Osteria Diabasis ad Ascea, lagane, scauratielli e il babà di Donna Eugenia
di Marco Galetti
Osteria Diabasis, esterno, calar del giorno, al calar della vacanza cilentana, l’arrivederci con gli amici
Osteria Diabasis, indoor, una delle salette, per serate conviviali
Le Osterie di paese, posti della sopravvivenza e sopravvivenza stessa dei posti in cui si trovano.
Molto probabilmente sono stato fortunato io che la prima volta ho potuto dire: mi manda Picone, anzi, ancora meglio, c’era Picone al mio tavolo, ma qui mi sembra davvero di stare tra amici, il trattamento di favore è nel senso di vicinanza, per evitare equivoci segnalo ai naviganti che ho pagato il mio conto e che i piatti sono gli stessi per tutti, la cucina è casalinga senza pretese ma senza discese, certezze cilentane, pentole che bollono dalla mattina, verdure mondate e preparate, il piatto del giorno… proprio come succede al Nord nelle trattorie serie che mettono il sorriso, sembra incredibile ma non è una battuta.
Osteria Diabasis, fiori di zucca, il bollente benvenuto
Osteria Diabasis, tranci d’apertura, notevoli, mi riprometto sempre di dedicare una serata alle pizze, poi mi dicono: stasera ci sono lagane&ceci…
Osteria Diabasis, melanzane, pomodori e origano, semplicità, profumi di fine estate impreziositi dall’origano, con un po’ di pane una cena da signori, ma oggi è festa come quasi sempre in Cilento e allora, fagiolini, verdure nel coccio, crocchette di patate e un piatto dell’antica tradizione cilentana, biete e patate lesse saltate in padella con olio d’oliva
Osteria Diabasis, verdure nel coccio
Osteria Diabasis, crocchette di patate, con pochissimo formaggio all’interno, così, l’unico che davvero avrebbe potuto insidiarmele, mi ha lasciato assaggio libero, mi sono sentito come Fantozzi con le polpette…
Osteria Diabasis, fusilli cilentani al ragù…
…di capra, piatto certificato da Vittorio Sgarbi in persona che, dopo aver detto che l’enogastronomia è l’ottava arte, salendo di un ottava ha affermato, capra chi non ha mai provato un piatto simile
Osteria Diabasis, il tagliere dei formaggi, volendo anche quello dei salumi che in questa osteria vengono consigliati e poi supervisionati da una persona speciale, persona che in questo campo ha voce in capitolo, apro un capitolo dichiarando spudoratamente di utilizzare un post pubblico per ringraziamenti privati, lui capirà.
Ascea, la Torre di Velia, il giorno…
…e la notte
Bisogna cogliere l’attimo per scattare la foto con i lampi…
Il piatto della gioia, lampi di gioia, ma per gioire, bisogna cogliere l’attimo, oggi le lagane&ceci erano in carta e io c’ero… altri, inesperti, non hanno capito, io ho parlato chiaro dall’inizio, una porzione, solo per me, non concedo assaggi, se volete ordinatene un paio di piatti da dividere…
Babà di Donna Eugenia
Babà di Donna Eugenia, dettaglio significativo, significativo il fatto che un’ospite di riguardo si sia presentata ai saluti di fine estate, nonché all’arrivederci all’amico milanese con un piatto casalingo e sbalorditivo, non ho esagerato solo perché le lagane sono un piatto impegnativo e anche mia zia Nellina, l’anima del Diabasis, mi ha voluto salutare, di cuore, con un altro dolce del cuore, gli scauratielli…
Osteria Diabasis, scauratielli, non sono preparazioni quotidiane, magari provando a dire che siete milanesi, desiderosi di conoscere persone, tradizioni e piatti di un territorio che per voi era quasi sconosciuto sulla carta geografica, figuriamoci nella realtà, magari, dicevo, vi prenderanno in simpatia e la saudade del Cilento colpirà anche voi…
Osteria Diabasis
Via XXIV Maggio
Ascea SA
10 Commenti
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Arrivederci a presto nel Cilento. Intanto mi godo lo scambio di territorio. Tutto sommato pure senza mare Milano sui navigli non è malvagio
Grazie Marco per il bell’articolo. Come ti ho già accennato, ho provato due volte l’osteria (da semplice avventore), bel posto e buona qualità delle materie prime. Però non posso negare che qualcosa non funziona, i tempi sono spesso un pò troppo lunghi, della serie chi mangia e chi aspetta, e in un paio di occasioni cotture non proprio azzeccate. Però gran bel posto da riprovare.
Non c’è due senza tre, speriamo ci sia una terza volta in cui riusciamo ad essere più precisi nelle tempistiche e nelle cotture.
L’impegno c’è tutto.
Annagrazia Mautone
Ciao Antonio, grazie per il tuo contributo, noi abbiamo fatto serata lunga e quindi non ho potuto percepire quel che mi dici circa i tempi d’attesa, sono contento tu abbia riscontrato una buona qualità delle materie prime.
L’emozione di un milanese non ha voce, ma deve trovare tastiera, per dichiarare che anche solo per le Lagane fatte a mano con farine di grani antichi del Cilento e ceci di Cicerale (presidio slow food) sarei uscito soddisfatto… spero mia “zia” possa trovare modo per rimediare alle imperfezioni da te riscontrate per far sì che emerga ancor di più quel che c’è di buono (che è molto) sia per il locale e il suo futuro che per il territorio circostante.
Ringraziamo infinitamente il Dottor Galetti per quanto scritto.
Consci di avere ancora tanta strada da fare, garantiamo sempre impegno massimo e umiltà.
Grazie ancora
Annagrazia Mautone
Daccordissimo su lagane e ceci che anche loro sprizzano gioia al solo pensiero di essere galettate.Davvero non esagero se affermo che da certe foto si può davvero arrivare al piacere dell’assaggio.Permettetemi di aggiungere però che il vero capolavoro è il babà di Donna Eugenia.Al confronto la leggerezza della nuvola di Fuksas viene oscurata alla grande.PS.Siamo nel Cilento e volenti o nolenti bisogna sempre fare i conti con tempi un po’ lenti sopratutto a fine estate che per tutti sta finendo ma non al Porto del Fico e qui lo ribadisco e dico:un bagno in pieno autunno ,corroborato dal calore che gli scogli hanno inglobsto anche oggi un’altro bagno ho rubato pur vivendo un periodo un po’ travagliato con tanto stress accumulato.FM.
Sono molto contento del contributo di Antonio, in Osteria ne faranno tesoro, credo che la gestione familiare possa concedere qualcosa soprattutto sotto assalto estivo, ma credo anche che la passione che muove i titolari li porterà a migliorarsi ulteriormente… sarà sufficiente una focaccia calda a spicchi o una rossa appena sfornata per agevolare sia l’attesa del viandante sia la cucina che non può operare al meglio se i flussi sono concentrati in un breve lasso di tempo, quindi Osti in bocca al lupo e alla volpe.
@Mondelli, i miei primi scauratielli li ho assaggiati da te, grazie, BABÀ TOP concordo.
Io….cero…..nel senso che ho acceso un cero a San Gennaro per ringraziarlo di aver assaggiato un goccio di passito prima che finisse…
Ti credo Marco.Infatti nel post non c’è ombra di bevande.Qualcuno le avrà fatte sparire senza dare neppure il tempo di fotografare.In quanto ad assaggiare con la scusa che uno poi dopo deve guidare sicuramente col contagocce si sono “prodigati” a versare e inoltre tirano in ballo il fatto che col caldo i vini non si possono trasportare salvo poi stappare stappare stappare appena uno si avvia a prendere un treno che a Milano lo farà rientrare.FM
Racconto un aneddoto, contrario ai principi di ospitalità Cilentana finora riscontrati: c’è un animaletto furbo che dorme con la chiave della cantina attaccata al collo…