Il panolio di Vignola
di Marco Contursi
Ci tanti pasticcieri che urlano la loro bravura ai quattro venti, ma ce ne sono altri schivi, silenziosi, testa giù a lavorare e tra questi io credo un posto d’onore spetti a Raffaele Vignola.
Figlio d’arte, Angelo il papà è persona squisita a cui sono davvero affezionato, Raffaele è un maestro lievitista di caratura nazionale, fa sempre incetta di premi e i suoi panettoni sono semplicemente strepitosi. Quest’anno ho provato uno che può sembrare strano a sentire gli ingredienti ma è stato di un buono che è difficile spiegare: Il Panolio.
Cosa è? Un lievitato senza burro, con olio da ravece del Mulino della Signora e sedano candito direttamente da Raffaele. Tagli una fetta, ci butti sopra un filo di olio e godi.
Punto. Senza troppe menate.
Io lo vedrei anche tostato e con un velo di ricotta, prima di mettere l’olio.
E già che uno si trova alla pasticceria Vignola, non fatevi mancare un assaggio del loro spettacolare bignè che ha ricevuto il riconoscimento di PAT ossia prodotto agroalimentare tradizionale e perché no, anche di mostaccioli con la glassa a specchio, come si faceva una volta.
Per non parlare dei torroncino con le mandorle pugliesi, o del cannolo irpino. E del panettone salato con i salumi di Vincenzo Parziale ne vogliamo fare a meno? Noooooooooo.
Ma qui, da Vignola, dove peschi, peschi bene….anzi benissimo. Senza inutili proclami ed arie che servono solo ai tromboni. Perciò a me piace. Tanto.
Pasticceria Vignola
Via Giuseppe Maffei, 33, 83029, Solofra AV
Tel: 0825 58 10 69
Scheda del 21 marzo 2021
Pasticceria Angelo Vignola a Solofra: due dolci ottengono il riconoscimento Pat (Prodotti Artigianali Tradizionali)
di Marco Contursi
Angelo Vignola, è pasticciere di lungo corso, di Solofra, in provincia di Avellino. E soprattutto, una persona perbene. Gli sono affezionato. Il figlio Raffaele, ne ha seguito le orme e portato a vette altissime, l’arte della lievitazione, con colombe e panettoni che ottengono, ormai da anni, successi lusinghieri in guide e classifiche. E che, cosa più importante, sono molto buoni.
E finalmente, dopo anni, è arrivato un importante riconoscimento anche dal Ministero delle politiche agricole che ha incluso, ben due dolci fatti da loro, nell’elenco dei PAT ( prodotti, agroalimentari tradizionali), ossia produzioni legate a un territorio e con una storia di almeno 25 anni.
E piace ricordare che la Campania si conferma la regione col numero maggiore di PAT (569), seguita dal Lazio e dalla Toscana.
Ma quali queste due specialità dolciarie, da sempre nel banco della pasticceria Vignola? L’antico bignè di Solofra e il cannolo irpino.
La particolarità del primo sta nella ricetta della crema, solo uova di gallina allevate all’aperto e un goccio di liquore strega, per una crema, a metà strada da quella pasticcera e quella chantilly, che all’assaggio rivela una sorprendente bontà. Il bignè può essere grande e piccolo, e soprattutto in quest’ultimo formato, uno tira l’altro. Molto particolare pure il cannolo irpino, fatto con olio di ravece, ricotta di pecora di Carmasciano, nocciole avellane, fichi canditi in proprio di San Mango sul Calore e vino aglianico. Un prodotto che parla dell’irpinia dal primo all’ultimo ingrediente.
E dell’irpinia Raffaele Vignola è fiero ambasciatore e non perde occasione di usarne le specialità alimentari nei suoi dolci. Nasce così la pastiera irpina, che a differenza di quella partenopea usa grano cotto locale di risciola, ricotta di pecora e fichi al posto delle scorzette di agrumi o il gastronomico irpino, prodotto lievitato, con pancetta, capicollo, soppressata, (aziende Biancaniello e Giovanniello) e caciocavall irpino (Carmasciando).
Una pasticceria che merita sicuramente di essere visitata, fuori dai grandi circuiti turistici. Se poi provate i loro torroncini, con mandorle di Toritto…..
Via Giuseppe Maffei, 33, 83029, Solofra AV
Tel: +39 0825 58 10 69
Oggi al telefono ho vinto mezzo bignè grande, è bello sentirsi in credito, prepara il costume da immersione…
Se non scendi, non hai nulla. E se temi il virus, ricorda il proverbio: chi ten paura, nun se cocca co e femmene belle.
E tre.Foto dell’Italia così com’è:tre a scrivere di dolci pasta pane e vino ed un solo lettore che pero ha dalla sua la fortuna di mangiare e bere se non meglio di sicuro più di tutti e tre .FM
Insomma qui non si finisce mai di stupire. Però vuoi mettere quando è presente fisicamente il toscano-milanese-brianzolo.