Caffè Stern a Parigi e la buona Italia firmata da Massimiliano e Raffaele Alajmo
Caffè Stern
47, passage des Panoramas
75002 Paris
+33 (0)175436310
[email protected]
Orari di servizio
Da martedi a sabato dalle 8.30 alle 24.00
Pranzo dalle 12.30 alle 14.30
Cena dalle 19.30 alle 22.30
Giorni di chiusura: domenica e lunedì
Quando siamo a Parigi sono due le cose che veramente ci mancano: il bidet e il caffè. Il primo fu inventato proprio in Francia per essere usato nei bordelli (dove lo scoprirono gli americani) e, come tante cose, importato dai Borbone a Napoli. Tanto che quando i funzionari sabaudi lo videro per la prima volta nella Reggia di Caserta non sapevano neanche come catalogarlo. Diciamo che, oltre la cucina, è stato il più determinante contributo di Napoli all’Unità d’Italia perché dopo il 1860 si è diffuso anche oltre l’ex Regno delle Due Sicilie e attualmente siamo l’unico paese dove è obbligatorio negli alberghi e nei nuovi edifici.
Ma ritorniamo a Parigi, è proprio l’idea di un caffè all’italiana che parte l’avventura dei fratelli Alajmo a Parigi che hanno avviato questa impresa insieme a Gianni Frasi, torrefattore nel Laboratorio Torrefazione Giamaica Caffè a Verona. Dopo tre anni di discussioni, alla fine la decisione di riaprire lo storico Atelerie Stern chiuso da sette anni, insieme al giovane imprenditore David Lanher: per la realizzazione dello spazio ci si è rivolti all’architetto Dominique Averland e a Philippe Starck che è Star già nel cognome. Mica pizza e fichi!
Ed ecco allora che per la prima volta in Francia dopo oltre 30 anni abbiamo messo piede in un locale italiano. E non ce ne siamo affatto pentiti: quando non è oleografica e caricaturale, fa sempre piacere vivere l’atmosfera di casa, è anche e soprattutto una questione di odori.
Ci siamo capitati prima del debutto della pizza napoletana al Grand Tasting devo dire che è stata davvero una bella esperienza: vini non scontati, buona e precisa cucina, con Piodaniele Chiometto grande padrone di sala che mette subito tutti a proprio agio.
Sia il pesce marinato che la crema con i semi di zucca sono stati due ingressi efficaci e salivanti.
Italianissimo, divertente, goloso, quasi di ispirazione botturiana per la scelta della ricetta il cappuccino alla lasagna bolognese, ossia tutto il cremoso del piatto storico rivitalizzato con un pizzico di acidità e freschezza. Anche se Max è stato il primo a fare un cappuccino alternativo con le seppie, in un bicchiere di vetro veneziao pensato proprio per questa idea.
Ovviamente centrato il risotto autunnnale, molto ben eseguito ed equilibrato, davvero un piatto simbolo della italianità all’estero.
Musica un po’ diversa invece, per la carbonara, altro vessillo italiano. A nostro giudizio l’uovo è arrivato troppo liquido a tavola, quasi scisso con gli spaghettoni (ma perché non i bucatini?), non all’altezza della ricetta oltre che in affanno per un punto in più di cottura (cotti ma non scotti). Ma immaginiamo che sia la migliore carbonara di Parigi:-)
Fantastici i tre piatti di carne, con il fegato alla veneziana strepitoso e moderno.
Discreto e defaticante il dolce, buona chiusura.
Insomma, una sosta piacevole, da poter fare a tutte le ore anche se per pranzo e cena covniene prenotare perché, come ci ha detto Piodaniele, il locale è sempre overbooking e sono costretti a rimandare indietro circa 250 persone a settimana.
Il cuoco Sergio Preziosa, quattro anni con Massimiliano alle Calandre, dimostra di affrontare molto bene questo ruolo di responsabilità e siamo sicuri che questo locale diventerà sempre più importante in una Parigi sempre in fermento e movimento, ormai meta di giovani da tutta europa desiderosi di imporre il proprio stile sfidando i mostri sacri e una tradizione dolmen immarcescibile.
Il menu degustazione è sui 100 euro.
Insomma, avete capito, mi resta il problema del bidet, ma almeno quello del caffè l’ ho finalmente risolto. Il mio solito doppio in tazza grande che ha chiuso questo pranzo era più che potabile, nonostante non fosse napoletano:-)