Pizzeria I Masanielli: l’Accademia dei Sapori
di Antonio Di Spirito
Mi è difficile essere completamente d’accordo con le affermazioni apodittiche ed assolute, allorquando si parla del miglior vino, del miglior ristorante o del miglior pizzaiuolo al mondo. Penso sia più giusto parlare di fasce d’eccellenza, all’interno della quale stabilire, di volta in volta, il “primus inter pares” in un’annata od anche una giornata di grazia. Certi valori non si esprimono una tantum, ma con continuità, con costanti innovazioni e con originalità.
Sono ritornato da pochi giorni nella pizzeria I Masanielli di Francesco Martucci e devo ribadire alcune impressioni e, soprattutto, le emozioni che si provano ad ogni visita: ogni volta è un’esperienza gustativa unica!
Il filo conduttore, però, rimane sempre lo stesso: questo è uno dei posti dove “NON è vero che NON esistono più i sapori di una volta”!!!
Questo è uno di quei posti dove si torna indietro nel tempo, dove si ritorna bambini e si provano i sapori delle prime esperienze gustative, e, con esse, ti tornano alla mente persone e luoghi cari rimasti scolpiti nella tua memoria.
In queste esperienze c’è tutta l’essenza del personaggio Francesco: la ricerca caparbia di eccellenti materie prime e la loro tradizionale elaborazione per riproporre proprio i giusti sapori.
E, poi, l’atmosfera: essenziale, ma gioviale e molto curata; gli abbinamenti con le giuste bevande, siano esse birre artigianali o vini; il personale in sala è giovane, cordiale e cortese.
Si comincia inevitabilmente con gli spettacolari “Starter”:
CROCCHE’ di patate, ARANCINO, FRITTATINA DI PASTA DI GRAGNANO – 1 (“Pastificio dei Campi” con besciamella fatta con latte dall’Appennino Campano, parmigiano reggiano stagionato 30 mesi, provola, prosciutto cotto artigianale di suino nero casertano); FRITTATINA DI PASTA DI GRAGNANO -2 (pasta mista del “Pastificio dei Campi” con crema di friarielli, pancetta, provolone del Monaco, besciamella) e PROVOLA IMPANATA.
Delizia e bontà; ne mangeresti tre volte; “ma poi, c’è la pizza” ti ricordano premurosamente le attente ragazze del servizio.
Butto l’occhio attraverso la vetrata che separa le cucine ed i forni dalla sala, giusto per vedere Francesco che “ammacca” pizze e la sua brigata all’opera; vedo passare le pizze per il mio tavolo e corro.
CRUSCO – PIZZA A TRE TEMPERATURE
Una pizza che segue un percorso particolare di tre cotture: al vapore 100°C, fritta a 180°C e passata poi al forno a 380°C. Il top è fatto con ragù di peperone crusco lungamente cotto, mozzarella di bufala casertana e tempestata, poi, di polvere di peperone crusco. I sapori sono molto intensi, a cominciare dal cornicione croccante, ben cotto e saporito; molto armonico l’abbinamento del ragù e della mozzarella con quel sapore particolare conferito dal peperone passito a dare continuità e freschezza!
MANI DI VELLUTO
Crema di friarielli in acqua di ricotta di bufala, mozzarella di bufala, salsiccia a punta di coltello di suino grigio ardesia, calcagno a crosta liscia.
Sapori intensi e ben fusi in un unicum di vago ricordo dei mesi invernali di un passato lontano, quando si mangiavano salsicce fresche fatte con carne di puro suino tagliata grossolanamente, non macinata, e peperoni fritti.
In chiusura c’è anche la possibilità di un dolce; non i soliti dolcetti di pasticceria, ma creazioni dolciarie ideate e realizzate dalla Pastry Chef Lilia Colonna.
Non è stato semplice consacrare uno spazio “dolce” in una pizzeria; ma la caparbietà della chef, la bontà e la finezza delle sue proposte hanno avuto la meglio.
ROSS HOARA
Morbido alla ricotta, gelè con petali di rosa Hoara, cioccolato bianco, cioccolato ruby, ricotta in salvietta di bufala, vaniglia bourbon, quenelle di gelato ai gelsi e ring sfogliato.
ELLE
Mousse agli agrumi, gelée semi liquida al limone, panna fresca, tuille alla liquirizia.
All’uscita è incredibile la fiumana di gente, per lo più giovani, ma anche famiglie, che aspettano pazientemente il loro turno per entrare!
Un commento
I commenti sono chiusi.
numero uno