Pedirosa 2007 Campania igt
LA SIBILLA
Uva: piedirosso
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Il rosato di Luigi e Restituta Di Meo, che prima si chiamava Baios, ci è sempre piaciuto molto ma in questa edizione si è davvero superato. Complice sicuramente l’annata, davvero favorevole per questa tipologia in ogni sua espressione, complice anche l’entusiasmo di Vincenzo, il figliolo fresco laureato in Enologia con una bella tesi di laurea sulla viticoltura dei Campi Flegrei che a questo vino si è dedicato con particolare impegno. Il risultato, come ha già notato Franco Ziliani il mese scorso, è davvero strabiliante, capace di mettere tutti d’accordo con estrema faciltà, sino a poter dichiarare che è uno dei migliori rosati provati in questa stagione. Sin dal colore, cerasuolo brillante, invita al sorso. Noi lo abbiamo goduto ai raggi del sole di Amalfi al bar del Lido Azzurro su una bruschetta con il pomodorino del piennolo e, come si dice, non ce n’era per nessuno. A poco più di un anno dalla vendemmia, il vino ha trovato i suo pieno equilibrio, poggiato sull’ottimo rapporto creato tra la frutta rossa, ben presente, piena e matura, la mineralità sulfurea e la freschezza, cioé l’acidità. Sicché hai un naso, ma anche un gusto, tendente al dolce, ma in bocca è gradevole, scorre una bellezza nonostante, un bicchiere dotato tra l’altro di buona struttura e l’alcol appagante e ristorante. L’ennesima prova di quante soddisfazioni possa regalare questo vitigno ancora poco esplorato e studiato nonostante ormai siano in molti a lavorarci con dedizione: la versione in rosato sicuramente è una soluzione da tenere ben presente, purtroppo devo dire poco diffusa perché nei Campi Flegrei quasi nessuno si cimenta in questo territorio mentre sul Vesuvio spesso e volentieri il Lacryma vede la preponderanza dell’Aglianico. sarà sicuramente un tema al centro dell’attenzione della manifestazione organizzata a Fabbrica dei Sapori il 26 e il 27 novembre, <Rosso, rosso, rosso: Piedirosso!>, quasi una invocazione a non concentrarsi solo sull’Aglianico mantendendo accesi i fari anche sul suo parente povero, un po’ come è stato fatto con la Coda di Volpe lo scorso giugno. Il Piedirosso, se possibile, è ancora più difficile dell’Aglianico, è poco produttivo ed è per questo che sul Vesuvio è stato abbandonato da molti viticoltori stanchi di combattere con questo vitigno. Ma a mio giudizio, soprattutto per le sue caratteristiche di tipicità e complessiva leggerezza, sposa bene le tendenze in crescita sul mercato con la richiesta di vini non più opprimenti e di approccio immediato e gratificante. Il Pedirosa è poliedrico: ha fatto un figurone sulla frittatina di pasta e cavoli, così come sul la più strutturata parmigiana di alici. Penso che se ne potrà godere senza alcun problema ancora sino alla uscita della nuova versione 2008 con la solita raccomandazione, quella di non bere questi vini appena immessi in commercio, ma aspettare almeno qualche mese. In questo caso, provato in entrambe le condizioni, ne è valso davvero la pena. Una premessa del lavoro di Vincenzo e sul cambio generazionale assicurato in una delle aziende campane a cui siamo più affezionati per la serità produttiva oltre che commerciale e il tenace attaccamento al suolo flegreo.
Sede a Bacoli, via Ottaviano Augusto 19
Tel e fax 081.8688778
Sito: http://www.sibillavini.it
Enologo: Roberto Cipresso
Bottiglie prodotte: 70.000
Ettari: 9 di cui 1,5 di proprietà
Vitigni: piedirosso, falanghina