Pinot Noir Alsace AAC Tradition 2016 Cave du Roi Dagobert
di Enrico Malgi
Toh, che ci fa il Pinot Noir in Alsazia, territorio spiccatamente vocato per i profumati, fini, eleganti e speziati vini bianchi? Ci può stare senz’altro, perché questo vitigno è qui ormai da molti anni . Andando a ritroso nel tempo, infatti, si scopre che furono i monaci borgognoni nel 1100 a piantare per primi questa specie sulla collina di Steinberg presso la cittadina di Boersch e d’allora tra alti e bassi il Pinot Noir ha continuato diritto per la propria strada come unico vino a bacca rossa di tutta l’Alsazia. Anche se a dire il vero qui il vitigno è conosciuto più per la tipologia Crémant Rosé che nella versione in rosso. D’altra parte non si può pretendere di copiare i migliori ed inarrivabili Pinot Noir della Borgogna, patria indiscussa di questa varietà che in Francia attecchisce soprattutto nella Cote d’Or e nella Champagne e soltanto in minima parte negli areali di Alsazia appunto e Jura. Come si può notare si tratta di territori attigui tra di loro accomunati da identiche condizioni climatiche molto fresche, ideali per l’allevamento del Pinot Noir, che così può preservare gli aromi che tendono a degradarsi se i grappoli d’uva maturano più precocemente.
I francesi, come si sa, non amano impiegare molti vitigni per produrre i loro vini e quei pochi che coltivano sono quasi tutti prettamente locali. Per fare un esempio i bianchi Chenin Blanc e Viognier si coltivano rispettivamente ed esclusivamente soltanto nella Valle della Loira e nella Valle del Rodano e basta. E così anche molte altre specie, a parte quelle tipiche internazionali come Carbernet Sauvignon e Franc, Merlot, Syrah, Chardonnay, lo stesso Pinot Noir, ecc. che si allevano, oltre che in Francia, in tutte le latitudini del globo terrestre.
Ma allora com’è questa bottiglia di Pinot Noir Alsace AAC Tradition 2016 della Cave du Roi Dagobert che ho scovato nella mia cantina e che ho stappato per accompagnare il pranzo? Certo non è proprio simile ad un Pinot Nero borgognone come dicevo prima, ma comunque fa la sua bella figura. La gradazione alcolica è di dodici e mezzo.
Il colore nel bicchiere è segnato da un rosso rubino. Al naso salgono profumi varietali di ciliegia, fragola, lampone, mirtillo, ribes e mora. In sottofondo si possono captare anche nuances di viola, spezie, cuoio e cacao. In bocca entra un sorso fresco, minerale, elegante, fine ed equilibrato. Palato setoso, carezzevole e morbido,. La chiusura è gradevole e ricorda l’uva spina, ma non è molto persistente. Non penso che il vino abbia lunga vita, per cui è meglio berlo subito.
Cooperativa Cave du Roi Dagobert
1 Route de Scharrachbergheim – Traenheim – Alsazia (Francia)
Cell. 33 333 88506900
[email protected] – www.cave.dagobert.com