Palazzo Gentilcore a Castellabate, cuore e passione nelle stanze e nel ristorante dell’Hotel
Il Sud, quello vero, è una dimensione dell’anima, anche per chi è del Sud. E questa è la storia di due persone che si innamorano di un vecchio rudere e lo trasformano in un bellissimo boutique hotel di 13 camere, ciascuna diversa dall’altra, rendendolo così un vero e proprio Palazzo del Gusto, come ogni comune del Cilento dovrebbe avere, magari aperto tutto l’anno. E’ la storia di un sogno inseguito con tenacia, prima in lotta con le carte burocratiche italiane, poi con la Pandemia, arrivata pochi mesi dopo l’apertura ufficiale.
Lei, Chiara Fontana, docente di diritto tributario all’Università Federico II di Napoli. Lui, Giovanni Riccardi, avvocato amministrativista. Fulminati da Palazzo Gentilcore, un antico e nobile casato che ha abitato questo palazzo nel cuore di Castellabate poi divenuto sede del Comune e poi ancora trasformato in un albergo.
Entrambi con una vita frenetica, ma anche con la passione del cibo salutare e impegnati nella ricerca di piccoli produttori sperduti, fuori dai circuiti commerciali. Nasce così questa avventura, un nostos, un ritorno alle radici che sta coinvolgendo sempre più persone che nel Cilento trovano rifugio dell’anima e soprattutto riconquista dei tempi giusti, quelli naturali del giorno e della notte, delle stagioni, del caldo e del freddo, lontani da inquinamento luminoso e acustico delle grandi città.
Dunque nel 2018 riescono a comprare questo albergo che viene fisicamente svuotato da Chiara e da Giovanni, giorno dopo giorno, con l’aiuto dei figli e dei familiari. Uno spazio interamente da ripensare come luogo di meditazione e di raccoglimento. Ed è qui che si vede la mano femminile, indispensabile in ogni arredo, dove estetica e senso pratico coincidono sempre: ogni stanza è personalizzata, nessuna uguale all’altra.
Nel 2019 le 13 camere sono finalmente pronte, si apre a stagione già iniziata, poi la mazzata del Covid nel 2020. Un ostacolo imprevisto che rafforza i contorni del sogno, un crudele gioco dell’oca che allontana dall’obiettivo. Ed è così che lo scorso aprile – era ancora piena emergenza – insieme a Gaia Marano si organizza una giornata, con tanto di tamponi all’ingresso e norme di sicurezza rispettate, in cui il bianco e il rosso Core di Montevetrano fanno il loro ingresso a Palazzo Gentilcore. Si gioca su Core e Gentilcore, ma soprattutto un rapporto di amicizia che si salda sull’amore del bello e sulle potenzialità ancora inespresse del Cilento in cui il food riveste una parte importante.
È il cibo della Dieta Mediterranea, quello dell’orto e del mare, dei piccoli produttori che Chiara e Giovanni vanno a trovare scavallando colline e montagne dell’Appennino Meridionale alla ricerca di salumi, formaggi, cereali, legumi, ortaggi, conserve e tutto quanto dell’antico sapere sta tornando grazie all’impegno di giovani che sono tornati alla terra dei loro nonni.
Una brigata di giovani è in cucina diretta da Marco Mattia con Francesco Petrosino e Francesco Pomponio capi partita e la mitica signora Pina Figliolia impegnata nei dolci della colazione e nella pasta fatta in casa: ravioli, cavatielli e fusilli. La cucina è essenziale, semplice, equilibrata; il giardino e la piccola corte diventano ben presto un riferimento per gli appassionati, l’atmosfera è familiare, Giovanni si diverte a girare fra i tavoli facendo provare gli oli extravergine e i vini del territorio, ma anche infusi e distillati speciali. C’è sempre qualcosa da scoprire in questa miniera di diversità che è il Cilento. Siamo ben lontani dalla cucina omologata e pensata per il turismo mordi e fuggi realizzata con materie prime scadenti, perché oggi il primo pensiero del cuoco moderno è la qualità del prodotto, che da sola deve valere il viaggio. E per fortuna si moltiplicano i luoghi nel Cilento dove questa filosofia, tra le mille difficoltà del territorio e la mazzata del Covid, si sta affermando.
Nel vincere queste scommesse, nel raggiungere e realizzare il proprio sogno, Chiara e Giovanni hanno sviluppato un risorsa che non è contemplata dai protocolli liberisti bocconiani: la passione per il territorio e il rispetto per la salute dell’ambiente e dei clienti.
Cosa si mangia a Palazzo Gentilcore
La prima colazione a Palazzo Gentilcore
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Report del 18 luglio 2018
di Enrico Malgi
Non c’è dubbio che il film “Benvenuti al Sud” abbia dato impulso, più notorietà e veicolato ed attirata una maggiore massa di turisti verso la pittoresca cittadina cilentana di Castellabate. Ma va detto comunque che già prima il comune di Castellabate, inserito nella privilegiata lista dei Borghi più belli d’Italia, ed il suo splendido mare (premiato ogni anno con la Bandiera Blu) erano già famosi in tuta Italia per l’attrazione turistica esercitata, oltre che dal mare stesso, anche a cagione delle locali bellezze naturali e paesaggistiche.
A Castellabate, cioè “castello dell’abate”, situato su una splendida collina che guarda il mare, insiste un edificio storico collocato proprio al centro del borgo medievale il cui toponimo deriva dal famoso abate Costabile Gentilcore, cioè colui che costruì il castello Sant’angelo e che dopo la sua morte diede il nome al comune stesso. La struttura si chiama infatti Palazzo Gentilcore, riedificata su una vecchia fabbrica del XVIII secolo come dimora gentilizia e successivamente ampliata e modificata nel suo complesso originario. Dalla fine degli anni ’60 poi è stata adibita ad albergo.
Da pochi mesi questa costruzione è stata rilevata da Giovanni Riccardi e Chiara Fontana, che hanno provveduto al suo pieno recupero, riuscendo a ricavare così 13 splendide e finemente arredate camere, un ristorante (Pancrazio), un roof garden panoramico, con tanto di ombroso giardino e dehors, e un bar. Il tutto immerso in un ambiente ecocompatibile e segnato da colori e materiali tipicamente mediterranei.
In cucina si destreggia il giovane chef campano Mario Panariello, il quale durante la mia visita, insieme con Mario Riccardi e Paolo Verrone, ha provveduto a preparare il pranzo. Presente anche il collaboratore di Giovanni Riccardi, il geometra Michele Santoriello.
Un paio di sfiziosità tanto per incominciare.
Montanarina cilentana con scarole, olive, capperi ed alici del Cantabrico.
Faro di zucchine e luce di calamaro con fili di peperoncino. Semplici e gustose preparazioni.
Da incorniciare poi la mattonellina di parmigiana con formaggio di capra. Leggera, saporita e bene eseguita.
Pregevole la Zuppetta di legumi di Controne (ceci, fagioli, ecc.) ai frutti di mare e crostini dorati all’aglio orsino. Ottimo assemblaggio di un piatto godurioso.
Spaghetti Vicidomini, aglio e olio di mare. Buono sì ma forse si sente troppo l’odore pungente dell’aglio.
Paccheri con crema di peperoncino verde e alici di menaica. Nell’insieme piatto eccellente senz’altro, ma la dose di peperoncino va diminuita.
Per secondo il Baccalà su patata limonata e burratina. Ecco questo è stato davvero un piatto notevole col baccalà che si scioglie in bocca, sapido quanto basta e molto gustoso.
Per finire sono stati presentati come dolci la Panna cotta con latte di capra, melassa di fichi di Santomiele e granella di pistacchio; Cannolo cilentano farcito con crema chantilly; Pesche cilentane. Buoni e gradevoli.
Quattro le bottiglie di vino che hanno accompagnato tutto il pranzo. Tre etichette cilentane: La Matta di Casebianche, il Fiano Vigna Girapoggio di Verrone e il Fiano Valmezzana di Albamarina. Sui dolci invece è stato servito il Sauternes Chateau Filhot.
Ragazzo interessante lo chef, possiede senz’altro buoni numeri. Deve soltanto acquisire maggiore esperienza sul campo. Lo vedo comunque molto umile e desideroso d’imparare.
Ritornando all’Hotel è da rimarcare la sua suggestiva posizione centrale e panoramica e la fulgida bellezza del sito, connotato da camere ampie, luminose e funzionali, arredate con maioliche, cotto e pietra viva e tutte disponibili di terrazza vista mare e monti e corredate da tutti i servizi. Nell’insieme l’ambiente risulta essere elegante, chic, raffinato e con stile molto ricercato. Il personale è preparato, qualificato, gentile, premuroso ed accogliente, così come il servizio svolto ai tavoli. Comodo ed ampio poi il parcheggio adiacente.
Palazzo Gentilcore
Castellabate (Sa) – Via Amendola, 1
Tel. 0974 1735006
info@palazzogentilcore,it – www.palazzogentilcore.it
Ristorante Pancrazio
[email protected] – www.pancraziolocandacilentana.it
Servizi:
In camera Tv, aria condizionata, cassaforte e frigobar
Ascensore
Pulizie giornaliere
Servizio navetta, parcheggio auto, Internet e WiFi gratuiti
Lido convenzionato
Quattro camere per non fumatori
Culle e lettini gratuiti per bambini
Bambini fino a due anni soggiornano gratuitamente nella camera dei genitori
Ammessi animali domestici senza costo aggiuntivo
I prezzi variano da 80,00 a 160,00 euro a notte, compresa la prima colazione
Pagamenti in contanti o con carte di credito
Tra i servizi aggiuntivi a pagamento ci sono i tour nel circondario, lezioni di cucina, serate con cene a tema e possibilità di visite guidate ad aziende convenzionate sul territorio.
Hotel aperto tutto l’anno con esclusione dei soli mesi di gennaio e di febbraio.
Ristorante Pancrazio aperto a cena anche agli esterni.
Costo di un pasto, escluse le bevande, 30,00 – 40,00 euro a persona
Un commento
I commenti sono chiusi.
Sempre troppo pochi gli imprenditori determinati ed illuminati per avere una massa critica che faccia da traino all’intero territorio ma ben vengano con la speranza che il loro esempio sia almeno di stimolo per altri volenterosi.PS Incredibile la somiglianza della signora Chiara Fontana con Chiara Soldati una signora del vino dal cognome importante cui non mancano certo capacità e coraggio FM