Vini San Salvatore 1988 – Nuove annate
di Enrico Malgi
Sul territorio cilentano insiste un’azienda vitivinicola abbastanza giovane che produce annualmente una sfilza di venti etichette di vino tutte di ottima qualità com’è stato ampiamente dimostrato nel corso degli ultimi anni. Si tratta di San Salvatore 1988 (anno di fondazione come impresa agricola) appartenente al patròn Peppino Pagano ed alla sua famiglia di cui sono stato ospite in questi giorni, insieme ai miei due ormai inseparabili amici lombardi in giro per il Cilento e l’Irpinia, per degustare quasi la piena totalità delle bottiglie (mancano all’appello soltanto quella del Vetere Limited Edition e quella del Ceraso). Una faccenda questa impensabile appena pochi anni fa per tutto l’areale cilentano, non abituato certamente ad una produzione numerica così alta.
Si è cominciato col trittico degli spumanti Gioì metodo classico, fiore all’occhiello dell’azienda di Peppino, che riesce a riscuotere sempre grande successo.
Gioì Spumante Brut Rosé Metodo Classico 2020. Aglianico al 100% Fermentazione del vino in acciaio. Affinamento in bottiglia sui lieviti per due anni e poi ancora una sosta di tre mesi subito dopo la sboccatura. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 25,00 euro.
Alla vista risalta un brillante colore rosa pallido e tenue, che gli conferisce un certo appeal di classe. Spuma soffice e compatta. Perlage connotato da fini, continue e molteplici bollicine che danzano felici nel calice. Bouquet sontuoso ed accattivante, che mette in mostra deliziosi profumi di cassis, agrumi, boisé e glicine, intrecciati poi a sentori di pasticceria e di crosta di pane. Bocca deliziata da gradevoli note di asciuttezza, cremosità, morbidezza, sapidità, effervescenza e dinamicità. Finale persistente, sgrassante e rinfrescante. Perfetto su un risotto alle fragole e mozzarella pestana.
Gioì Spumante Rosé Brut Extreme Metodo Classico 2019. Soltanto Aglianico. Più o meno tutto uguale allo spumante precedente, a parte la durata di trentasei mesi sui lieviti che “estremizza” appunto questo spumante. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 30,00 euro.
Fulgido il colore ramato che occhieggia nel calice. Mousse coreograficamente perfetta, che sovrasta un perlage ottimamente ricamato da minuscole e pervicaci bollicine. Al naso salgono goliardiche effusioni di mela annurca, mandorla amara e piccole drupe del sottobosco. In appresso ecco emergere orgogliosi afflati di glicine, di lavanda e di spezie, insieme a gradevoli suadenze di biscotti fatti in casa. Sorso brioso, fresco, secco, succoso, goloso, sapido, setoso e glicerico. Percezione tattile elegante, raffinata, deliziosa e leggiadra. Chiusura appagante. Da preferire su un tagliere di salumi e formaggi e parmigiana di melanzane.
Gioì Spumante Rosé Dosage Zero Brut Metodo Classico 2019. Sempre e soltanto Aglianico, affinato in bottiglia per tre anni e senza aggiunta di zuccheri attraverso la liqueur d’expedition dopo la sboccatura. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 30,00 euro.
Cromatismo segnato da un luminoso colore rosato non molto carico. Coltre spumosa alta e vaporosa. Perlage perfettamente in regola, segnato com’è da piccole ed eleganti bollicine. Un sintomatico e promiscuo ventaglio di profumi si approccia alle narici, alimentando così una profondità olfattiva di estremo interesse e che coinvolge percezioni fruttate, credenziali floreali e costumanze vegetali di ottimo livello. In bocca penetra un sorso secco, acquiescente, espressivo, petillant, acido, voluttuoso, accattivante, leggiadro e giocoso. Souplesse elegante, fascinosa e sontuosa. Affondo finale epicureo. Da abbinare ad un risotto ai frutti di mare e carne bianca.
Vetere Aglianico Rosato Paestum Igp 2022. Aglianico in purezza. Maturazione in acciaio per sei mesi e poi affinamento in vetro. Tasso alcolico di dodici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro.
Nel calice traspare un limpido colore rosa corallo. Dal multiforme bouquet si sprigionano in primis ostentate captazioni fruttate di amarena, chinotto, albicocca gialla, fragole e variegati sentori di bacche del sottobosco. In appresso risaltano coriandoli floreali di rosa canina e di violetta, unitamente a proposizioni vegetali di macchia mediterranea. Impatto del sorso sulla lingua profondo e lineare e permeato poi da un registro gustativo piacevolmente fresco, attraente ed accattivante. Contatto palatale sapido, intrigante, elegante, armonico e fine. Slancio finale edonistico. Sa preferire su una pizza margherita e pesce in guazzetto.
Vetere Evoluzione Aglianico Rosato Paestum Igp 2021. Solo Aglianico affinato in acciaio per sei mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 25,00 euro.
Colore labile, segnato com’è da un cromatismo rosa pallidamente languido. Spettro aromatico affastellato da umori fruttati e floreali che ricordano la marasca, la melagrana, i mirtilli, i lamponi, la clementina, il pompelmo e la rosa appassita. Solidali gli afflati vegetali di mirto e di timo e gioiosi gli echi speziati di cannella e di zenzero. Approccio palatale subito fresco, godurioso, suadente, morbido. composito e lineare, per un sorso che si rivela scorrevole, succoso, intenso, duttile, vivace, giocoso, felpato, aggraziato, seducente e reattivo. Allungo finale avviluppante. Da provare su una zuppa di pesce e salumi cilentani.
Palinure Bianco Paestum Igp 2022. Blend in parti uguali di Fiano, Greco e Falanghina, cioè le tre migliori specie varietali a bacca bianca della Campania. Affinamento in acciaio per otto mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 15,00 euro.
Cromatismo deliberatamente segnato da un vivido e lucente colore paglierino riflesso di imberbi lampi verdolini. Al naso si affolla subito un pullulare di piacevoli ed odorose percezioni olfattive, che rimembrano un’ottima gamma fruttata territoriale come la mela, la pera, la susina bianca ed il fico, insieme a calibrati vezzi floreali e vegetali. Briciole speziate. In bocca penetra un sorso ampio e voluminoso, che regala subito proposizioni di freschezza, di morbidezza e di sapidità e portatore poi di una succosa nitidezza palatale. Profondità gustativa cristallina, arrotondata, seducente e dinamica, per cui è facile vaticinare una buona serbevolezza. Disegno finale armonico e persistente. Su un piatto di vermicelli a vongole e formaggi freschi.
Falanghina Campania Igp 2022. Falanghina in purezza maturata per sei mesi in acciaio. Tenore alcolico di tredici gradi. Pezzo finale di 15,00 euro.
Nel calice si staglia un colore giallo paglierino lucente attraversato da lampi verde clorofilla. Ottimo il corollario aromatico, che sciorina ampie fragranze di pesca bianca, pera spadona, mela golden, mandarino, banana, fiori di sambuco, biancospino, rigurgiti di macchia mediterranea e creptii speziati. Bocca piena e godibile, che riceve un sorso gradevolmente fresco e morbidamente setoso. Slancio gustativo gentile, aggraziato, felpato, affusolato, elegante, suadente, ammaliante e stuzzicante. Chiusura molto gradevole e pimpante. Da bere giovane su un piatto di minestra di legumi e verdure scottate.
Cecerale Fiano Bio Paestum Igp 2022. Fiano al 100% senza solfiti aggiunti e maturato per sei mesi in acciaio. Alcolicità di quattordici gradi. Prezzo finale di 15,00 euro.
Pregevole e luccicante il colore giallo paglierino che s’intravede nel calice. Intensi e variegati gli aromi che si approcciano al naso, che elargiscono esplicite sensazioni di agrumi, nocciola, pesca bianca, albicocca, pera williams, melone bianco, mango, florealità vestita di bianco e suadenze di erbe aromatiche. Bocca tesa ed ampia, che tasta uno sviluppo palatale caparbiamente succoso, carezzevole, sapido, glicerico, seducente, sensuale, e reattivo. Serbevolezza tutta ancora da scoprire. Fraseggio finale edonistico. Da consumare su un piatto di pasta, patate e provola e formaggi giovani.
Trentenare Fiano Paestum Igp 2022. Solo Fiano maturato per sei mesi in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 15,00 euro.
Classico il colore giallo paglierino non troppo carico ed attraversato da giovani riflessi verdolini. Peculiare l’impronta aromatica che trasmette al naso sospirosi e caratteristici profumi di pesca bianca, susina, mandarino, fico, ginestra e sospiri di erba appena tagliata. Focalizzazione palatale premiante e coinvolgente, in cui convergono seducenti palpiti sapidi, minerali, soavi e rotondi. Sorso rinfrescante, equilibrato, elegante, armonico, godibile e detentore di un’ottima cifra stilistica. Perfetto l’abbinamento su un piatto di linguine aglio, olio e peperoncino e prosciutto crudo.
Pian di Stio Fiano Bio Paestum Igp 2018. Fiano in purezza allevato nel comune di Stio a circa 650 metri di altezza. Maturazione in acciaio per sei mesi. Gradazione alcolica di tredici e messo. Prezzo finale di 26,00 euro la bottiglia di 750 ml.
Un raro fiano cilentano allevato in altura. Dal calice occhieggia un colore giallo paglierino vivo e luccicante. Bene articolato il coté fruttato e floreale, che riesce a trasmettere voluttuose percezioni di agrumi, pesca bianca, bergamotto, nocciola, ananas, ginestra e biancospino. Caratteristici e variegati gli afflati vegetali e speziati. L’impatto del sorso sulla lingua si rivela rinfrescante, sapido, minerale, morbido, elegante, equilibrato, tonico, solido, armonico, godibile e reattivo. Longevità a lunga gittata. Retroaroma infinito. Da spendere sulla classica cucina di mare cilentana.
Pian di Stio Fiano Bio Paestum Igp 2022. Tutto uguale alla bottiglia precedente, compreso il prezzo.
Nel calice serpeggia un impavido colore giallo paglierino luminoso. Costumato l’ottimo crogiolo, detentore di espressive e multiple essenze di pesca bianca, pera williams, susina bianca, mela verde, nocciola, cedro, lime, fiori bianchi, timo, menta ed anice. In bocca esordisce un sorso espansivo, profondo, complesso, acido, glicerico, raffinato, balsamico, lineare, pervasivo ed elegante nel suo sicuro incedere, che sfocia poi una chiusura goduriosa. Darà il meglio di sé tra qualche anno. Gradevole in abbinamento ad un piatto di cous cous e frittura di pesce di paranza.
Pian di Stio Evoluzione Fiano Paestum Igp 2019. Fiano al 100% allevato sempre a Stio in una minuscola parcella da cui si raccolgono pochi grappoli. Affinamento al 20% in barriques di rovere francese di primo passaggio e l’80% in acciaio. Elevazione in vetro per due anni. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 35,00 euro.
Alla vista si presenta un fulgido colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Bouquet decisamente affascinante, che si propone al naso per svelare le sue congrue effusioni di bergamotto, melone bianco, pesca bianca, fico, mimosa, ginestra, tiglio, camomilla, muschio, citronella, acacia ed eucalipto. Sospiri speziati. Ben modulate le suadenze terziarie. In bocca fa il suo ingresso un sorso avvolgente, tagliente, sapido, minerale, arrotondato, cristallino, cremoso e composito. Longevità a lunga scadenza. Retroaroma impagabile. Su una paella di pesce alla valenciana e carne bianca.
Calpazio Greco Bio Paestum Igp 2022. Soltanto Greco maturato per otto mesi in acciaio. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 16.00 euro.
Giallo paglierino giovane, coreografico e vivido il colore che traspare nel calice. All’olfatto risultano nette ed avvolgenti le percezioni di un distillato di frutta bella fresca, insieme a parvenze floreali gialle e bianche. Input vegetale di ottima rilevanza che ricorda il caprifoglio, la salvia ed il timo. Coriandoli speziati. L’ingresso del sorso in bocca è radiocomandato da sospiri gradevolmente freschi ed affusolati, associati poi a vezzi morbidi, sapidi, minerali, eleganti, succosi ed ottimamente calibrati. Contatto tattile ben misurato e sontuoso. Ne avrà ancora per molti anni. Finale lungo e persistente. Da provare su un risotto ai funghi porcini e fiordilatte di Agerola.
Elea Greco Paestum Igp 2021. Greco al 100% fermentato in acciaio al 90% e l’altro 10% in barriques di rovere francese di primo passaggio. Affinamento in acciaio per quattordici mesi, a cui segue un’elevazione in boccia per sei mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 25,00 euro.
Alla vista si appalesa un colore giallo paglierino brillantemente dorato. Dall’ampio caleidoscopio si sprigionano eterei, pervasivi ed eclettici profumi di mandarino, fico dottato cilentano, mela renetta, albicocca, pesca gialla, ginestra, giglio, erbe officinali, gentilizie speziate ed accenni idrocarburici e di pietra focaia. In bocca penetra un sorso tagliente di freschezza, performante, collaborativo, grasso, balsamico, consistente, ammaliante, scattante, energico e strutturato. Potenzialità di serbevolezza a lunga scadenza. Scatto finale persistente e dinamico. Da provare su un piatto di vermicelli a vongole e verdure scottate.
Corleto Aglianico Bio Paestum Igp 2022. Aglianico in purezza senza solfiti aggiunti. Affinamento per l’85% in acciaio ed il restante 15% in barriques di rovere francese di primo passaggio per cinque mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 16,00 euro.
Calice tinto da un colore rosso rubino giovane, appena sfiorato da lampi purpurei. Timbro olfattivo affastellato da pregevoli e promiscui profumi di tanta frutta rossa della pianta e del sottobosco, da sentori floreali di violetta e di rosa e da contingenti effluvi di erbe officinali. All’appello non mancano poi giocosità speziate e frammenti terziari. Sulla lingua plana un sorso morbido, fruttato, beverino, arrotondato, aggraziato e costellato da una carica di acidità, che conferisce un’ottima freschezza a tutto il palato. Tannini affusolati. Resterà in sella ancora per alcuni anni. Retroaroma di grande presa. In abbinamento ad un piatto di pasta al sugo ed un tagliere di salumi.
Jungano Aglianico Paestum Igp 2020. Soltanto Aglianico affinato per un anno al 40% in barriques di rovere francese di secondo passaggio, 40% in botte grande ed il restante 20% in acciaio. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 17,00 euro.
Veste cromatica segnata da uno scintillante colore rosso rubino già abbastanza concentrato. Dal generoso ed espansivo bouquet si espandono voluttuose e molteplici nuances di amarena, bacche del sottobosco, iris, garofano, erbe aromatiche, spezie orientali e sospiri di incenso, tabacco, balsamo e mentolo. Approccio palatale giudizioso, pieno, terroso, intrigante e morbido. Buona la spalla acida. Bonus di calore. Trama tannica ottimamente ordita. Tattilità fine, elegante ed arrotondata. Potenzialità di conservazione a lunga scadenza. Finale appagante. Da preferire su carne rossa e bianca e formaggi semistagionati.
Gillo Dorfles Aglianico Paestum Igp 2017. Aglianico in purezza. Maturazione per due anni in barriques di rovere francese nuove. Affinamento in boccia per un anno. Tasso alcolico di quindici gradi. Prezzo finale di 55,00 euro.
Si tratta della portaerei aziendale, un’iconica bottiglia dedicata all’artista e filosofo triestino Gillo Dorfles che è stato spesso ospite di Peppino Pagano e che ha disegnato le etichette delle bottiglie aziendali.
Livrea tinta da una tonalità di rosso rubino intenso e scintillante appena scalfito da riflessi di colore granato. Il corredo olfattivo esibisce un invitante e multiforme quadro aromatico, con in prima linea esuberanti profumi fruttati di ciliegia, prugna, ribes, mirtilli, more, scorza d’arancia, fichi e mandorle. A seguire ecco emergere poi preziose parvenze floreali di iris, sambuco e violetta, accompagnate da sintomatiche credenziali vegetali e speziate. Subito dopo rubano la scena preziose captazioni terziarie di boisé, goudron, cioccolato fondente, tabacco, resina e liquirizia. L’impatto del sorso sulla lingua è subito dirompente e poi è segnato da un bonus di calore e da una trama tannica fitta, ma già avviata sulla via della remissione. Vino che nel complesso si rivela corposo, strutturato, austero, sontuoso, fine, aristocratico, raffinato, morbido, teso ed equilibrato. Slancio finale paradisiaco e leggermente piccante. Longevità tutta ancora da esplorare. Perfetto l’abbinamento su un capretto al forno con patate e formaggi stagionati.
Pino di Stio Rosso Paestum Igp 2021. Soltanto Pinot Nero allevato tra le colline di Stio ad oltre 550 metri di altezza, per un habitat perfettamente idoneo a questa varietà di origine borgognona, che preferisce condizioni climatiche molto fresche per preservare così i suoi aromi varietali, che altrimenti potrebbero degradarsi. Si tratta di una chicca unica per il Cilento e per tutta la Campania, prodotta con un numero di bottiglie molto limitato. Affinamento in barriques di secondo e terzo passaggio per un anno e poi elevazione in vetro per un anno e mezzo. Alcolicità di quattordici gradi. Prezzo finale di 28,00 euro.
Tipicamente varietale il colore rubino chiaro e trasparente che si coglie nel calice. Crogiolo riccamente variegato e composito, dal quale un naso indagatore aspira innanzi tutto delicati profumi fruttati di amarena, pompelmo, lampone, fragolina, ribes e mirtillo. Le percezioni odorose reiterano poi sbuffi floreali di violetta e parvenze vegetali di menta e di foglia di pomodoro. Declinazione speziata di vaniglia, di chiodi di garofano e di cannella, unitamente a proposizioni deliberatamente terziarie. Bocca molto disponibile, che accoglie un sorso connotato da un gusto puramente fresco, elegante, avvolgente, godurioso, morbido, rotondo, armonico, cremoso, suadente, fine, raffinato, setoso e carezzevole. Purezza di frutto. Nobile allure. Tannini compiacenti. Vino ancora giovane che migliorerà in un prossimo futuro sicuramente. Chiusura gradevolissima, coinvolgente ed epicurea. Abbinamento molto, ma molto trasversale, sui piatti di terra, ma senza disdegnare qualche preparazione a base di pesce, come un brodetto o un cacciucco.
Anche stavolta i vini di San Salvatore hanno saputo conquistare l’approvazione di tutti i degustatori, confermandosi così all’apice di un meritato e duraturo successo. Vini che rappresentano un vanto per tutta la viticoltura cilentana e campana e che promettono di migliorare sempre con l’andare del tempo.
Sede a Stio (Sa) – Contrada Zerilli
Cantina a Giungano (Sa) – Via Dioniso
Tel. 0828 1990900 – Fax 0828 1990901
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati di proprietà: 30, più 5 in affitto
Bottiglie prodotte: 300.000
Vitigni: Aglianico, Pinot Nero, Fiano, Greco e Falanghina.
Scheda del 1 agosto 2023
di Enrico Malgi
C’è un vino rosso prodotto da un vitigno di origine francese, e più precisamente proveniente dalla Borgogna, che a me fa letteralmente impazzire come penso faccia lo stesso effetto a tanti milioni di individui sparsi in tutto il mondo.
Si tratta del Pinot nero, connotato di un colore rosso trasparente e poco concentrato, famoso per i varietali ed intensi aromi di fragolina, lampone, mirtillo, ribes e mora, per l’eleganza, la delicatezza e la finezza del sorso, per una trama tannica aggraziata ed affusolata, per un gusto avvolgente, morbido, delizioso e quasi “femminile” e/o per l’ottima longevità.
Ecco questi sono i parametri standard del Pinot nero, le cui uve danno il meglio di sé quando maturano in un ambiente climatico molto fresco. Questo è proprio il climat favorevole che hanno scelto il produttore vitivinicolo cilentano Peppino Pagano, titolare dell’azienda San Salvatore, e l’enologo Riccardo Cotarella quando hanno deciso di allevare il Pinot nero nel Cilento nel comune di Stio a 550 metri di altezza ed in un territorio abbastanza lontano dal mare, per produrre poche migliaia di bottiglie.
In questi giorni ho riassaggiato il millesimo 2013 di Pino di Stio Vino Biologico Rosso Paestum Igp a distanza di oltre sei anni.
Maturazione in barriques di secondo e terzo passaggio per un anno. Elevazione in vetro per un anno e mezzo. Prezzo finale attuale di circa 40,00 euro.
Nel calice occhieggia un solare colore rosso rubino ancora giovane e molto vivido. Bouquet intensamente affastellato da un pluralistico e variegato mix profumato di frutta fresca della pianta e del sottobosco, da svolazzi floreali di violetta e di rosa, da gradevoli sentori di erbe aromatiche e da calibrate connotazioni speziate di chiodi di garofano, noce moscata, pepe nero, vaniglia e zenzero.Caratteristiche poi le effusioni terziarie. In bocca esordisce un sorso deliberatamente fresco e pimpante, avvolgente e rotondo, morbido e sapido, carezzevole ed affascinante, equilibrato ed armonico, gentile e sontuoso, balsamico e sensuale.
Tannini imperiali. Appeal aristocratico, nobile, ammaliante, raffinato, elegante, seducente, intrigante e fine. Zenit ancora lontano. Affondo finale persistentemente edonistico. Vino certamente molto versatile, per cui l’abbinamento può spaziare su piatti di carne rossa e bianca, formaggi relativamente stagionati e/o su una bella zuppa di pesce e su parmigiana di melanzane.
Sede a Stio (Sa) – Contrada Zerilli
Cantina a Giungano (Sa) – Via Dioniso
Tel. 0828 1990900 – Fax 0828 1990901
[email protected]
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www.sansalvatore1988.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati di proprietà: 30, più 5 in affitto
Bottiglie prodotte: 300.000
Vitigni: Aglianico, Pinot Nero, Fiano, Greco e Falanghina.
Scheda del 19 maggio 2017
di Enrico Malgi
Pur vantando un retroterra storico molto antico, che risale all’epoca della colonizzazione ellenica del VII secolo a.C., la viticoltura cilentana è molto giovane, avendo raggiunto da poco la maggiore età. Soltanto verso la metà degli anni ’90, infatti, si è completata la sua piena rinascita grazie all’impegno di un limitato manipolo di giovani e preparati viticoltori locali, che avevano ereditato dai loro padri competenze, conoscenze e tradizioni, oltre che ettari vitati. E su questa scia sono sorte subito dopo altre aziende che hanno contribuito al pieno rilancio della viticoltura territoriale. All’inizio si è puntato su due specie varietali stanziali quali il rosso aglianico ed il bianco fiano, oltre che su pochi vitigni alloctoni già esistenti sul territorio. Ma come succede spesso, dopo i primi anni di euforia e di successo si è passati ad un periodo di completa stagnazione, in cui non si sapeva bene quale strada intraprendere. Addirittura alcune aziende correvano il rischio di chiudere i battenti, perché non riuscivano a smerciare le loro bottiglie. Poi all’improvviso le cose sono cambiate totalmente, perché si è cercato di puntare di più sulla qualità, sull’allevamento di altri vitigni, sulla produzione di altre tipologie di vino e, soprattutto, si è aperto finalmente il mercato estero che ha consentito di vendere migliaia di bottiglie. Nel frattempo poi è apparso all’orizzonte un nuovo personaggio carismatico, determinato e propositivo: Peppino Pagano, fondatore dell’azienda San Salvatore. Con il suo incessante impegno e la sua lungimirante politica aziendale, fatta di sani ed oculati investimenti, ha dato una forte scossa a tutto il settore vitivinicolo cilentano, proiettandolo direttamente nel futuro, pur tenendo presente la tradizione e la territorialità. Da imprenditore di successo qual è si è subito attivato per formare uno staff altamente qualificato e professionale, si è dotato di strutture moderne ed efficienti, si è dedicato ad una viticoltura ecocompatibile, biologica e biodinamica e, soprattutto, ha prodotto vini territoriali di elevata qualità, apprezzati dappertutto. Sarà stato un caso, ma adesso la produzione cilentana va a gonfie vele e le vendite sono aumentate esponenzialmente, tanto è vero che è stato scongiurato il timore di fallimento paventato da alcune aziende. Ed anche all’esterno la visione dell’attuale viticoltura cilentana è percepita in modo molto positivo. Nel frattempo si sono scoperti anche nuovi territori dove piantare le barbatelle, che fino a poco tempo fa erano totalmente abbandonati, incrementando così gli ettari vitati e la produzione complessiva, che è diventata sempre più ampia e variegata.
In questi giorni sono stato invitato da Peppino e dal suo inseparabile braccio destro Alessandro Leoni a degustare alcune nuove annate presso il Beach Club 93 di Paestum recentemente aperto al pubblico. Un’altra chicca di Peppino che non finisce mai di stupire per la sua enorme passione ed intraprendenza. Ecco qui la successione delle bottiglie.
Gioì Spumante Brut Rosé Millesimato 2016 Metodo Classico. Per un semplice cavillo burocratico si è dovuto cambiare il nome della bottiglia da Joi a Gioì. Forse così suona anche meglio dopotutto. Solo aglianico. Vino che sosta ventiquattro mesi a maturare in bottiglia sui lieviti. Sboccatura nel 2016. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale della bottiglia sotto i 25,00 euro.
Poche le bottiglie di spumante prodotte nel Cilento, soprattutto per motivi organizzativi. Il Gioì è sicuramente una delle migliori in assoluto e non solo di questo territorio. Il cromatismo è contraddistinto da un colore rosa pallido e tenue, che gli conferisce un certo appeal di classe. Perlage propedeutico, connotato da fini, continue e molteplici bollicine. Bouquet sontuoso, che mette in mostra deliziosi profumi di glicine, cassis, agrumi e boisé, intrecciati a sentori di pasticceria e di crosta di pane. Bocca cremosa, sapida, effervescente, slanciata, equilibrata e dinamica. Finale persistente, sgrassante e rinfrescante. Prosit!
Trentenare Fiano Paestum Igp 2016. Acciaio e vetro. Tenore alcolico di dodici e mezzo. Prezzo della bottiglia di 13,00 euro.
Il Fiano che produce San Salvatore può vantarsi a giusta ragione di essere tra i vini bianchi più importanti di tutto il Cilento. Questo millesimo, le cui uve sono state raccolte precocemente per il ventilato pericolo di pioggia, è segnato da un colore non troppo carico, ma lucido e vivace. Canonici e territoriali gli espansivi profumi che risaltano al naso: essenze fruttate di pesca, di mandarino e di mela; sentori floreali di ginestra e di biancospino; soavità di macchia mediterranea e di salsedine. In bocca entra un sorso fresco, secco, gentile, morbido e polposo. Buona verticalità. Chiusura precisa ed appagante. Da sottolineare che il Trentenare è un vino molto versatile e strutturato, che si abbina a varie pietanze. L’ho testato su un piatto di calamarata al pomodoro e scampi, ebbene non ha fatto una piega, reggendo ottimamente il confronto. Avrà ancora molti anni davanti a sé. Prosit!
Pian di Stio Fiano Paestum Igp 2016. Vino Biologico. Maturazione in acciaio ed elevazione in vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo della bottiglia di 21,00 euro.
Un fiano allevato in alta collina e nell’entroterra nel comune di Stio, quindi per assonanza più simile al terroir irpino. Da sottolineare anche che si tratta dell’etichetta aziendale che ha razziato più premi e riconoscimenti in Italia ed all’estero. Giallo paglierino giovane e brillante nel bicchiere. Olfattivazione oggettivamente accattivante per profumi di frutta bianca, tiglio, camomilla, muschio, citronella, acacia ed eucalipto. In bocca entra un sorso fresco e tonico, sapido e minerale, elegante e coinvolgente, morbido ed armonico. Retrogusto edonistico e persistente. Prosit!
Calpazio Greco Paestum Igp 2016. Vino biologico. Anche qui soltanto acciaio e boccia. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo della bottiglia sotto i 15,00 euro.
Si è capito finalmente, anche per merito di Peppino, che il greco può essere coltivato con ottimi risultati anche nel Cilento, così come il fiano su cui si è puntato da subito. Colore focalizzato su un giallo paglierino luccicante. Al naso salgono nette percezioni odorose fruttate di pesca gialla, di albicocca e di agrumi e sussurri floreali e vegetali di iris, di gelsomino, di caprifoglio e di salvia. L’ingresso del sorso in bocca è radiocomandato da respiri freschi ed affusolati, associati poi a vezzi morbidi, sapidi e minerali. Finale lungo. Prosit!
Elea Paestum Bianco Igp 2015. Greco in purezza. Acciaio per quattordici mesi con periodici battonage. Il 10% del vino viene affinato in barriques di rovere francese. Elevazione in vetro per ulteriori sei mesi. Tredici i gradi alcolici. Prezzo in enoteca di 21,00 euro.
Aureo l‘accattivante effetto cromatico che si scorge nel bicchiere. L’impatto aromatico si distingue per fragranze fruttate di mela, pera, pesca e banana. E poi per proposizioni odorose di miele e di macchia mediterranea e per effluvi sapidi e mentolati. Sulla lingua atterra un sorso teso e sferzante, morbido ed armonico. Stupenda la godibile freschezza che alita per tutto il cavo orale. Vitalità gustativa dinamica. Finale succoso e pervasivo. Prosit!
Ceraso Aglianico Paestum Igp 2016. Maturazione in acciaio per circa otto mesi e poi affinamento in vetro. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo in enoteca di 14,00 euro.
Rosso violaceo e luccicante nel bicchiere. Il timbro olfattivo, nonostante la giovane età del vino, è già pregnante d’intensi e scalpitanti profumi che prediligono umori del sottobosco, sentori di ginepro, vibrazioni sapide e sussurri floreali. Ingresso in bocca subito condizionato dalla presenza di una pregevole astringenza, a cui fortunatamente un senso di fresca acidità apporta subito equilibrio. Appeal carnoso e vagamente selvatico, ma allo stesso tempo anche rotondo e morbido. Chiusura relativamente lunga. Prosit!
Jungano Aglianico Paestum Igp 2015. Maturazione per il 40% in botte grande, 40% in quella piccola ed il restante 20% in acciaio. Elevazione in vetro. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale della bottiglia di 13,5 euro.
Colore rubino, con palpiti purpurei. Odorazione sintomatica, connotata da suadenze di frutta rossa piccola e grande, sentori di violetta e di rosa, percezioni speziate di pepe e di chiodi di garofano e poi in appresso anche parvenze di incenso, tabacco, caffè, mentolo e balsamo. In bocca si appalesa un sorso materico e fondente, sostenuto da buona acidità e da tannini maturi e già ammansiti. Timbro terroso. Temperamento intrigante. Accelerazione palatale sontuosa ed esuberante. Finale coinvolgente. Prosit!
Pino di Stio Rosso Paestum Igp 2013. Bottiglia ancora senza etichetta. Pinot nero in purezza, una rarità per il Salernitano e per la Campania intera. Acciaio e poi affinamento in barriques di secondo e terzo passaggio per un anno ed elevazione in vetro per un ulteriore anno e mezzo. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Il prezzo finale oscilla tra 50,00 e 60,00 euro.
Tipicamente varietale il colore rubino chiaro e trasparente che si coglie nel bicchiere. Timbro olfattivo intenso e di buona creanza, che aspira profumi fruttati fini e delicati di ciliegia, di lampone, di ribes e di mirtillo. Le percezioni odorose reiterano poi sbuffi floreali di violetta e parvenze vegetali di menta e di foglia di pomodoro. Declinazione speziata di vaniglia, di chiodi di garofano e di cannella. Bocca bella fresca ed elegante, in cui s’insinua un gusto morbido, rotondo, armonico, cremoso e carezzevole. Purezza di frutto. Tannini assenti. Chiusura gradevolissima e coinvolgente.
Gillo Dorfles Aglianico Paestum Igp 2012. Vino biologico. Maturazione per due anni in barriques nuove di rovere francese e poi elevazione in bottiglia. Gradazione alcolica di quindici e mezzo. Prezzo finale di 38,00 euro.
Cromatismo rosso rubino, connotato poi da lampeggianti unghiate purpuree. Il corredo olfattivo esibisce un invitante e multiforme quadro aromatico. Intense esuberanze fruttate rosse di piccola e media caratura; preziose parvenze floreali del territorio; pregevole bouquet terziario che propone in scansione reperti di boisé, goudron, tostatura, cioccolato, liquirizia, fumé ed orientaleggianti spezie. L’impatto del vino sulla lingua è segnato da un bonus di calore e da una trama tannica fitta ed ancora astringente, ma l’ottima morbidezza ed un’elevata dose di acidità agiscono da pompiere, stemperando la spigolosità iniziale. Vino nel complesso corposo, strutturato, austero, sontuoso, fine, aristocratico, raffinato ed equilibrato. Slancio finale paradisiaco, persistente ed avvolgente. Serbevolezza infinita. Prosit!
Foto di Rosario Di Giacomo
Sede a Stio (Sa) – Contrada Zerilli
Cantina a Giungano (Sa) – Via Dioniso
Tel 0828 1990900 – Fax 0828 1990901
[email protected] – www.sansalvatore.it
Enologo: Riccardo Cotarella – Agronomo: Alessandro Leoni
Ettari vitati: 18 di proprietà, più 5 in affitto
Bottiglie prodotte: 160.000
Vitigni: aglianico, pinot nero, fiano, greco e falanghina
9 Commenti
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L’insalata di mare accetta con grazia un calice di rosé, vestita elegantemente si accompagna al baffo del Cilento che ha il compito di presentarla in società, chissà quante debuttanti avrà accompagnato al ballo il Malgi, si chiedono a Milano, mentre a Ovest, come vedo sta rannuvolando…
Il rosè è già stato adocchiato e si da per scontato anche prenotato.Tannini assenti o presenti non presentarti senza un pino di Stio che rompiamo il trio.Siamo alle porte del Cilento e il beach club di Peppino sarebbe una buona partenza per il gran tour nella terra dell’A-lento.PS.Quale cavillo burocratico hanno trovato che il nome di joi hanno cambiato?FM.
Se Milano piange di pioggia, allora diventa una ragione in più per fuggirsene in fretta verso lidi più sicuri, magari proprio verso il Club Beach 93 di Paestum, sito a poche centinaia di metri dai famosi templi del bravo teutonico direttore. Il rosé poi, ed in questo caso con prorompenti bollicine, è d’uopo.
Francesco poi ti dirò a voce del cavillo sorto che ha determinato il nuovo titolo del Gioì.
Un pinot nero meraviglioso, tra i migliori al mondo. Una chicca per intenditori di Pinot. Il fatto che abbia anche il mio nome non è secondario :-)
Hai proprio ragione caro Pino.
Dura la vita dell’assaggiatore seriale, immagino gli assaggi in accompagnamento, un caro saluto a Peppino Pagano, un caro ricordo dei suoi vini, Gioì, le bollicine che non si dimenticano, le più vicine tra quelle provate nel profondo Sud ai miei gusti da polentone
Con 20 bottiglie così variegate non c’è che l’imbarazzo della scelta secondo gusti e piatti mi incuriosisce però il prezzo del Pino di Stio che varia da 28,00 € nell annata 2022 ai 40,00 € dell’annata 2013, qual’è quello giusto visto che ricordavo che all’inizio questo Pinot Noir costava addirittura 70,00 € che era secondo me un prezzo spropositato ?
Il rosé si fa in tre.Gioì-a triplicata.Cosa al giorno d’oggi per nulla scontata.Ma il rosa spopola anche nel fermo anche se a farla da padrone sono i bianchi che poi all’azienda danno premi e blasone.I rossi in finale ed un po’ defilati col solo acuto del Pino di stio però qui sottostimato visto che propio Lei in un precedente post almeno il 25 per cento in più lo aveva valutato.PS Un motto col botto:San Salvatore al territorio del Cilento da visibilità ed onore.FRANCESCO
Si è vero i vini di Peppino Pagano sono sempre ottimali e non tradiscono mai. Vini fermi e mossi, bianchi, rosati e rossi e comunque è sempre un gran bere e poi il Pino di Stio è connotato da un’eccellenza sopra le righe. Il suo prezzo è variato negli ultimi tempi per accontentare tanti ottimi estimatori sig. Alfredo e caro Francesco. Certo che adesso è più facile acquistare la bottiglia e godersela. Caro Marco proprio in queste occasioni si sente di più la tua assenza immotivata e reiterata. Pensaci per un eventuale ritorno, perché ” chesta casa aspetta a tte”.