Orta San Giulio (NO). Hotel ristorante Villa Crespi con le magie di Antonino Cannavacciuolo


L'esterno

di Enrico Malgi

L’affascinante location si trova in un’altra provincia e in un’altra regione, a pochi chilometri di distanza però, tanto che Antonino Cannavacciuolo e Ilario Vinciguerra col loro compasso possono scavalcare il lago Maggiore e darsi la mano a cavallo dei lacustri Varese e Orta. Maledetta neve che ci accompagna per tutto il percorso sull’autostrada. Il mio autista, Biagio Ciano, procede con molta cautela e attenzione. Usciamo ad Arona e ci addentriamo lungo la statale. Dopo pochi minuti ecco apparire il lago d’Orta. Vuoi vedere che la neve che si è parzialmente sciolta ha “’nfuso là ‘nterra”, come dice Nicola in “Chi è cchiu felice ‘e me” di eduardiana memoria? Può essere… Tutto ad un tratto ci troviamo davanti ad una gigantesca costruzione in stile moresco, con tanto di minareto. Leggiamo l’iscrizione all’ingresso: “Villa Crespi”, ecco siamo proprio arrivati al due stelle Michelin, 18,5 per l’Espresso.


Adesso il cielo non vomita più neve. Ma tant’è. Dentro il maniero si respira un’atmosfera calda e protettiva. Ci accolgono Silvia Ferrari, Roberta Biemmi e Stefania Siani. Ci fanno accomodare nella sala gialla, ove un profondo camino spalanca la sua enorme bocca e sembra in attesa di ingoiare tutto l’ambiente. Qui troviamo ad attenderci il maitre Paolo Ciaramitaro, con i suoi collaboratori Romina Spagnoletti e Edoardo Banguera e il sommelier Matteo Pastrello. Appena seduti al tavolo, improvvisamente, appare alle nostre spalle, con la sua mole imponente, lo chef in persona: Antonino Cannavacciuolo.

Lo chef Antonino Cannavacciuolo

“La mia filosofia di cucina è quella di estrapolare l’anima e le emozioni di un prodotto, lasciando che esprima se stesso senza veli. Credere in tutto quello che faccio è il mio motto che dà forza e sicurezza alla mia ricerca e al mio cammino culinario in continua evoluzione”. Davvero un personaggio straordinario, affiancato dalla bravissima moglie Cinzia Primatesta e dall’aiuto Fabrizio Tesse.

Per ouverture ostrica, caviale e champagne e poi si comincia con i dishes.

Ostrica caviale e champagne

Cubo di vitella di “Boves”, caviale, salsa di ostrica, gremolada e cipolla rossa marinata.

Cubo di vitella di "Boves"


Prima sensazione edonistica, con un superbo piatto che stuzzica il palato. Seconda portata: Fegato grasso d’oca marinato agli agrumi, zuppetta d’uva bianca, gamberi di Sicilia. Il dolciastro del fegato e dei gamberi viene stemperato in modo sublime dagli agrumi.

Fegato grasso d'oca

Continuiamo senza fermarci. Spiedino di scampi, fasolari, lardo di conca, brodo di funghi porcini. Sento salire la salivazione all’ultimo grado.

Spiedino di scampi, fasolari, lardo di conca, brodo di funghi porcini

Lumache gratinate alle erbe, funghi porcini, crema inglese all’aglio dolce.
Zuppetta di topinambur, cappelletti di gallina bianca di Saluzzo, zabaione al parmigiano e tartufo.

Zuppetta di topinambur

Antonino mi guarda e aspetta il mio giudizio: troppo buono! Gnocchetti di baccalà, alghe marine, tartufi di mare. Una concentrazione di sapori ineguagliabile.

Gnocchetti di baccalà

Linguine di Gragnano con calamaretti spillo, salsa al pane di Fobello. Uno dei must di Cannavacciuolo, per cui è diventato famoso. Spezzatino di pesce, crema tiepida di zucchine alla scapece, schiuma all’acqua di mare. Un piatto ruffiano e mediterraneo.

Spezzatino di pesce, crema tiepida di zucchine alla scapece, schiuma all'acqua di mare

Piccione in “Càsoeula”, fegato grasso d’oca, polpettine di grano saraceno. Non credo che in Francia sappiano fare di meglio. Per me il piatto migliore in un contesto grandioso! Dopo tutto questo ecco i dolci: Cannolo di ananas, cioccolato bianco, frutta e passione. E poi Cremoso di cioccolato affumicato, crema gelata al pepe di Szechuan, composta al mango. Una goduria senza fine.

Cremoso di cioccolato

Per finire, un carrello di formaggi strepitoso e un caffè superlativo. Questo menù degustazione chiamato “Fuori Pista” e composto da dieci assaggi (a noi ne sono stati serviti di più, però) costa 135,00 euro vini esclusi. Si vive, però, una sensazione unica, che rappresenta una botta di vita. E’ una perfetta esecuzione di Paganini, con la differenza che qui è d’obbligo ripetersi e ritornare.
Usciamo dopo sei ore e lancio lì una battuta: allora la terza stella è vicina? Non occorre risposta, basta guardare il cielo. E poi, siamo già a Natale! E che vuoi più dalla vita?

Enrico Malgi con lo chef Antonino Cannavacciuolo

A completamento, ecco qui la lista completa dei vini degustati in perfetto abbinamento: Champagne Gosset Grande Reserve, Arneis Sololuna 2009 Azienda Agricola Pescaja, Gewurztraminer 2000 Vendages Tardives Maison Trimbach, Sauvignon Conte delle Vipera 2006 Castello della Sala Marchesi Antinori, Chateau Le Chec Blanc 2003 Semillon Graves, Nebbiolo Lessona rosato Rosa del Rosa 2009 Proprietà Sperino, Barbera d’Asti La Bognona 2001 Casa Scarpa, Sherry Pedro Ximenez Solera  Alvear 1927.

Hotel Ristorante Villa Crespi – Via G.Fava,18 – 28016 Orta San Giulio (NO) – Tel. +39 0322 911902 – Fax +039 0322 911919 – Cellulare +39 334 6052912 – [email protected]www.villacrespi.it – Chiuso il lunedì e martedì a pranzo.

21 Commenti

  1. U mamma………piccoli Maffi crescono……..Siete riusciti a far cambiare idea anche a un moderato consumatore di cibi e bevande come Enrico che vanta una girovita invidiabile………ben 7 vini degustati e 6 ore di pranzo………statt accort Enrì che se continui così fai la pancia di Maffi(la mia si nutre quasi solo di cibi suinosi)…….. :-))))))))))))))))))))))))))))))
    p.s. Scherzi a part e gran bel racconto anche se i piatti non sono affini al sottoscritto(troppe ostriche,caviale,fegato grasso…) e il piatto a base di lumache grida vendetta…….povere chioccioline…….

    1. Lello quello s’è scordato pure il nome suo perchè quando esce di casa acquista tutta un’altra identità e, a furia di andare in incognito, ha dovuto assumere un autista per farsi riportare a casa (nel Cilento appunto).

  2. Non credo lo abbia passato il Pigna visto il cognome dell’autista…..Ciano…….di mussoliniana memoria……. : -)

  3. Così come lo descrive l’autore del post, in modo poetico e coreografico, il luogo già di per sè magico assume un aurea incantata…e tutto quel ben di Dio…VOGLIO VENIRE ANCH’IO!!! Complimenti allo chef per la preparazione di quei piatti così pittorescamente preparati e sicuramente buonissimi; per la location non ho parole: è un incanto. I miei più vivi complimenti a chi ha vissuto dal vivo tale esperienza e l’ha resa quasi tangibile a noi che leggiamo.

    1. comunque carlo ,e lo dico con le faccine sia chiaro ,se proprio vogliamo il nome del lavapiatti si puo’ equiparare a quando si dice : nota negativa ? la sedia scomoda . e cito uno che mi sta simpatico . figurati gli altri :-)

        1. Darei però merito alla citazione della presenza “dell’Aiuto…” Fabrizio Tesse, cosa che non sempre avviene quando si parla di questo luogo ;-)) anche se in magretto, comunque per una volta non dimenticato.

  4. si Carlo, e anche che Malgi si sia interessato nuovamente a chef del nord dopo l’eccellente “servizio” a Vinciguerra…

    1. Vinciguerra e Cannavacciuolo sono i rappresentanti di una cucina nordica che schianterà lo strapotere culinario dei campani. Fossi Bossi ne sarei molto fiero.

      1. La depedance albese confermerebbe questa tesi, il fenomeno s’ingrossa , il pubblico capisce e gradisce, la critica segue, purchè questa cucina nordica non si chiuda in se stessa, convinta che tutto debba stare tra il Lago d’Orta e il Lago di Varese. Voglio dire, esistono anche altri orizzonti, il Lago Maggiore e la Valsesia ad esempio

  5. Tra il viaggio di ritorno e problemi al pc che ancora fa le bizze, solo adesso riesco a connettermi e vedo che c’è molta carne a fuoco. E’ d’obbligo, quindi, rispondere agli amici intervenuti.
    @Marco, vedi che ho mangiato in modo sublime e per una volta tanto non ho badato alla mia linea, perché non si poteva assolutamente rinunciare a tutto quel ben di Dio, come giustamente afferma Daniela.
    @Lello, purtroppo tra gli otto vini degustati non c’era neppure uno cilentano, ma nemmeno uno irpino, nonostante Antonino, che mi ha fatto visitare la sua bella cantina, ne tenesse alcune bottiglie in bella mostra. Tra gli altri ho apprezzato in modo particolare il Gewurztraminer di Trimbach, semplicemente favoloso, vero Roberto? Per quanto riguarda l’autista (e qui rispondo anche alla magnifica e splendida Alba) me lo sono pagato da me. Ma stando al risultato finale, ne valeva la pena sicuramente.
    @Carlo e Giancarlo, vi dico che la sedia era comodissima ed il servizio impeccabile. Mi sono permesso di citare tutto lo staff, perchè sono rimasto affascinato dalla preparazione e valentia di tutti i componenti. Mai vista tanta professionalità, ve lo assicuro. D’altra parte, credo che tu Giancarlo hai già potuto sperimentare tutto questo, vero?
    @GdF ci tenevo molto a visitare Villa Crespi, dopo essere stato da Vinciguerra (il quale sta per aprire un ristorante più grande proprio a Gallarate), per molti motivi. Primo, perché la loro cucina e abbastanza simile e consiste in una sorta di contaminazione tra alimenti campani e locali, che apporta una gradevole sensazione gustativa. Secondo, perché sono due chef campani trapiantati al nord che si stanno facendo molto onore e rappresentano la parte buona, operosa, propositiva e fantasiosa del popolo napoletano. E, secondo me, sono destinati a migliorarsi sempre di più in avvenire, in quanto ancora molto giovani. Poi, sono molto legati tra di loro, sono veri amici. Sono umili, schietti, spiritosi e fisicamente molto simili. Ho avuto modo di stare insieme con loro per un’altra serata e ti posso assicurare che, nonostante i loro impegni, sono stati disponibili al massimo e partecipativi. Un’ultima cosa ancora caro Roberto: sono stato a visitare anche qualche ristorante in prossimità della Valsesia e del lago Maggiore, come da te auspicato, Poi ne parleremo. Abbracci.

  6. Leggendo il post di mio padre, credetemi, non traspare tanto l’entusiamo con cui ha abbracciato questa chiamamola ” missione culinaria “. E’ stato contentissimo di recarsi in questo posto incantato e di conoscere uno chef che se pur di tanta fama si è dimostrato molto disponibile e affabile. Sono sicura che mio padre citando i nomi dello staff di Villa Crespi, abbia voluto ringraziarli e dare loro merito della propria professionalità. Complimenti papà e continua così…

    1. Maria stai tranquilla che tuo padre è di una trasparenza cristallina ed ha tante altri doti che comunica in maniera tenera e professionale insieme. Non ti ingelosire se qualche vota scherziamo con lui con la familiarità che giustamente spetterebbe solo a te ma evidentemente ci piace tanto quando ci fa la paternale.
      Ps. … e faglielo usare ogni tanto questo computer….

  7. Bella di papà, grazie del tuo commento. Hai proprio azzeccato quello che volevo dire. E grazie anche a te Alba per le tue belle parole. Sei una donna speciale. E, vito che ci troviamo, grazie anche al’autista… Abbracci.

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