Paternoster e Al Bano nel regno dei 3 bicchieri
27 ottobre 2001
C’è qualche goccia meridionale nel mare dei vini italiani (241 per l’esattezza) ai quali la guida del Gambero rosso-Slow Food ha assegnato i tre bicchieri, cioé il massimo riconoscimento. Oltre ai sei campani di cui abbiamo fatto cenno la settimana scorsa, sottolineamo con piacere che finalmente anche la Basilicata, con il Rotondo 1998 di Paternoster (a Barile, via Nazionale 23, telefono 0972 770224) è salita ai vertici. Si tratta, manco a dirlo, dell’ennesima conferma delle potenzialità dell’Aglianico del Vulture, in questo caso un cru elevato in botte per 14 mesi: ottimo risultato per la storica azienda lucana che ha avuto il merito di tirare dritto per la propria strada con coerenza, senza cedere alle mode del momento. Come abbiamo già avuto modo di scrivere negli ultimi tempi, del Vulture sentiremo ancora parlare molto. Ed è stata la prima volta anche per un produttore molisano, Di Majo Norante (Contrada Ramitello a Campomarino, telefono 0875 57208) con il Don Luigi, blend di Aglianico e Montepulciano. E se l’Abruzzo conferma due tra i più grandi vini nazionali, il Montepulciano 1995 di Edoardo Valentini e il Montepulciano Villa Gemma 1997 di Masciarelli, dalla Calabria segnaliamo il gradito ritorno del Gravello di Librandi (A Cirò Marina, Contrada San Gennaro, telefoni 0962 31518 e 0962 31519), frutto dell’ingegno dell’enologo irpino Severino Garofalo sul Gaglioppo e il Cabernet Sauvignon. Quest’ultimo, insieme al Negroamaro conferma il massimo riconoscimento in Puglia con il Nero ’98 dei Conti Zecca (Leverano, via Cesarea, telefono 0832 925613) al quale si affianca il Platone delle Tenute Albano Carrisi (Cellino San Marco, contrada Bosco, telefono 0831 619211). Per il cantante da sempre legato alla sua terra una soddisfazione pari ad una vittoria a Sanremo.