I Tigli di Simone Padoan: in arrivo la stella Michelin?
I Tigli
via Camporosolo 11 · 37047
San Bonifacio · Verona
Tel 045.6102606
Aperto dalle 12.00 alle 16.00 e dalle 19.00 alle 23.00
Chiuso il mercoledì
www.pizzeriaitigli.it
di Albert Sapere
Dal mio punto di vista esistono due categorie: la pizza napoletana e la pizza. Queste due tipologie si dividono ulteriormente, come tutto il cibo, in buono e cattivo.
La differenza è data, secondo me, principalmente dall’origine. La pizza lontano da Napoli e dal suo stile nasce come panificato, per sfruttare completamente la vita del forno a legna, invece a Napoli il prodotto pizza nasce come prodotto a se stante, senza nessun collegamento al prodotto pane. Fatta questa precisazione, necessaria per esprimere il mio giudizio, la pizza di Simone a me è piaciuta proprio tanto.
Non ho trovato solo una pizzeria, ma un vero e proprio format che ruota attorno alla pizza. L’ambiente è moderno, i pensieri per il benessere dell’ospite sono tanti, in più una carta dei vini e delle birre davvero ampia e ben fatta, i ricarichi sono accettabili.
Arriva come benvenuto una pizza con fior di latte, buono e leggero l’impasto, leggermente secca nel condimento.
Poi la margherita con mozzarella di bufala campana, una marcia in più rispetto alla precedente. La mozzarella dop è leggermente riscaldata, morbida ma con ancora buona parte del suo grasso integro, già perchè in una cottura prolungata (qualche minuto) il pomodoro tende a seccarsi e la mozzarella in questo caso bilancia il gusto. Di fatto diventa la mia margherita preferita di non stile napoletano.
Branzino al tè verde e bietola, quando la bravissima e super professionale Eva enuncia la pizza, sono di fronte alla prova del nove per me, non per il pizzaiolo, perché le pizze super condite a me non piacciono molto. Il branzino ha una cottura notevole, da cuoco bravo e dotato, l’abbinamento è piacevole, la bieta è ben trattata ed ha trattenuto le sue note vegetali. La pizza è deliziosa. Questo stile è perfetto per dei condimenti sontuosi.
Cambiamo tipologia, arriva un impasto più “scrocchiarello” come direbbero a Roma. Anche su questa pizza risalta un lavoro da cuoco, incisivo nell’abbinamento, ingredienti a crudo, molto buona.
La margherita è piaciuta anche ai miei compagni di viaggio, talmente tanto che abbiamo deciso di fare un bis.
Il lavoro sugli impasti è di quelli che lasciano il segno, molto buoni e digeribili, si masticano con piacere e facilità. La selezione delle materie prime è quasi maniacale.
Conclusioni
Sicuramente pranzando a I Tigli mi sono trovato in una pizzeria al top, a dimostrazione che in questo periodo storico la pizza in Italia vive un momento d’oro. Se la pizza napoletana, nelle sue massime espressioni, resta la “regina” indiscussa, quella di Simone è una “principessa” di quelle che contano. E se le voci su una stella Michelin fossero confermate certo non ci dispiacerebbe.
La recensione de I Tigli di Tommaso Esposito del 2012
5 Commenti
I commenti sono chiusi.
In Germania c’è la pizza all’ananas,in Francia i pizzettari di origine nordafricani sopra ci mettono le merguez-e così via nel mondo.Da quello che vedo ai Tigli è il companatico e la presentazione e i dettagli che dovrebbero fare la differenza,tuttavia credo,che una semplice “marinara”o un calzone a regola d’arte con quell’impasto non verrebbe mai fuori:io da rivoluzionario tradizionalista continuo a pensare,che o è pizza napoletana o non è.Gli altri facciano come credono.
concordo con Giuseppe Tassone
Sante parole…la pizza e’ pizza napoletana,poi ci sono le focacce..
Conosco “I Tigli” per esserci stato. Prodotti ottimi e di qualità. Tanta fantasia. Ma per carità non chiamatele pizze. Sono focacce.
Beh sarebbe alquanto curioso che la prima pizzeria stellata non sia Napoletana