La libertà del Riccio di Alepa


Alepa, Paola Riccio

Alepa, Paola Riccio

di Gennaro Miele

La storia di una bottiglia è continuità di quella delle persone che trai filari, con gesti quotidiani, invisibili tra gli scaffali d’acquisto, prodigano la loro vita e la loro passione, nella creazione di vini che sono espressione di un territorio e dei suoi vitigni.

Quella dei vini dell’azienda Alepa è la storia di Eugenio Riccio, uomo calabro cresciuto in terra campana, che mai ha dimenticato i suoi ritorni estivi alla terra natia e quel contatto con la natura di un bambino che al termine del viaggio, ai margini di un prato, toglieva le scarpe con un gesto rapido, per correre incontro al vento, sentendo a piedi nudi l’intimo e personale contatto con la natura.

Quei passi che da adulto hanno trovato nel 1986 nuove radici sulle Colline Caiatine dove la quiete, tra nuove coltivazioni di vigne ed olivi, lo riportavano accanto ad una dimensione della vita priva di compromessi.

Quella promessa tacita di non perdere la propria identità è il testimone oggi raccolto da Paola, sua figlia, che nella concezione di ‘’senza compromessi’’ vive la vita ed il suo essere donna del vino, vivace personalità riflessa nelle vivide sensazioni dei suoi vini, trai quali quelli a base di uve Pallagrello, a bacca bianca e nera, chiamati in modo personalistico Riccio Bianco e Riccio Nero, Terre del Volturno Igt.

Alepa, il vigneto

Alepa, il vigneto

Riccio come il cognome di famiglia ma riccio anche come come un animale che seppur piccolo nel bosco dei giganti del vino si difende con le sue ‘’spine’’ tra le varie omologazioni che possono trovarsi nel mondo dei calici.

Il nome del vitigno pallagrello, deriva da un antico modo locale di chiamare i piccoli e sferici acini del grappolo, u’ pallarell, diversa documentazione storica inoltre,  attesta l’apprezzamento della casa reale dei Borbone nei confronti di tale vino, fino ad arrivare all’emissione di un editto col quale si vietava l’attraversamento del vigneto per preservarne le coltivazioni.

Memori di quella tutela reale possiamo oggi versare questi calici caiatini e dall’esame visivo, il Riccio Bianco annata 2012 si presenta di un luminoso color oro, ‘’ è un ‘uva a bacca gialla ‘’ apostrofa Paola, la mescita mostra un vino con un’adeguata consistenza e con un olfatto insistente di frutta matura con una nota di erba aromatica , l’assaggio riconferma un buon fruttato ed un aroma abbastanza lungo, un vino non omologato a tutti i costi, la morbidezza e l’acidità si bilanciano rendendone piacevole un nuovo assaggio. L’imbottigliamento avviene dopo almeno due anni di affinamento in acciaio, l’attesa ha regalato un prezioso calice, intenso in tutti i suoi aspetti sensoriali.

Alepa, i vini

Alepa, i vini

Il Riccio Nero, annata 2009, ha colore rubino intenso, d’impatto ne è  l’incontro olfattivo ricco di spezie ed aromaticità di rabarbaro, all’assaggio appare meno strutturato del bianco compensando con una particolare freschezza, i tannini sono levigati dall’uso della botte grande ben gestita e per nulla invasiva e che dona una gradevole morbidezza. La sensazione di questo calice dal colore quasi impenetrabile è quella dei piccoli frutti di bosco di fresca raccolta e che il rigirare tra pollice ed indice ne provoca lo schiacciamento, aprendole le nascoste aromaticità.

Sono sensazioni che pongono dinanzi a spigolature, come nel rosso, volutamente non livellate o come nel bianco di impatto e vigoroso nell’alcol, questi vini sono “Ricci” capaci di non lasciare indifferenti, di punzecchiare con quel senso di libertà che ha originato quest’avventura.

 

Ale.p.a. società agricola s.r.l.  di Paola Riccio
Via Baraccone
Caiazzo (Ce)
Tel. 0823.862755
www.alepa.it
[email protected]