Pisciotta, Annalì: mangiare in riva al mare del Cilento
Via Matteo Sabino, 84066 Marina di Pisciotta, SA
Telefono: 342 303 9741
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A Pisciotta, uno dei borghi marinari più suggestivi del Cilento, ha aperto Annali’, un nuovo ristorante di mare che da questa estate si è avvalso della consulenza di Peppe Guida.
Il giovane chef, Angelo Fabozzi, con solide esperienze in provincia di Caserta, ha affrontato col giusto spirito ed entusiasmo questa sfida, proponendo una cucina semplice, immediata e molto efficace.
Il ristorantino si trova proprio sul lungomare, un piccolo locale con bella cucina a vista che era un magazzino del pesce fino a qualche anno fa e che è stato ristrutturato con molta cura per i dettagli, riportando a nuova vita la pietra originale e dando un tocco molto fresco all’ambiente con colori chiari e marinari.
Ma il vero colpo d’occhio lo avrete ai tavoli sul terrazzo affacciato sul porticciolo: una location davvero suggestiva e piacevole.
Un servizio giovane, partecipato e professionale; carta dei vini che guarda con curiosità alle migliori etichette regionali, pane lavorato con lievito madre e latte di bufala, grissini fatti in casa.
La carta propone ricette classiche, con quel tocco in più che rende i piatti più interessanti e appetitosi.
A partire dallo sfizio di benvenuto, con un piccolo tarallo a sostenere il crudo di alalunga e cipolla rossa di Tropea, oppure con la tradizionale montanara fritta in porzione mignon: il palato è stimolato e pronto per gli antipasti.
Si può cominciare con un cannolo cilentano, che di quello classico ha forma e pasta, ma al posto della crema pasticciera c’è quella di baccalà ed è servito su una passata di fagioli borlotti. Croccante e gustoso. Gradevolmente profumato di finocchietto e agrumi il crudo, a ricordare il rispetto della materia prima. «Qui serviamo solo mare locale» ci ricorda il proprietario Ivan Mosca, mentre mostra con orgoglio le piccole aragoste cilentane ancora vive.
Anche il polpo con salsa di peperone ‘mbuttunato è un piatto riuscito, nel mentre che si riconosce l’antica ricetta, ci si consola con la carnosità del polpo e la croccantezza del pane.
Esaltazione dei toni amari, ma anche grande sapore e leggerezza in uno dei piatti casalinghi più conosciuti: le alici in tortiera. Una piccola lezione su come rivalutare un pesce povero in maniera efficace e moderna, nella presentazione come nel gusto.
Ma siamo pur sempre in un ristorante (anche) per famiglie in vacanza. E allora, se avete a carico un marmocchio che non mangia pesce, niente paura. Dalla cucina esce fuori a sorpresa un gran bel piatto di fusilli lavorati a mano col ferretto, proprio come una volta, e conditi con un bel ragù cilentano. Oppure potrete soddisfare la voglia di spaghetto alle vongole con la versione classica, perfettamente eseguita, reso più incisivo da una spolverizzata di aglio bruciato.
Infine, la prova del nove per uno chef, quasi un doppio salto mortale se del Sud: il risotto. Sfida vinta, grazie ad una cottura indovinata e alla giusta spinta delle alici di menaica, presidio Slow Food, uno dei tesori di Pisciotta.
Sfiziose e solo apparentemente semplici (in realtà un bell’esercizio di tecnica, in una sorta di doppia cottura per l’ortaggio) per le polpettine di melanzane fritte, con suggestioni che rimandano alla parmigiana ma anche alle melenzane ‘mbuttunate’ che si fanno in ogni casa del Cilento.
Si chiude con una pralina di cioccolato ghiacciato, molto buona, e un paio di dessert non proprio convincenti: la crema tipida di ricotta è molto buona, ma forse andrebbe servita in porzione ridotta, magari come pre dessert in una piccola coppetta, mentre la Santa Rosa destrutturata l’avremmo preferita nella versione classica, sempre bella da offrire, anche visivamente, a chiusura di un percorso che – giustamente – resta sempre ben ancorato alla tradizione regionale.
Insomma: Campania, Campania e ancora Campania: i prodotti migliori, le ricette che ricordano quelle di casa, suggestioni con uno chef che si muove con disinvoltura tra tradizione e nuovi spunti, mettendo la tecnica al servizio di un linguaggio immediato e per questo efficace, proprio come Peppe Guida ci insegna da anni ai tavoli del suo Nonna Rosa.
Conto: sui 45-50 euro vini esclusi