Pizzeria Da Salvatore: la maturità di Emanuele Marigliano a Lusciano
Ci troviamo a Lusciano, comune dell’agro aversano dove il giovane Emanuele Marigliano ha realizzato il suo sogno di avere un locale tutto suo dove poter esprimere le proprie capacità e i propri desideri.
Partito da Scampia, ha fatto prima tappa nella confinante Parete per poi trasferirsi definitivamente in questo ampio, luminoso e ben organizzato locale (150 posti interni e 40 esterni) dallo stile marinaro che, insieme al nome, costituisce un omaggio al compianto papà che lavorava al porto.
Le pizze in menu sono il risultato di un impasto preparato con farina di tipo 0 e sottoposto a lievitazione di 48 ore, una selezione di materie prime incentrata sulla qualità e sulla volontà di dare una impronta di golosità a ciascuna delle proposte tuttavia preservandone sempre leggerezza e digeribilità.
Se infatti tante sono le goduriose specialità, è pur vero che la leggerezza dell’impasto e gli accostamenti indovinati lasciano sempre una sensazione piacevole a fine pasto.
Diversi i prodotti regionali utilizzati per le guarnizioni come la mozzarella di bufala campana dop, il fiordilatte e la provola di Agerola, il pomodoro San Marzano, la salsiccia di maialino nero casertano.
Uno dei tre forni, inserito in un reparto completamente separato, è dedicato al gluten free.
Come antipasto abbiamo assaggiato un tris di fritti di fattura davvero eccellente, opera di Marco, il fratello di Emanuele: chips e polpettine, montanarine con pesto, polpettina e ciliegine e lasagna all’uovo con doppia cottura (cottura della pasta condita come una lasagna tradizionale e poi impanata nel panko e fritta).
Le pizze di Emanuele Marigliano
Ecco le pizze assaggiate.
Terra Mia: ragù, polpettine di manzo, straccetti di tracchia di maiale, provola di Agerola, fiocchi di ricotta di bufala mantecata con sale e pepe, olio extravergine di oliva.
La Nerano del Trentino: vellutata di zucchine, zucchine fritte, speck del Trentino, provola di Agerola, crema di Provolone del Monaco, basilico, olio extravergine di oliva.
Per la piccola commensale una gradita sorpresa: una pizza con pomodoro a forma di cuore.
Per concludere abbiamo ordinato il famoso Roccobabà di Emilio Il Pasticciere di Casal di Principe.
Gli altri dessert in carta sono della Pasticceria Feliciello di Lusciano che si trova proprio a pochi passi dal locale.
Buono l’assortimento di birre artigianali e di vini che comprende etichette esclusivamente campane.
Giovane ma allo stesso tempo molto professionale il servizio: rispetto alla visita precedente ho notato, con piacere, un impegno rivolto all’accoglienza che ha dato i suoi frutti. Cortesia e professionalità concorrono a completare qualitativamente l’offerta e a rendere per il cliente particolarmente gradevole la sosta in pizzeria.
Da Salvatore
Via della Libertà, 104
Lusciano (Ce)
Tel. 081/0148869
Aperto tutti i giorni, riposo annuale a settembre
Report del 2 mrzo 2019
di Antonella Amodio
Da Scampia a Parete, ed infine a Lusciano, per realizzare il sogno di una pizzeria progettata da anni nella testa. Emanuele Marigliano ha trasferito da qualche settimana la sua pizzeria “ Da Salvatore” ( il nome è un omaggio a suo padre) nella grande e confortevole struttura, con forni a vista e reparto gluteen free.
Cinquecento metri quadrati, pronti ad ospitare amanti della pizza, coppie, famiglie e comitive, e dove trova spazio una saletta riservata, dedicata alla degustazione della pizza, con menù a parte in abbinamento con vini, birre e distillati.
L’ambiente, ampio e luminoso, è reso caldo dal colore blu che ricorre in tanti dettagli dallo stile marinaro, mentre una grande sala accoglie circa 130 persone, distribuite in tavoli ben distanziati l’uno dall’altro.
Emanuele è il capitano di questa grande nave, salpata con l’obbiettivo di rendere “ricercata” la sosta in pizzeria E per questo ha curato tutto: tovagliette, salviette, bicchieri, suaglass, nonchè le divise del numeroso staff, che riprendono il logo della pizzeria. Anche il sottofondo musicale è selezionato per ricreare l’atmosfera giusta.
Ma veniamo al dettagliato menù, che nella grafica anticipa una facile lettura. Le pizze sono divise per tradizionali, fritte, di stagione, speciali e vegane. Inoltre è prevista la classica friggitoria, che annovera divagazioni dalla tradizione.
Tra le pizze segnaliamo la Culatello a crosta fiorita, preparata con provola di agerola, culatello di Zibello dop, noci sbriciolate, basilico e olio extravergine.
La pizza Uovo a spuma, farcita con provola di Agerola, cialde di parmigiano 36 mesi, tartufo nero, speck croccante del Trentino e spuma di parmigiano reggiano. Immancabile – e consigliato – l’assaggio della pizza Margherita, che Emanuela condisce con il pomodoro san Marzano, il fior di latte di Agerola, il basilico e l’olio extravergine.
La pizza si presenta sottile, facilmente ripiegabile, profumata e con cornicione medio; al gusto è scioglievole, soffice e leggera. E’ ottenuta con impasto preparato con biga, utilizzando farina 0 e lasciando fermentare 24 ore. Seguite da successive 36 ore di lievitazione.
Nell’attesa della pizza, concedetevi l’assaggio delle montanarine, come quella servita al cucchiaio con vellutata di broccoli, speck croccante e spuma di parmigiano reggiano.
Ho con piacere constatato l’attenzione di Emanuele per il territorio, quell’aderenza che si riscontra non solo sui prodotti usati per la preparazione della pizza, ma si riflette anche nella scelta delle etichette dei vini e delle birre, che conta una ricca selezione solo campana. In primis l’Asprinio d’Aversa, che proprio a Lusciano vede la sua patria e rinascita.
Servizio giovane, dimamico e ben istruito.
Costo della pizza Margherita: 5,00 euro
Menù degustazione con vini e distillati inclusi: 30, 00 euro
Pizzeria Da Salvatore di Emanuele Marigliano
Viale della Libertà, 104 81030 Lusciano (CE)
Tel. 081 0148869
Aperto solo la sera ad eccezione del venerdì e sabato anche a pranzo.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Sono stata alla pizzeria da salvatore il primo giorno di apertura al pubblico.
Nonostante fosse lunedì ho aspettato mezzora prima di mangiare la pizza.
Se devo essere sincera sono rimasta molto delusa, la grandezza della pizza è quasi una pizza al portafoglio e per giunta cruda in alcuni punti del cornicione a gommone.
Il locale bellissimo, grande e moderno pieno di dettagli, ma la pizza era molto meglio quando stava a Parete, non capisco questa corsa a fare questa pizza contemporanea per stare alla moda, secondo me deve tornare al vecchio metodo di quando ha aperto a Parete che ci andavo spesso e mangiavo una pizza meravigliosa.
@ Sonia
Ha motivato con molta chiarezza alcune opinioni che condivido. Mi complimento.
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Vorrei aggiungere alcune considerazioni personali:
1
Non sono poche le pizze recensite sui food blog italiani che presentano dei Difetti di Cottura del cornicione.
Difetti che sono opposti:
1 o di eccessiva cottura del cornicione
2 o di scarsa cottura. La scarsa cottura si nota spesso nelle pizze con un alto e grosso cornicione, che è tipico delle cd. pizze con canotto(o gommone come dice Sonia):
una “moda assurda” che ha contagiato anche i pizzaioli campani.
Assurda perché “non ha senso” un cornicione di quelle dimensioni:
un famoso pizzaiolo napoletano(cioè di Napoli Città) definì il canotto “na strunzata” proprio perché non ha “un senso”.
2
Come conseguenza di un cornicione “sproporzionato” spesso le cd. pizze con canotto presentano una superficie “condita” ridotta, come Sonia ha efficacemente evidenziato.
Andiamo in pizzeria o andiamo a “Pane e Pizzella”?
Andare in pizzeria per mangiare 100 gr di gommone è una “MODA” che ancora nessun food blogger è riuscito a farmi “digerire”… malgrado l’uso sfrenato della Retorica da Televendita che caratterizza il web 2.0.
3
Sonia, infine, mette in rilievo un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti(o meglio di chi “vuol” “vedere per capire).
L’inseguimento frenetico delle “Mode” da parte dei pizzaioli.
Mode alimentate dal Marketing e dai Food Blog Italiani che, per l’80%, sono diventati “Strumenti del Marketing”.
C’è stato quindi l’abbandono, da parte di molti pizzaioli, della metodica classica di produzione della pizza napoletana(a cui accennava Sonia).
Nei food blog la metodica classica è trattata come una metodica di Serie B e inferiore è considerata la pizza che qualcuno ancora si ostina a fare con la metodica classica.
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Al contrario, sui food blog, c’è l’ESALTAZIONE delle pizze che potremmo definire
“AMMODOMIO”.
I food blog hanno inventato, invece, un termine che comprende di tutto e di più, un termine omnicomprensivo e generico che ha la pretesa di mettere nella stessa categoria pizze diversissime, quelle che secondo me sarebbe giusto chiamare pizze ammodomio.
È le chiamano, invece, contemporanee.
Un termine orribile che hanno appiccicato un po’ a tutto…
alle pizzerie, alle trattorie, alle gelaterie, alle hamburgherie, alle paninoteche, alle pasticcerie, alle salumerie, ecc…
Insomma, a tutta quell’ammuina che il marketing del food ha fomentato in questi ultimi anni con l’aiuto “acritico” dei food blog italiani.
Un termine che ha generato soltanto una gran confusione mentale nei consumatori italiani,
perchè se chiedete cos’è “una pizza classica napoletana” molti non lo sanno più.
Ma al Marketing va bene così.
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W la Contemporaneità.
Il Canotto anche se assurdo è CONTEMPORANEO.
Mangiare Pane e Pizzella è CONTEMPORANEO.
Seguire le Mode è un modo di stare nel CONTEMPORANEO.
Essere se stessi, non seguire il gregge, resistere all’omologazione,
resistere al conformismo,
richiede uno sforzo maggiore.