Opificio Botanico di Pozzovetere: i liquori di Caserta
Opificio Botanico, Pozzovetere – Caserta
Via Traversa della Fonte
Telefono: 0823 131 0349
di Antonella Amodio
Situato tra la Reggia di Caserta e il borgo di Casertavecchia, l’Opificio Botanico di Pozzovetere è una realtà affascinante della Campania, dove la natura generosa regala un patrimonio naturale unico. Questa area, immersa nei Monti Tifatini a un’altitudine di 340 metri sul livello del mare, è il luogo ideale per la coltivazione di piante aromatiche e botaniche, da sempre parte della tradizione locale.
Le colline che circondano Pozzovetere sono un vero e proprio scrigno di biodiversità, con distese di foglie di mirto, finocchio selvatico, mentuccia, ortica, genziana, radici, bacche e piante di alloro che crescono rigogliose tra erbe spontanee e selvatiche, un paradiso naturale dove è indicato fare foraging, per riscoprire con cestino alla mano, tradizioni centenarie legate all’impiego in cucina e in medicina delle erbe. Le origini storiche del paese di Pozzovetere non sono ancora definite con precisione, ma si presume che già nel 438 d.C. esistesse una comunità. Il paesaggio è caratterizzato da tanto verde, orti, prati, boschi e antiche sorgenti d’acqua, rendendo questa località un paradiso per gli amanti della natura, con l’aria pura e fresca di profumi delle piante aromatiche e il suono del canto degli uccelli.
È nel cuore di questo ecosistema rigoglioso che la famiglia Giannini, composta dai fratelli Oreste e Mauro, ha deciso di far fiorire il loro progetto di Opificio Botanico nel 2022. I Giannini non sono estranei al settore agroalimentare; sono anche titolari dell’Enoteca Il Torchio, dove la passione per i prodotti locali si fonde con la tradizione vitivinicola. Hanno ereditato una proprietà di 7 ettari che racchiude il loro “giardino nascosto”, un luogo segreto dove la natura è curata con dedizione e rispetto.
Il progetto ha preso forma grazie all’incontro con Alessandro Matarazzi, un alchimista che ha dedicato la sua vita all’arte delle infusioni e delle distillazioni. La storia di Alessandro inizia con il nonno che realizzava liquori in casa e prosegue con il papà che nel 1969 apre il primo opificio: “La Fonte di Matarazzi Serafino”. Ed è proprio qui che Alessandro apprende i segreti del mestiere. Alla morte del padre, riceve in lascito una gran quantità di brandy del 1969 rimasto ben 48 anni nelle botti di rovere di Slavonia, un tesoro che testimonia la tradizione famigliare e che reca la firma d’autore a quasi tutte le produzioni. Insieme, la famiglia Giannini e Alessandro Matarazzi hanno unito le loro forze, dando vita all’Opificio Botanico, dove ogni pianta viene valorizzata per le sue proprietà aromatiche.
Sotto il marchio Opificio Botanico, sono nate alcune creazioni sorprendenti. Tra queste spicca Matto, un amaro ottenuto con foglie di mirto, alloro, rosmarino, noci, arance del Vesuvio, limone di Sorrento, genziana e rabarbaro cinese, macerati per 4 mesi con il brandy del 1969. C’è poi Bagatto, un bitter essenziale che Alessandro ha prodotto giocando su toni amaricanti grazie a una macerazione lenta con un mix di botaniche e arance del Vesuvio.
Il Sancio, un vermut rosso ottenuto da vino Pallagrello bianco e Pallagrello rosso, unito all’infusione del brandy di assenzio, foglie di mirto, alloro, coriandolo, cardamomo, chiodi di garofano e genziana. Infine, non si può non menzionare il Gardener’s House London Dry Gin, dedicato a Gradfer, il giardiniere del Giardino Inglese della Reggia di Caserta. Ottenuto attraverso la distillazione a bagnomaria discontinuo di ginepro, foglie spontanee di mirto, alloro e cardamomo, è un altro rappresentante del territorio di Caserta, non solo per le materie prime impiegate, ma anche come legame alla storia della città vanvitelliana. La Papessa, invece, è l’ultima creatura nata in casa Opificio Botanico e vede la macerazione di amarene e di ciliegie marascate.
Le etichette e la linea produttiva dell’Opificio Botanico si rifanno ai tarocchi, un richiamo evocativo alla tradizione e alla simbologia dei tarocchi stessi. Ogni prodotto racconta una storia attraverso le immagini e i simboli delle bottiglie, trasformando ogni sorso in un’esperienza magica e enigmatica, e offrendo anche un’affascinante connessione tra il mondo botanico e quello esoterico. La produzione totale si aggira sulle 10.000 bottiglie e parte di esse sono esportate negli U.S.A.
L’Opificio Botanico è un’officina artigianale dove tutto viene lavorato a mano e la selezione delle erbe botaniche avviene con un controllo di foglia per foglia. Nato da soli due anni, in poco tempo è riuscito a conquistare non solo una fetta di appassionati, ma anche premi e riconoscimenti in concorsi internazionali.
Grandi materie prime campane e tecnica della distillazione, sono alla base della qualità produttiva e di conseguenza del suo successo. L’Opificio è un esempio luminoso di come la tradizione, la natura e l’innovazione possano unirsi per dare vita a progetti straordinari, che offrono anche un’opportunità per scoprire e visitare un fazzoletto di terra della Campania dove ogni pianta racconta una storia e ogni prodotto è un viaggio nel tempo e nelle tradizioni.