Paestum, il ristorante Acquablu – Lido Nettuno e la cucina di Vittorio Celentano
Via Laura Mare, 53
Tel. 0828.720009
Capaccio-Paestum
Chiuso mercoledì
www.nettunobeachpaestum.it
La provincia di Salerno ha 150 chilometri di costa, e che costa: da Positano sino a Sapri. Ma i posti dove poter mangiare bene in riva al mare non sono più di una ventina, tra cui questo: siamo a due passi dai templi di Paestum, letteralmente in riva al mare con una bella spiaggia sorvegliata dalla pineta mediterranea, ai fornelli di questo storico stabilimento balneare ci sta un ragazzo talentuoso e ricco di entusiasmo, espressione della nouvelle vague giovanile campana: Vittorio Celentano.
Già da alcuni anni il locale è stato ripreso dalla famiglia Capo che lo creò nel 1966: buona hotellerie, begli ambienti. Uno spazio da vivere tutta la giornata d’estate e, nel resto dell’anno, con un ristorante sempre in funzione nel quale la materia prima gioca un ruolo principale visto la ricchezza della Piana del Sele che gode di mare, agricoltura di qualità e biodiversità del Cilento.
Lo stile della cucina è essenziale e divertito. Ci sono bei guizzi nella presentazione, il piatto è facilmente leggibile per tutti i palati.
C’è una buona cura dei particolari, resa possibile anche degli spazi razionali con cui è organizzata la moderna cucina. Dunque pani, conserve, affumicature, dolci: tutto fatto in proprio.
La materia prima del mare si presenta bene negli antipasti freddi e caldi, con ottimi accostamenti.
L’attenzione ai prodotti la si vede anche in questo accostamento, in cui viene sfrutata al meglio la melanzana rossa di Rotonda che allunga e impreziosisce il classico fish e chips.
Buoni e golosi i due primi, con delicati giochi di consistenza e utilizzo non scontato degli ingredienti.
Il locale è anche pizzeria, ben eseguita anche se un po’ più “panosa” rispetto a quella classica napoletana.
Formidabile la batteria finale dei dolci, mai stucchevoli e non zuccherini, pensati anche come finale di alleggerimento. Meriterebbe una cena a parte per la varietà e profondità di proposta.
Insomma, un posto easy dove ci si imbatte in una proposta gastronomica non scontata, ricca di spunti e, soprattutto, molto promettente perché le premesse per fare strada e farsi conoscere ci sono tutte: ambiente, luogo, cucina, tradizione imprenditoriale.
Per chiudere, buona carta dei vini di territorio, noi abbiamo scelto il Fiano di Peppino Pagano.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
interessante da provare.ma la pizza è degna del gambero rosso???
Ricordo l’inizio di questo storico lido in località Laura:ero pocopiù che adolescente e “don Lucio” muoveva i primi passi proponendo ai clienti (anno 1965) peperone imbottito,pomodori imbottiti con riso e telline (pescate davanti al lido) il cefalo della foce del Sele e le mozzarelle del caseificio Di Lascio sulla statale Tirrenia.Mi ha fatto piacere leggere di queste novità.e sarò lì presto.Nel frattempo tanti auguri e complimenti alla famiglia Capo.