Nutella Biscuits: al di là di polemiche e presunte lotte tra marchi, che sapore hanno?
Nutella Biscuits
di Bruna Sapere
I Nutella Biscuits sono stati lanciati dalla Ferrero con un investimento di oltre 120 milioni e 150 nuove assunzioni a Balvano, in Basilicata, dopo 10 anni di test. Con il suo nuovo prodotto, la Ferrero punta al primato sul mercato dei biscotti, sfidando i più noti griffati Mulino Bianco e Pavesi, entrambi a marchio Barilla.
Ora, tralasciamo la lotta Ferrero-Barilla, alimentata dalla notizia, risalente ad un anno fa, del lancio di questi nuovi frollini e la risposta piccata Barilla con l’uscita della crema spalmabile Pan di Stelle; tralasciamo pure la grande strategia di marketing utilizzata dalla Ferrero nel far desiderare fortemente un biscotto farcito, per nulla economico, grazie alla domanda di gran lunga superiore all’offerta – dovuta soprattutto dalla scarsità di quest’ultima – sebbene il prodotto non abbia nulla di innovativo.
Le bacheche di Facebook sono inondate dalle foto della confezione, esibita a mo’ di trofeo; chi non li ha acquistati ne parla comunque, chiedendo di farla finita con l’argomento. Ma, tirando le somme, come sono in realtà i nuovissimi Nutella Biscuits?
Tondi, con un cuore in rilievo e la lettera N scolpita in esso. Buoni, golosi e invogliano a non smettere. Il biscotto di pastafrolla, che in realtà è uno scrigno, è realizzato con farina di frumento e zucchero di canna, e racchiude una generosa quantità della famosissima crema spalmabile alla nocciola. Il profumo ne svela subito la presenza, ma è il morso che stupisce. L’iniziale e marcata spinta croccante piace e il contrasto con la scioglievole nota vellutata della crema appaga. La dolcezza della nutella è perfettamente bilanciata dalla rusticità del biscotto e il dolce e il sapido continuano a rincorrersi in un gioco divertente che non stanca e invita a mangiarne ancora. Si, anche stavolta la Ferrero ha fatto goal.
Confezione da 304 gr – € 2,99
Nutella Biscuits
7 Commenti
I commenti sono chiusi.
Condivido quanto letto, gli ingredienti mi lasciano alquanto perplesso:
olio di palma sia nei biscotti sia nella crema di nocciola, palmisti nei biscotti…insomma non il massimo della salubrità….
A questo punto con un buon frollino non troppo dolce e la crema Novi si ha lo stesso risultato più’ salutare ad un prezzo inferiore
Una confezione di bisquit ..Ferrero …contengono 304 gr ..x euro 2.99…costo a gr. 0,98
Una confezione di baiocchi Barilla …..contengono 260 gr…x euro 2.49…costo a gr. 0.95
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Per ciò che riguarda la lotta alla olio di palma….il motivo principale di limitarne consumo….più che il fatto che sia nocivo x la salute …vale il fatto che si è voluta evitare è la desertificazione del luogo dove queste palme crescono.
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Ho sentito molti nutrizionisti dire ..che chi evita l uso dell olio di palma nei dolciumi industriali….deve aggiungere altri additivi..per mantenerli freschi nel tempo…che non fanno di certo meno male del famigerato olio di palma.
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D’accordo su tutto con Silvana Barbieri.Spiace per gli altri ma credo che non c’è partita.Da anni Ferrero e Ferrari si contendono il primato di marchio Italiano più conosciuto al mondo:è notizia di questi giorni che la Ferrero si è attestata saldamente al primo posto.Un orgoglio italiano(uno dei pochi rimasti)che conviene tenersi stretto.FM
Contesto in TOTO il prodotto. Quella che viene definita scioglievolezza è grasso soltanto.
Il biscotto è si friabile ma di pessima qualità.
L’unica cosa sulla quale mi trovo è il suo valore che in rapporto al prezzo di vendita (10 euro circa) è di un terzo, ossia 3 euro kg.
Credo non servano altre spiegazioni.
Giustino, non ho motivato la scioglievolezza della crema, essendo Nutella – prodotto che tutti conoscono benissimo e, se pur demonizzato da ogni parte, si trova bene o male in tutte le case o quasi) – ma, resta il fatto che, una volta addentato il biscotto, la caratteristica della crema spalmabile è messa in evidenza ancora di più dal contrasto con il biscotto stesso che non è affatto friabile, ma molto croccante. L’eccessiva croccantezza, c’è da dire, che risulterebbe anche fastidiosa se il biscotto fosse privo di ripieno, invece in questo contesto aiuta ad amplificare le sensazioni legate alla crema. Che poi sia di pessima qualità, è la stessa qualità che ritroviamo nella maggior parte dei prodotti industriali.
A volte bastano, secondo me, pochi commenti per rendere un dibattito interessante:
1 opinioni “diverse” che si confrontano.
2 Se, poi, alcune opinioni escono dal conformismo dominante sui food blog italiani il dibattito è ancora più interessante: v. il commento di Silvana Barbieri sull’olio di palma.
Condivido la sua opinione e aggiungo che sull’olio di palma è stata compiuta una delle più grandi operazioni di criminalizzazione e disinformazione mediatica.
Sulle “qualità” “organolettiche” del biscotto, non avendolo mangiato, non posso esprimermi ma il confronto tra
friabilità e croccantezza della pasta frolla del biscotto mi è piaciuto perché la consistenza del cibo è un argomento che ho
approfondito molto e, secondo me, è il più importante parametro nella degustazione di un alimento.
Un piatto di patate riso e cozze con un riso scotto non è ottimo(ne ho parlato nel relativo dibattito sulla ricetta)
Una pizza “napoletana” classica “biscottata” non è un’ottima pizza napoletana(anche se sui food blog, compreso i blog napoletani, questo dato non viene rilevato.
Una bistecca troppo cotta.
Un panettone non morbido.
Un calamaro gommoso.
Una frittura di anelli di seppia gommosa.
Ecc…
Aggiungo:
1 Ci sono altri biscotti industriali di pasta frolla accompagnati da una crema.
2 La frolla può variare: da friabilissima a molto croccante: è soltanto una scelta in base al gusto personale(se ce lo facciamo) o in base ad altre considerazioni di marketing nel caso di industrie alimentari.
Sono ragionevoli le argomentazioni della Sapere ma si può, secondo me, benissimo accoppiare la nutella a un biscotto con un’altra consistenza: meno croccante e più friabile.
Sul prezzo di questi biscotti alcune considerazioni.
1 La pasta frolla è uno degli impasti di base più facili da realizzare. Più difficili sono la pasta sfoglia, pasta choux e, specialmente, gli impasti lievitati.
2 Poiché si tratta di lavorazione industriale fortemente automatizzata e con grandi volumi il prezzo dovrebbe essere più basso.
Gli ingenti investimenti in pubblicità ci dicono molte cose: anche(ma non solo) su come il “popolo” venga fortemente “influenzato”.
Non ho fatto caso al cuore in rilievo e tanto meno alla N scolpita… e ho detto tutto