Pizza e pomodoro rosso e giallo: dodici proposte indimenticabili lanciate da Cucina a Sud
di Floriana Barone
Verdone, ciliegino, del piennolo del Vesuvio Dop o semplicemente San Marzano Dop: il pomodoro è da sempre grande protagonista sulle pizze del Belpaese, grazie alle numerose varietà esistenti e ai profumi intensi di un ingrediente che rappresenta uno dei simboli del made in Italy nel mondo. Ecco quindi 12 pizze con il pomodoro pubblicate recentemente sul settimanale Cucina A Sud.
Mirko Rizzo (L’Elementare – Trastevere, Roma)
La Settobre: pomodoro verdone arrostito in cottura, mozzarella di bufala campana Dop, crema di pomodoro bruciato con aglio, menta, basilico e origano.
Francesco e Salvatore Salvo (Pizzeria Francesco & Salvatore Salvo, San Giorgio a Cremano, NA)
Pizza al Pomodoro, realizzata in collaborazione con lo chef stellato Salvatore Bianco con sei pomodori diversi per cultivar e per tecniche di cottura: pomodoro di Corbara schiacciato a mano, polpa di San Marzano Dop in acqua e sale, pomodorini datterini spaccati a metà e grigliati dal lato della polpa, pomodori ciliegini confit, pomodori del Piennolo del Vesuvio Dop tagliati a quattro e marinati con olio, aglio e basilico, crema di pomodoro affumicato, olio extra vergine Ravece Dop e basilico
Luca Pace (L’Arte del gusto, Francavilla sul Sinni, PZ)
La rossa al pomod’Oro: salsa di datterino fresco fatta in casa, datterino giallo coltivato a chilometro zero confit, pomodoro rosso semi dry delle Fattorie Covelli Castrovillari (CS), burratina homemade prodotta con un fior di latte di Francavilla sul Sinni e basilico
Emanuele Liguori (L’Antica Pizzeria Da Michele, Napoli)
La Marinara: pomodori Solea Srl Industria Conserve Alimentari (Santa Maria La Carità, NA), olio di semi dei F.lli Masturzo (Venosa, PZ), aglio a rondelle e origano (photo credits: Cristina Bucciaglia)
Ciro Oliva (Pizzeria Concettina ai Tre Santi, Napoli)
La Pacchianella: pomodoro San Marzano Dop, pomodorini del Piennolo del Vesuvio Dop, olive nere, capperi, alici, aglio, olio evo e origano.
Vincenzo Esposito (Pizzeria Carmnella, Napoli)
La Dama: pomodori lampadina dell’azienda agricola biologica Dama (Castellamare di Stabia, NA) cotti al profumo di aglio e basilico, Parmigiano Reggiano Dop 36 mesi e olio evo Olitalia (Forlì, FC)
Marco Quintili (Pizzeria I Quintili- Furio Camillo, Roma)
San Marzanino: pomodorini Marzanino La Torrente, bocconcini di mozzarella di bufala del Caseificio Mozzarè di Casoria (NA), Parmigiano Reggiano Dop stagionato 36 mesi, basilico e olio evo dell’azienda agricola Marsicani (Morigerati, SA)
Claudio Maucieri (Capriccio Pizzeria Ispica, RG)
Carciofi e acciughe: pomodoro rosso siccagno, carciofi arrosto e olive di produzione propria, acciughe locali e tuma di pecora della Fattoria Roccuzzo di Ispica
Daniele Lepore (Lepore & Farine, Capua, CE)
La Scarpariello: pomodorini del piennolo del Vesuvio Dop Inserbo (selezione Manfuso), cacioricotta di capra del Caseificio Martone (Polvica, NA), pesto di basilico homemade, olio evo caiazzano aromatizzato all’aglio, origano del Matese e basilico
Valerio Iessi e Daniele Ferrara (I Borboni Pizzeria, Pontecagnano Faiano, SA)
La Carulì: pomodoro sciué sciué dell’azienda agricola biologica Dama (Castellamare di Stabia, NA) cotto a fuoco lento, stracciata di bufala del Caseificio Giuseppe Morese (Sant’Antonio, SA) aggiunto all’uscita, crema di basilico, Parmigiano Reggiano Dop 24 mesi e olio extravergine d’oliva Verbío del Frantoio Sole di Cajani (Caggiano, SA)
Davide Cavalera (La Corte Pizzeria, Gallipoli)
Margherita a modo mio: pomodoro pelato rosso bio e pomodoro pelato giallo bio di Antica Enotria (Cerignola, FG), mozzarella di bufala campana Dop (Il Parco di S. Giovanni Rotondo, FG), pecorino romano Dop, basilico e olio evo Guglielmi di Andria
Ciro Cascella (Pizza 3.0 Ciro Cascella, Napoli)
La Marinara Dop: pomodoro San Marzano Dop, pomodori del piennolo Dop di Casale Pietropaolo (Madonna dell’Arco, NA) schiacciati a mano, aglio, origano di montagna, scarola cotta a vapore, olive nero taggiasche e olio evo Olivarte (Napoli)
Un commento
I commenti sono chiusi.
Possiamo evitare di fare ricorso all’orripilante “homemade”? Evitate di scadere nel ridicolo utilizzando inutili inglesismi, per favore.