Pasta, l’Italia a rischio di perdere la leadership. L’allarme dei pastifici riuniti al G20 di Foligno organizzato da I Primi d’Italia 2022


g20 dei primi - di che pasta siamo - i primi d'italia 2022

g20 dei primi – di che pasta siamo – i primi d’italia 2022

Nubi dense all’orizzonte dei pastifici italiani, grandi e piccoli, del Nord come del Centro e del Sud: la crisi di reperimento delle materie prime, l’aumento dei costi energetici, l’impossibilità di fissare contratti a medio termine per fare programmazione finanziaria sono alcune delle cause che fanno scattare l’allarme.
Può sembrare un controsenso, visto che la pasta è stato uno degli alimenti che non ha conosciuto crisi durante il lockdown, ma alcuni nodi stanno arrivando al pettine, così come accaduto per altri settori in cui eravamo leader.

‘I Primi d’Italia’ è il festival interamente dedicato a un’eccellenza italiana come quella della pasta e dei primi piatti che si svolge in Umbria, a Foligno. Un appuntamento organizzato da EPTA Confcommercio Umbria, curato da Aldo Amoni, riferimento per tutti gli amanti dei primi che possono divertirsi esplorando le taverne barocche trasformate per l’occasione in Villaggi del Gusto.

Oltre alla parte più ludica, novità di questa XXIII edizione (29 settembre – 2 ottobre) è statail G20 dei primi “Di Che Pasta siamo?” di venerdì 30 settembre. Una tavola rotonda che ha visto la partecipazione dei principali protagonisti della filiera: produttori di grano, mulini impegnati nella trasformazione della materia prima, istituzioni e rappresentanti di enti e associazioni di categoria così come diversi pastifici, coordinati dal giornalista Luciano Pignataro.

Nel corso della riunione si è per prima cosa evidenziato che l’aumento della materia prima non è legato alla crisi russo-ucraina perché risale alla seconda metà dello scorso anno, quando fu chiaro che dal Canada ci sarebbe stata una forte diminuzione di grano a causa della grave siccità che ha colpito il Paese nell’estate 2021.

Di fronte poi al corto circuito che si è creato e alla crescita della concorrenza di altri paesi, non resta che appellarsi alla qualità del grano italiano come discriminante di qualità rispetto ad altre produzioni: per sicurezza e compatibilità ambientale.

Le richieste al nuovo governo:

1. Secondo i pastifici presenti a Foligno è dunque indispensabile procedere a una campagna che valorizzi il Made in Italy dal seme alla coltivazione e alla raccolta come base della nostra industria.
Serve dunque un logo che rifletta un disciplinare di qualità a garanzia dei consumatori. Inoltre, una forte campagna istituzionale gestita dal ministero per incentivare la coltivazione di grano in Italia.
2. Per quanto riguarda la formazione, i pastifici chiedono una forte campagna di alfabetizzazione nelle scuole e tra i consumatori per migliorare la conoscenza della pasta dal punto di vista della qualità del prodotto e della sua salubrità ripercorrendo in qualche modo quanto fatto per il vino negli anni ’90. Anche in questo caso il ruolo delle istituzioni è fondamentale, per esempio negli alberghieri e nelle facoltà universitarie.
3. Si chiede al governo sostegno alla richiesta di un tetto massimo del prezzo del gas, ipotesi già avanzata da alcuni paesi europei, che è la prima misura per consentire una programmazione finanziaria e produttiva sul medio e lungo periodo.
4. Si chiede al governo una drastica politica di sburocratizzazione per favorire l’accesso delle industrie alle fonti energetiche alternative, iter ancora oggi complicati e lunghissimi, per andare in direzione dell’autosufficienza energetica nel rispetto dell’ambiente.

I pastifici, con Confagricoltura e il sindaco di Gragnano Nello D’Auria presenti alla riunione, ribadiscono la necessità di azioni coordinate a tutela del prodotto simbolo del Made in Italy nel Mondo.

Pastifici presenti:
Granoro
Caterina
Mancini
Prometeo
La Fabbrica della Pasta di Gragnano
Fabbri
La Pasta di Camerino
Leonessa

Antica Maccheroneria
Frentana