Nuovo decreto sulla ristorazione, Draghi sulla linea di Conte


di Marco Contursi

L’ultimo decreto è l’ennesima beffa per la ristorazione. Vediamolo in dettaglio: dal 26 aprile per tutto maggio, in zona gialla sarà possibile pranzare e cenare, col limite del coprifuoco alle 22, ma solo in locali con tavoli all’aperto. Dal 1 giugno, nei locali con tavoli al chiuso ma solo a pranzo.

Dove sta la porcata? Semplice, migliaia di locali, soprattutto nei centri storici non hanno la possibilità di mettere tavoli all’esterno. Oltretutto la ristorazione è prevalentemente serale e mettere il coprifuoco alle 22 significa far saltare la cena, a meno che uno non abbia il ristorante sotto casa e ceni alle 19. Qualcuno dirà: ”meglio di nulla”. Eh no, basta con questa idea che 1 è meglio di 0, se quel 1farà piangere migliaia di famiglie, mentre chi l’ha pensato, si sentirà la coscienza a posto.

Nel frattempo, infatti, nulla è stato varato per alleggerire delle spese fisse i locali, a partire dai canoni di locazione, passando per le varie tasse, comunali e non, a finire alle utenze, che continuano ad essere una voce importante degli esborsi dei ristoratori, pur a locali chiusi, a cause delle folli aggiunte in bolletta, ai consumi.

Le ridicole motivazioni addotte da un senatore della maggioranza sul perché si chiuda alle 22, fanno capire come queste persone non meritino né il ruolo né lo stipendio: “A cosa serve chiudere alle 22?  E’ una misura razionale e serve a ridurre le occasioni di incontro e assembramento, a limitare il numero di persone che incontriamo durante le giornate, a contenere il numero di passeggeri nei mezzi pubblici nelle ore serali. Non è una misura adottata “senza motivo”, ma è dettata dalla ragione, dal buonsenso”. Basterebbe questo per chiedere il “Tutti a casa”.

Si badi bene, non sto a dire qui, se servano misure di contenimento più o meno dure, poiché il virus c’è ed è stupido negarlo, ma bisogna porre l’attenzione se le nuove decisioni permettano o meno ai locali di lavorare. Perché non ci si può disinteressare ancora della sorte di migliaia di aziende e quindi di famiglie. E non parlo solo dei ristoratori ma dell’intero indotto di un settore che è stato finora uno dei traini economici del paese. Fingere che i ristoranti possano lavorare, quando poi nella realtà la gran parte di loro sta chiusa, è una carognata. Deve passare una volta per tutte in Italia, che lo Stato, e non vale solo per i ristoratori ma per tutti, possa chiedere soldi, solo a chi guadagna e solo su quello che si guadagna. Punto.

Chi sta chiuso o chi guadagna appena da pagare le spese minime, NON deve cacciare un euro, altro che tassa sui rifiuti e gabelle varie. Finora ai ristoratori sono toccate solo elemosine, che non tengono minimamente conto ad esempio degli affitti, perché se diamo a un ristoratore il 5% del fatturato, non è la stessa cosa se costui ha da pagare un affitto o meno. Nel secondo caso, non gli resta di che vivere. Decine di medici, continuano a dire che il covid va gestito bene dalle prime fasi dell’infezione, spostando l’attenzione dalla medicina ospedaliera a quella di territorio. I medici di base che hanno seguito i pazienti da subito, hanno visto praticamente azzerare il numero degli ospedalizzati, ma ancora dal ministero non sono state fornite linee guida ufficiali della terapia da somministrare ai primi sintomi.

Per non parlare del potenziamento solo sulla carta dei posti ospedalieri, altrimenti non si spiegano, le code di ambulanze che la cronaca ci ha restituito. E in tutta questa inefficienza, tra gente che ha fatto miliardi, in modo più o meno lecito, grazie a forniture, mediche e non, ci sono i ristoratori e il loro indotto ( ma anche i titolari di palestre, gli impiegati del wedding, ecc..) che vedono ignobilmente calpestati i loro diritti, con la scusa di aiuti, oggettivamente inutili ai più. Tra il menefreghismo della classe politica, felice dei propri privilegi, e il disinteresse di chi ha lo stipendio assicurato e non guarda ad un centrimetro dal proprio naso. Come era la storia? “ Andrà tutto bene”?????

Andrà tutto malissimo. Anzi già ci sta andando. E quando saranno consentiti i licenziamenti e lo stop alla sospensione dei mutui, sarà disperazione totale. TOTALE.

 

Un commento

  1. La colpa e’ del popolo di pecore italiano, se nn si scende tutti in piazza a sfasciar tutto nn cambiera’ nulla manco fra cent’anni…basta parole inutili e’ ora d’agire..

I commenti sono chiusi.