Orgoglio italiano: I sette Negroni…capitali
di Marco Milano
Il tricolore sul tetto più alto dell’Europa del calcio riporta ogni italiano a esibire con orgoglio il passaporto partorito nella terra dello Stivale. E se il vessillo vale per ogni settore, ancor di più lo è nel mondo dei cocktail, dove l’italiano per eccellenza è il Negroni, che dopo i suoi primi cento anni, nelle sue “varianti” ben più gradevoli di quelle che stanno angosciando la popolazione, può vantarne almeno sette. Sette come i peccati capitali, sette come le meraviglie del mondo, ma anche sette come i nani, strenui difensori della regina delle fiabe, Biancaneve. E in questa ideale rassegna di magnifici sette, proprio come i re di Roma, caput mundi, si parte, of course, dall’originale since 1919, quello che il conte Camillo Negroni, nobile fiorentino e giramondo, di ritorno nella patria natìa e annoiato dai cocktail dell’epoca, inventò di fatto al Caffè Casoni, chiedendo ad un giovane barista, Fosco Scarselli di preparare quella magica mistura composta da un terzo di Campari, e pari quantità di vermouth e di gin, creando di fatto un cocktail italiano e scalzando l’“Americano” tanto in voga. Nell’ideale formazione dei “Sette Negroni capitali”, poi, non può mancare il “Negroni sbagliato” con il prosecco al posto del gin e il “Negroski” che prevede, invece, che a sostituire il gin sia la vodka. Made in Italy, ed in particolare delle grandi metropoli degli aperitivi, Torino e Milano è il Grand Negroni, che come evocato dal nome apre le porte al Grand Marnier sempre a rimpiazzare il “titolare” gin. Nasce sotto l’egida di Roma e dell’Hotel Excelsior, settant’anni orsono, poi, il “Negroni del Cardinale”, dove il turnover coinvolge, invece, il vermouth, che dall’originale rosso dispone il cambio con il dry.
A sventolare con forza e orgoglio il tricolore è “Negroni italianissimo” con il Punt e Mes a svolgere il ruolo del vermouth. Last but not least la settima meraviglia del mondo dei Negroni è, ovviamente, in onore dell’Italia campione d’Europa e del colore della sua onorata casacca, il “Negroni azzurrissimo”, rappresentato dal Blue Curacao a prendere le redini e far compagnia a gin e vermouth con il Campari fermo per un giro. Per tutti come “recipiente” vale sempre la regola di un bicchiere old fashioned (o tumbler basso) con ghiaccio guarnito con una piccola buccia d’arancio, nel quale versare il risultato della ricetta preparato in un mixing glass, anche se in realtà il Conte Negroni amava sorseggiare utilizzando un ben diverso calice “cordiale”.
Negroni originale since 1919:
3 cl. Campari
3 cl. vermouth rosso
3 cl. Gin
ghiaccio
mezza fetta d’arancia
Versare in un mixing glass le tre parti uguali, mescolare con un cucchiaio da bar, servire nel bicchiere con ghiaccio e guarnire con la mezza fetta d’arancia.