Pante 2007 Paestum igt
DONNA CLARA
Uva: fiano, malvasia bianca, greco
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Come i lettori avranno modo di rendersi conto con la guida ai vini di Salerno di prossima uscita, anche nel Cilento e nei Picentini si registra il fenomeno della nascita di nuove aziende, sia pure con numeri più contenuti rispetto ad Avellino e Napoli. Questa fazenda però non è affatto contenuta con i suoi 120 ettari a coltura e a pascolo nel magico territorio di Camerota. Orazio Parlati ci si dedica con passione, soprattutto ai 14 ettari di olivo. Alla vite ne sono dedicati solo 6, al momento un po’ troppe le varietà inutili (parlo sprattutto di sangiovese e barbera) in un territorio che ha soprattutto sete di fiano e di aglianico: anche in questa impostazione il Cilento è più vicino alla Calabria che al resto della Campania dove invece dominano ormai incontrastati i vini monovitigni da uve autoctone. La mia personale opinione è che in questo contesto le uve internazionali sono sicuramente preferibili a quelle nazionali: meglio parlare di merlot o cabernet del Cilento piuttosto che di sangiovese e barbera automaticamente identificabili con altre regioni. Resta il fatto, molto positivo, che la viticoltura di qualità finalmente inizia a penetrare nell’interno del Parco Nazionale dopo essere stata per quasi dieci anni ferma sulle colline attorno Agropoli, vicino Paestum. Qui gli spazi sono infiniti e il Golfo di Policastro sta diventando una realtà vivace e interessante: c’è anche Bruno De Conciliis a caccia di terreni alti e freddi e qui, vicino al Cervati, ha solo l’imbarazzo della scelta. In onore a questo sforzo strepitoso e alla simpatia di Orazio, vi segnalo questo assaggio fatto a Vitigno Italia. Un assaggio che mi ha spiazzato e, lo confesso, colpito molto positivamente rispetto alle aspettative: vi parlo cioé del Pante, un blend di fiano, malvasia bianca e greco che mi ha colpito per la sua frutta ricogliosa, pesche bianche, nocipesche, preceduta da fiori di ginestra, la sua pimpante freschezza e, sopra ogni altra cosa, la struttura autorevole di un grande vino con una buona prospettiva di evoluzione avanti a se. Un buon risultato insomma, dalla pulizia olfattiva didattica e la chiusura lunga, asciutta, appagante. Una bottiglia robusta ma non opulenta, ricca di frutta ma non fruttata, dalla giusta sapidità, un bianco del Sud senza il sentore di surmaturo e di cotto. Lo spendiamo sulla pasta con le fave fresche di stagione, oppure sulla incantevole frittura di paranza di Gelsomare di Cala del Campo a Ispani. E la vita può chiudere così dopo aver regalato il massimo al livello papilloso. Forza Orazio.
Sede a Camerota, frazione Licusati. Via De Luca 32. Tel. 0974.937007. [email protected]. Enologo: Ciro Di Matteo. Ettari: 6 di proprietà. Bottiglie prodotte: 10.000. Vitigni: fiano, malvasia bianca, trebbianmo, greco, aglianico, sangiovese, barbera, piedirosso, merlot, cabernet sauvignon