Paestum Wine Fest – Verticale di Brunello di Montalcino Cantina Argiano
di Enrico Malgi
Al recente Paestum Wine Fest ci sono stati innumerevoli assaggi di vini italiani di eccellente qualità, sia presso gli stands aziendali e sia seguendo le molteplici masterclass condotte da esperti settoriali.
Compito non sempre facile quello di stare dietro a tutti gli avvenimenti succedutisi a getto continuo durante tutto lo svolgimento della manifestazione e spesso concomitanti, per cui è stato necessario procedere ad una mirata selezione.
Una di queste masterclass che mi ha davvero affascinato è stata la verticale che ha interessato il Brunello di Montalcino Docg di Cantina Argiano, una storica azienda questa che ha visto la luce nel 1580, ricca di dieci millesimi dal 1979 al 2018 e condotta con sapienza e competenza da parte di una qualificata pattuglia di relatori: Alessandro Rossi, Andrea Gori, Sissi Baratella, Paolo Lauciani e Riccardo Bogi, quest’ultimo direttore commerciale dell’azienda di Montalcino.
Il Brunello di Montalcino, prodotto soltanto con Sangiovese chiamato in loco “Brunello” appunto, è considerato tra le migliori espressioni di tutta la viticoltura nazionale ed è molto apprezzato anche all’estero, per le sue spiccate qualità organolettiche e per l’ampia longevità.
Annata 1979 Riserva. Uno strepitoso vino di circa 44 anni ancora pimpante, giovane e brillante, anche nel suo sintomatico colore aranciato, così rigoglioso e pieno di energia, sostenuto poi da una miriade di profumi di tanta buona frutta rossa, da echi floreali e speziati e da costumanze terziarie di liquirizia, tabacco, mandorla tosata, caffè torrefatto e catrame. Bocca paradisiaca, allegorica e maschia, che si avvale di un sorso etereo, austero, progressivamente trascinante, carnoso e materico. Trama tannica imperiale. Quando tempo può durare ancora? E’ difficile da ipotizzare, ma si sa che il Brunello possiede nel suo Dna una serbevolezza infinita. Allungo finale prosperoso e persistente.
Annata 1997. Ecco qui facciamo un salto di 18 anni per trovare ancora un millesimo giovane e performante, a cominciare da un luminoso cromatismo rosso granato concentrato. Bouquet espansivo, stratificato e coinvolgente, dal quale si sprigionano intense e poliedriche fragranze di ciliegia, ribes, uva passa, viola mammola, giaggiolo, noce moscata, chiodi di garofano, pietra focaia, cacao, cioccolato fondente e sospiri empireumatici. L’impatto del sorso sulla lingua risulta massiccio, abbondante, robusto, corposo, pervicace, asciutto, armonico ed ancora bello fresco e vivace. Tannini consenzienti. Serbevolezza ancora tutta da scoprire. Chiusura accattivante e sontuosa.
Annata 2004. Alla vista si appalesa un fulgido colore rosso granato. Ampio ed intenso il crogiolo, dal quale il naso attinge pregevoli nuances di amarena, susina nera, piccole drupe del sottobosco, fiori rossi e compositi afflati vegetali. In seguito si aspirano anche captazioni speziate di anice, zenzero e vaniglia, insieme ad umori terziari di ginepro, china, grafite e goudron. Bocca molto ricettiva, che accoglie un sorso imponente, scalpitante, vibrante, nerboruto, terroso, infiltrante, reattivo e balsamico. Ottima la spalla acida che alita tanta freschezza per tutto il cavo orale. Impalcatura tannica ottimamente cementata. Parliamone da qui ad altri dieci-quindici anni. Scatto finale epicureo.
Annata 2010. Ecco da adesso in poi vengono i millesimi più “adolescenti”, che fanno tanta tenerezza. La struttura portante di questo vino è comunque già solida ed imponente, connotata da una veste cromatica di colore granato con lampi rubineggianti. Potenziale olfattivo di ampio spettro, che evoca calibrati e trasversali profumi di marasca, mirtilli, more, violetta, eucalipto, menta piperita, timo, cannella, incenso, caucciù, canfora e scorza d’arancia. Bocca di straordinaria purezza, in cui penetra un sorso dal profilo tonico, complesso, equilibrato, rotondo, sapido e segnato poi anche da un portamento elegante. Tannini intrigantemente levigati. Longevità a lunga scadenza. Fraseggio finale estasiante.
Annata 2012 Riserva. Coreografica la livrea affastellata com’è da un colore rubino intenso che rifulge nel bicchiere. Deliziosi gli input aromatici che vanno a stuzzicare il naso, comunicando così voluttuosi svolazzi di frutta fresca della pianta e del sottobosco e variegate fantasie di iris, cardamomo, macchia mediterranea, mentolo, balsamo e sussurri di terziaria bontà. In bocca esordisce un sensitivo sorso affastellato da un’insondabile profondità ed alimentato poi da una progressione palatale tesa, ammiccante, fascinosa, equilibrata, fine, morbida e goduriosa. Trama tannica ottimamente intelaiata. Perfetta l’integrazione tra frutto e legno. Serbevolezza ad oltranza. Retroaroma lungo ed appagante.
Annata 2015. Nel bicchiere serpeggia uno sfavillante colore rosso rubineggiante, appena scalfito da lampi purpurei. Dall’ampio e pluralistico crogiolo il naso annusa eterei e conturbanti profumi di visciola, prugna, ribes, mirtilli, mora, viola ed erbe aromatiche. Costumati poi gli intensi e copiosi effluvi speziati di noce moscata, pepe nero, chiodi di garofano e zenzero, che fanno comunella con esplosivi sospiri terziari. La soglia del piacere viene oltrepassata da un sorso vibrante, avvolgente, solido, austero, profondo, raffinato, leggiadro, polposo e glicerico. Tessuto tannico sontuoso. Percezione palatale avvincente, smagliante e balsamica, che anticipa una chiusura incisiva e complessa. Siamo ancora all’inizio del percorso.
Annata 2015 Vds. Questa sigla vuol dire “Vigna del Suolo” ed identifica il primo cru di Argiano di un Brunello unico, frutto di uve raccolte nella vigna più vecchia e solo nelle migliori annate.
Alla vista si presenta per la rivista un’esemplare e folgorante tonalità di rosso fuoco. L’incipit racconta di una storia segnata da primarie percezioni olfattive di tanta buona frutta fresca, seguite subito a ruota da luccicanti reminiscenze floreali e da gioiosi sbuffi vegetali. Vibrazioni speziate e terziarie si alleano poi per completare tutto il sontuoso timbro aromatico. In bocca si dimena un sorso arrembante, serrato, avvolgente, profondo, solenne, talentuoso, strutturato, rotondo, resinoso, mentolato, balsamico, fruttato e godibilmente acido. Il tessuto tannico risulta finemente integrato. Contatto tattile decisamente emozionante, espansivo, carnoso, tensitivo e vitale. Portamento elegante e fine. Resisterà ancora per moltissimo tempo. Persistentemente edonistico il finale.
Annata 2017. Caratteristico il solare colore rosso rubino che occhieggia nel bicchiere. Intense e voluttuose le seduzioni aromatiche, ricche di una pregevole impronta olfattiva che decifra plurime connotazioni di ciliegia, prugna secca, mandorla, cassis, mirtilli, lamponi, rosa di Castiglia, genziana, salvia, cannella, pepe nero e profusioni terziarie. Sorso vivo, giovanile, goliardico, corroborante, papilloso, generoso, sapido, elegante, affascinante, caparbiamente fresco e stimolato da un’infiltrante vena mentolata. Tannini pacificatori. Puro e sostanzioso il dinamismo che sfocia in una spiccata vocazione proiettata verso un’eterna serbevolezza. Retroaroma divino.
Annata 2018. Bicchiere tinto da un colore rosso rubino, striato di giovani riflessi violacei. Complesso ed affascinante il caleidoscopio di profumi che attaccano le narici, provvedendo a trasmettere umori di amarena, arancia rossa, gelso nero, ribes rosso, carruba, tamarindo, cadenze di macchia mediterranea e refoli iodati portati sulle colline di Montalcino sulle ali di una brezza che viene dal mar Tirreno. Folta la speziatura, che si esalta insieme con articolate note terziarie. Palato ospitale, che accoglie un sorso sacrale, convincente, elegante, succoso, contrastato e morbido. Finezza tannica ottimamente cesellata. Il timbro ferroso riflette un portamento austero. Siamo appena al primo vagito. Ricamo finale ben delineato.
Annata 2018 Vds. Ecco qui l’ultimo millesimo di questa verticale, che conquista pienamente tutti i sensi con una pregevole performance. L’input è connotato da un cromatismo rosso vivo e lucente. Al naso salgono straordinari effluvi di frutta rossa, viola mammola, erbe aromatiche, funghi, noce moscata, vaniglia, chiodi di garofano, zenzero, incenso, tabacco, caffè, liquirizia, resina, cuoio, china e goudron. In bocca entra un sorso bene strutturato, secco, centrato, piacevole, pulito, fine, compiacente, equilibrato, tagliente, sapido, agrumato e glicerico. Palato segnato da un ritmo agile, elegante, leggiadro, raffinato, affabulatore, rotondo, armonico e superbo. Affinità tannica molto espressiva e stemperata. Inutile sottolineare l’ampia longevità di questo meraviglioso vino. Tratto finale estremamente persistente.
2 Commenti
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Una delle cantine forse più conosciute all’estero anche per Solengo un supertuscan creato con la consulenza di Giacomo Tachis dalla contessa Noemia Cinzano Marone ex moglie dell’ex propietario Gelasio Caetani Lovatelli D’Aragona spesso definito il dandy del vino ma per me che indegnamente godo della sua amicizia semplicemente una gran bella persona troppo impegnato a vivere da non mai avuto tempo per un lavoro stabile.Questo per dire che l’attuale proprietà brasiliana poco c’entra con questa bella verticale dove purtroppo manca la 2016 per me una delle migliori del nuovo secolo.Chiudo con le mie congratulazioni e complimenti al dottor Malgi che come i gradi giocatori solo alla fine cala gli assi migliori.FRANCESCO
Grande Francesco, finissimo conoscitore e sempre addentro alle “cose” delle aziende di tutta la viticoltura italiana e non solo. Un grande mondo questo, che ha estremo bisogno di persone competenti e comunque non ostentative. Grazie.