Oleificio Mataluni, beati coloro che non hanno a che fare con le amministrazioni pubbliche
Lancerei una indagine a chi lavora in proprio e a chi fa impresa: all’economia costa di più la delinquenza organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta) o la pessima qualità dell’amministrazione pubblica in cui le eccezioni purtroppo sono tali a confermare la regola? Raccontando il mondo del vino e rurale, con il passare degli anni, mi sono reso conto che, a differenza di quanto si possa pensare fuori dal Sud, tutti i problemi più seri, gli ostacoli più invalicabili, i freni, il boicotaggio, spesso vengono da sindaci e amministratori pubblici. Una casta di piccoli mandarini, a volte nullafacenti e senza mestiere, che frena l’economia.
E questa storia lo racconta.
Pochi sanno che a Montesarchio, in provincia di Benevento, vicino alle Forche Caudine per chi ha studiato, c’è uno dei più grandi oleifici europeo diretto da Biagio Mataluni. Tra i marchi acquisiti, Dante Topazio, Oio, Minerva e tanti altri. Con un fatturato 2010 di 240 milioni di euro, circa 200 dipendenti ed un prestigioso Centro di ricerca, l’industria Mataluni è tra le più importanti aziende europee nel settore oleario. Il 2011 è stato un anno importante per il gruppo sannita che ha stretto anche un accordo storico con la Nippon Food, uno dei più grandi canali giapponesi di distribuzione.
Ecco voi cosa pensate abbia fatto l’amministrazione per favorire la crescita di questa realtà?
Leggete l’articolo pubblicato in cronaca di Benevento del Mattino e vi farete una idea. Ogni commento è superfluo
Montesarchio. Nuovi problemi giudiziari per Antonio Izzo, il sindaco di Montesarchio. Il primo cittadino è stato indagato per calunnia per una vicenda di lettere anonime inviate, secondo quanto avrebbe accertato il magistrato, per danneggiare il gruppo Mataluni, la società olearia più grande d’Europa. Il pubblico ministero della Procura di Benevento Giammarino ha inviato al sindaco l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con il quale Izzo viene invitato a prendere visione della documentazione depositata e a presentare, eventualmente, nel termine di venti giorni, memorie difensive o chiedere il compimento di atti di indagine. Secondo quanto accertato dal magistrato, Izzo è indagato di calunnia perchè «con una denuncia anonima inviata alla Procura di Benevento, a quella di Napoli e a numerosi altri soggetti istituzionali, incolpava il rappresentante legale delle società del gruppo Mataluni, Biagio Mataluni che sapeva innocente, di numerosi reati».
Le lettere anonime sarebbero state inviate, nel mese di giugno dello scorso anno, anche alla Regione Campania, all’Arpac, al Ministero delle Finanze, al ministero delle Politiche Agricole, alla commissione della Comunità Europea, alla Banca d’Italia, ai Carabinieri di Montesarchio, alla Guardia di Finanza di Benevento, l’ispettorato del lavoro, al Banco di Napoli, Bnl, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Banca Popolare di Novara, Cariparma.
Nelle missive sarebbero stati indicati numerosi presunti reati commessi dal gruppo Mataluni per ottenere mutui dalle banche, finanziamenti dalla Regione per assumere dipendenti, dichiarazioni Iva di imposte dirette fraudolente.
Il magistrato, in questi sei mesi, ha verificato le ipotesi indicate nelle lettere anonime e ha accertato che il Gruppo Mataluni ha sempre operato in maniera regolare. Il pubblico ministero, con minuziose investigazioni presso gli uffici postali dai quali sono partite le lettere, sarebbe poi risalito al sindaco Izzo ritenuto l’autore delle missive anonime e, in base alle sue valutazioni, ha iscritto il primo cittadino nel registro degli indagati per calunnia.
Le lettere anonime inviate agli istituti credito e agli enti pubblici avrebbero potuto provocare, nei mesi successivi, dei problemi al gruppo Mataluni che era impegnato in grosse operazioni di espansione sul mercato internazionale.
re.be.. Il Mattino del 14 grnnaio 2012.
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
E’ uno scandalo e spiega. Ancora una volta che qui’ solo la camorra può avere anche fare la pubblica amministrazione
sconcertato. Ciao lido
cose purtroppo già viste e che sempre si vedranno, questa gente parassitaria è stata evidentemente messa alla porta ed è questo il modo in cui si vendicano, il problema è che per una storia che si chiude con l’inquisizione di chi denuncia falsamente, mille storie si concludono con la persecuzione giudiziaria del denunciato che magari per qualche virgola fuori posto si ritrova a passare dei guai.