce la bocca, ed il gioco può finalmente ricominciare.
Passiamo alle pizze: gli impasti di Lioniello sono tanti, giacché gli piace sperimentare molto, partendo proprio dai blend. Per le sue pizze utilizza anche farine particolari che non siano le “classiche” 00 e 1 (semi di lino, semi di canapa, multicereali, curcuma, zenzero, paprika and so on), ma non c’è da stupirsi: o’ guaglione è vegano. Ergo, aprendo un’altra parentesi di lingua napoletana overa, sta int’ o’ suoie.
Si è iniziato con una buona marinara con infiorescenza d’aglio.
Di buona fattura la margherita con bufala, un po’ troppo bruciacchiata in alcuni punti del cornicione.
Dunque l’omaggio a Marco Lungo: quella grattata di parmigiano reggiano donava ulteriore spin ad un’ottima base.
Golosissima la pizza con crema di zucca, melanzane arrostite, provola affumicata, salsiccia, scaglie di parmigiano reggiano ed olio evo. Da mangiarne tre senza interruzioni. Come le ciliegie.
Piccolo spin-off con la vegana di Lioniello: melanzane alla parmigiana, salsiccia di soia, mozzarisella fumé, scaglie di formaggio vegetale, olio di sesamo. Non ho molto gradito la consistenza della mozzarisella e la cottura, ma almeno per la prima si tratta di dibattere di gusto personale. E’ una pizza importante, però, perché una delle poche nel suo genere.
Si è dunque tornati al sentiero classico con la “Mortadella”: crema di pistacchi, stracciata di bufala, buona mortadella, granella di pistacchi, maggiorana ed olio evo. Idea classica, lodevole l’esecuzione con la sostituzione del classico fior di latte con la stracciata.
Emerge poi la vena filo-ludica di Lioniello con la “Mondiale”: parmigiana di melanzane, salsiccia, provola affumicata, scaglie di parmigiano reggiano ed olio evo. Pizza porn: può piacere o meno.
Non poteva mancare un ripieno al forno, qui detto “napoletano”: ricotta di bufala, provola affumicata, cicoli di maiale, pepe e sopra scaglie di parmigiano reggiano ed un filo di evo. Anche in questo caso, buona l’esecuzione.
A quel punto è stato meglio “pulire” il palato con una marinara classica. Ci voleva.
Da migliorare nel concept la carciofina: crema di carciofi, melanzane a funghetto, provola affumicata, parmigiano reggiano ed olio evo.
Colpisce nel segno l’ortolana fatta con verdure fresche su base di San Marzano Dop.
Semplicemente fantastica la pizza con tonno, cicoli, cipolla di Alife, fior di latte ed olio evo. Da non mangiare in coppia, per evitare brutte figure.
Terminiamo in dolce bellezza questa nutrita carrellata con la pizza con pera, gorgonzola, granella di nocciole, provola ed olio evo.
Ed ora qualche ultima considerazione. Lioniello a Orta di Atella va come un treno, l’impasto è buono, ma non deve mancare gli stop alle stazioni. Deve lavorare, rivedere la logica che si cela dietro alcune pizze e migliorare il topping, magari meno “piacione” e più jazz, in sintonia col cappello. Fatto ciò, forse, poi non ce ne sarà davvero più per nessuno.
Pizzeria Da Lioniello a Orta di Atella
Via San Salvatore 9
Tel. 081 8910783
Aperto tutti i giorni la sera dalle 19 in poi.