Il vino rosato, non solo donna

Vino Rose’
di Marina Betto
E’ un fiorire di vini rosati in questo periodo, di cui spesso vengono omaggiate le donne. Tuttavia si rischia di sminuire questa tipologia di vino relegandola ad un ruolo di semplice vezzo. Sfatiamo questo luogo comune, il messaggio potrebbe essere frainteso come se il vino rosato fosse l’unico a poter piacere al genere femminile, per la sua grazia certo, le sue sfumature morbide, il colore tenue, il profumo fruttato e fiorito. Niente di più errato. Ci sono donne che amano il vino rosso, corposo, intenso, altre sono assolutamente bollicine addicted altre ancora scelgono sempre il Gewurztraminer. I rosati non sono e soprattutto non devono essere esclusivo appannaggio femminile anche se il loro gusto si avvicina maggiormente ai loro sapori preferiti. Non è così usuale vedere al ristorante un uomo ordinare un vino rosato, perché probabilmente lo considera meno adatto al suo palato. E’ un peccato che si identifichi questa tipologia unicamente con la donna.

Vino Rose’ per aperitivo
Il rosé non è solo per donne e il marketing che spinge su questo concetto a mio avviso sta andando in una direzione che potrebbe penalizzare il futuro di questa tipologia. I rosé di Provenza sono stati sponsorizzati come vini che esprimono joy de vivre quella stessa allegria che si respira in estate in quella regione, tra campi di lavanda e mare, bouillabaisse servita ai tavoli dei ristorantini sul porto, formaggi e paté gustati sulla spiaggia. Gli intenditori li premiano e alcune etichette scalano le vette dell’olimpo vinicolo come il Cotes de Provence Rosé La Chapelle Chateau La Gordonne da uve Grenache e Syrah o il Bandol AOC Rosé Coeur De Grain Chateau Romassan Domaines Ott da uva Mourvedre, Cinsault e Grenache che è un sorso puro e potente con grande freschezza e grazia. La coppia ahimè oramai solo cinematografica Angelina Jolie e Brad Pitt firma il Miraval Rosé Costa di Provenza blend di Cinsault, Grenache, Rolle e Syrah, un vino agrumato e godurioso.

Miraval Rose’ Provence

Brad Pitt e Miraval Rose’
La cultura del bere rosa diciamo che da noi deve ancora fare dei passi da gigante; è essenziale a mio parere associarla alla cultura del cibo e a quella di un territorio, la proposta dei vini rosati va destagionalizzata e non essere relegata per esempio solo all’estate. In Italia le etichette rosa sono tantissime, tra le novità vi è certamente il Prosecco Rosé che esordisce sul mercato proprio nel 2020 accompagnato da tante polemiche, accusato secondo i puristi di svilire territorio e tradizione e assecondare solo un mercato straniero che lo richiede. Ma tra i vini rosati di casa nostra non possono non essere menzionati quelli pugliesi come il Five Roses Leone de Castris da uve Negroamaro ricco di sfumature di piccoli frutti rossi al naso e grande piacevolezza gustativa fatta di freschezza, morbidezza e persistenza. Un vino nato nel lontano 1943 grazie all’innamoramento di un americano per questo rosato per il quale si tradusse il nome in inglese. Altro territorio di rosati è il Garda con il Valtènesi Chiaretto DOP dove si utilizza il Groppello Gentile, Il Barbera, il Marzemino, il Sangiovese. Da queste parti i rosati vengono chiamati anche il “vino di una notte” perché per ottenere un colore rosa tenue dai grappoli bisogna cogliere il momento giusto per separare il mosto dalle bucce, un tempo breve dalle 6 alle 8 ore. Stilrose Riviera del Garda Clas. Chiaretto Doc Santa Margherita ha una florealità che ricorda la rosa selvatica, i frutti di bosco e la frutta esotica con accenti frizzanti di arancia e zenzero. Il sorso è pieno, fa salivare e con grande dinamicità propone anche sensazioni saline. Perfetto con il pesce, il salmone affumicato, i gamberi. Non solo il vino di una notte.

Stilrose Santa Margherita
Ottimi Rosati li troviamo in Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sardegna
Carpe Diem