Nocera Inferiore, Osteria Enoteca La Cantina del Vescovo
Osteria-Enoteca
Via Casa Sasso, 13
Tel. 081.5170204
www.cantinadelvescovo.it
[email protected]
Aperto sempre, la domenica solo a pranzo
Chiuso il mercoledi. Ferie variabili in agosto
Mai sentito parlare dei “prestiti d’onore” accordati dallo Stato a giovani imprenditori del Mezzogiorno? Bene. Perchè quello fatto a Nicola Califano quasi dieci anni fa è stato più che onorato, con l’apertura e la conduzione di questa osteria nel centro storico di Nocera Inferiore. C’erano a disposizione i locali appartenuti alla nonna, con annessa cantina del Seicento e, soprattutto, tanta voglia di concretizzare qualcosa che non fossero semplicemente esami universitari.
E così, in una posizione strategica a pochi passi dalla cattedrale trecentesca di San Prisco e pochi metri dall’uscita autostradale della Napoli-Pompei-Salerno è stato aperto un bel posticino casalingo, da pranzo domenicale o cena con gli amici. La conduzione è familiare nel senso più pieno: con Nicola in sala, insieme ai fratelli Gianluca e Davide, in cucina il fratello Rosario insieme alla mamma Lucia.
Un ambiente curato con semplici cose, qualche arnese contadino, le creazioni con i tappi di sughero di papà Ciro e tante bottiglie alle pareti.
Sin dall’inizio, infatti, l’obiettivo è stato quello di accompagnare i piatti con una carta dei vini fedele al territorio, costantemente aperta alle novità delle regioni del Sud e molto curata anche dal punto di vista grafico, con la stampa di circa 200 etichette in bella mostra.
L’aperitivo, in attesa della comanda, è quello povero di una volta, crostini di pane e olio e olive nere al peperoncino. Poi, inarrestabile, incontenibile – se non sarete voi a fermarla – una sequela di antipasti caldi e freddi. Praticamente l’ABC della cucina dell’Agro: frittata con cipollotto nocerino; scarola imbottita, bocconcini di bufala, scamorza e pancetta locale cotte nella foglia di limone, parmigiana di finocchi (si, finocchi, fritti e impanati come fossero melanzane) leggerissima e gustosa; zeppoline di pasta cresciuta con pomodoro e basilico.
E poi una fantastica (nel senso che vale il viaggio) zuppa di legumi e castagne. Non esiste modo migliore di salutare la nuova stagione.
Tra i primi piatti, se siete fortunati, trovate gli gnocchi di patate di Lucia, altrimenti ripiegate (si fa per dire) sulle orecchiette alla zucca vivacizzate da un pizzico di gorgonzola, oppure sulle cortecce con funghi, patate e provola. E ancora, pasta alla “baccalaiola”, con salsa di pomodoro e tocchetti di baccalà fritto, pasta e patate, ravioli di bietola e ricotta al pomodoro San Marzano.
Sapori tutti robusti, con poche mediazioni, come è proprio della gente di qui. Agnellone al forno con patate, braciole di capra (un must della Cantina eseguito alla perfezione: la carne diventa tenera senza sfaldarsi e il sugo di pomodoro è strepitoso), stoccafisso “arreganato”, capicollo di maiale con la “chiochiera” (il peperone rosso conservato in aceto), il controfiletto di arrosto ripieno di scarole e scamorza. E anche quando si propongono varianti alle preparazioni tradizionali c’è sempre un qualche legame alla terra, come nel caso del filetto di maiale in agrodolce con le more selvatiche raccolte da Lucia nei boschi vicini. E sue sono anche le conserve e le marmellate che accompagnano qualche buon pecorino o caciocavallo stagionato.
Per chiudere dessert più che casalinghi, come babà e caprese, ma anche tante crostate e un delizioso viaggio nella macchina del tempo con la «pizza di gallette»: il dolce fatto con i biscotti secchi imbevuti di acqua e liquore poco alcolico e farciti con crema bianca e cioccolato. Come usava tanto tempo fa, prima dell’avvento del mulino bianco.
Saranno i continui riferimenti alla cucina che non buttava via nulla, che inventava dei piatti ricchi con ingredienti poverissimi, sarà l’affiatamento e la dedizione di questi quattro giovani fratelli e l’entusiasmo ancora più giovane della loro mamma, ma questa piccola e riuscita impresa del Sud ci piace proprio tanto poterla raccontare. Si esce più che soddisfatti, con un conto sui 30 euro.
Ecco la scheda della Cantina del Vescovo del 2004
31 Commenti
I commenti sono chiusi.
Ammazza e che mi sono persa! Questa Cantina del Vescovo continua a stupirmi con effetti speciali che però conservano un legame genuino con la terra ed il territorio. Penso con nostalgia ai tempi in cui mi potevo permettere (in termini di calorie) di fare da betatest della produzione quotidiana della Cantina del Vescovo..
Continuate così ragazzi e non arrendetevi mai al gusto holliwoodiano di tanta cucina cosiddetta gourmet.
Incredibile. E’ da un po’ che manco da Nocera e da questa splendida osteria, e la cucina di Rosario e Lucia è sempre superba! Con prezzi sempre competivi e ingredienti di qualità. Tentata dalla zuppa di legumi e castagne credo ritornerò presto anche per carpirne la ricetta e assaggiare gli splendidi secondi di carne ;)
in una parola SQUISITEZZA. il segreto mi sa che è l’amore di mamma e Lucia e figlioli che anima ogni pietanza, unione di tradizone con tocchi originali. Per non parlare dell’accurata selezione dei vini, quando ci andiamo???
ci vado subito
non capisco. qui leggo belle cose. ma sulla guida slow food non ci sta. contursi ,tu che sei il fiduciario di zona mi puoi spiegare, per favore ?
anche perchè , tra l’altro, mi pare a un prezzo civile :-))
spiego spiego e sperando che i ragazzi della cantina leggano e si ricordino di me.Allora io sono stato uno dei primi clienti del locale,tanti anni fa,quando aveva aperto da pochissimo.Ci andavo spesso con la mia girl di allora e ci organizzai pure una cena con una decina di amici poichè facevano una cosa simpatica e cioè tu proponevi un menù per quella sera e in cambio loro ti offrivano una bottiglia di vino.Il mio lo ricordo ancora timballo di pasta alla napoletana e cinchiale al forno.Ricordo un bel locale ed una buona cucina.Poi mi lasciai con la mia girl e presi la fissa della palestra,strano a dirsi ma ho fatto pure delle gare di body buiding natural,quindi per almeno 4 anni non ho mangiato più.Adesso come si vede ho ripreso e da un anno sono fiduciario dell’agro nocerino ma mai sono stato contattato dai ragazzi del locale che finora non hanno dimostrato interesse per l’associazione anzi se non ricordo male mi è stato detto che hanno parlato loro di slow food e di quello che stava facendo per il territorio ma la cosa non ha destato la loro curiosità.Sulla guida slow food finora ho segnalato solo 3 locali della zona e sono posti altrettanto buoni.Oltretutto a pochi metri dalla Cantina ha aperto il Quod Libet,con Francesco Cibelli e Raffaele Pappalardo,vi ricordate di lui?sicuramente sì.Questo per dire che sono tanti i posti buoni in zona ed è impossibile segnalarli tuttii altrimenti dovrebbero fare una guida Osterie d’italia per ogni provincia.Il che non vieta che in un futuro prossimo si possa fare qualcosa con loro,sempre che siano d’accordo.Soddisfatto Maffi?non eri il solo ad essere stato un frescone da giovane :-))))))))))))))))))))))))))))))))))
sei stato chiaro come l’acqua di sorgente .
divertente la frase “per quattro anni non ho piu’ mangiato ” . sesso a tutto spiano richiede un notevole dispendio di energie ….. comunque ti converrebbe ricominciare .io alla tua età attuale ero ancora magrissimo….
Più che altro il dispendio di energie era preliminare al sesso perchè con la pancia non mi si filava nessuna,Comunque hai proprio ragione,devo dimagrire……..anche perchè mi sono reso conto che anche le mie performance a letto ne risentono……….2 ore e 58 minuti invece delle solite tre ore piene piene di Bunga bunga no stop :-))))))))))))))
Mah, mi dispiace per te.
Io con i miei 125 kg sono ancora uno stachanovista !!!!!
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Ciao
missionaria no però,vero?!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :-D
No, io eccello nella stalinica.
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Ciao
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a parte le serissime motivazioni personalissime del fiduciario di zona ci sono altre ragioni per cui un bel locale slow non sta nella guida slow? non dovrebbero essere proprio loro i “cacciatori” di posti come questo?
grazie per la risposta e grazie alla cantina per essere rimasta sempre un’osteria in questi quasi dieci anni!!!
Allora Sara ,scherzi a parte,il compito di un fiduciario è sicuramente quello di aiutare nell’insieme la gastronomia di qualità di un territorio ad emergere e non solo i singoli locali.Poi va tenuto presente che non è che ogni locale buono può entrare nella guida perchè altrimenti diventerebbe una enciclopedia e nessuno più la comprerebbe.Una scelta si impone sempre.Io ho segnalato in un anno solo di attività ben 3 locali che sono tanti rispetto alle poche new entry annuali ed erano locali per cui erano giunte a slow food segnalazioni da altri soci anche di fuori condotta.Questo non è avvenuto per la Cantina del Vescovo forse perchè nessun socio c’è stato a mangiare.Quando c’è una segnalazione poi scatta la verifica mentre l’ultima parola spetta sempre all’editore.Nemmeno i ragazzi della Cantina però si sono attivati in tal senso chiedendo ad esempio una verifica o partecipando alle iniziative della condotta in questo anno di vita,cosa che invece hanno fatto altri ristoratori aiutandomi nel difficile compito di portare in emersione le eccellenze di un territorio un pò bistrattato.Infine proprio ieri parlavo con un ristoratore di coinvolgere i ragazzi della Cantina in un progetto che è già partito e che stiamo pensando di allargare ad altri locali.Sempre ,ripeto,che loro siano interessati.
da un aereoporto ad un altro, immaginiamo i sapori della vostra cucina, sperando di venirli a sentire dal vivo presto.
un saluto anche agli zii (Antonio e Rosanna)
L’atmosfera che si respira è amichevole e rilassata ed i piatti una mescolanza di originalità legata ai sapori tradizionali. In più il locale è piacevole ed accogliente. Che si può volere di più? Ah, i prezzi? Molto competitivi. Un saluto da un cliente riconoscente.
Un angolo di gusto dove trovare la cucina del territorio e la passione e la tradizione di questa famiglia. Un binomio perfetto.
La zuppa di legumi e castagne è un vero trionfo, gli antipasti tutti da gustare; non saprei proprio sceglierne uno in particolare! E, anche quando a fine pasto siete pieni fino all’orlo, è impossibile rinunciare alla squisitissima pizza di gallette con cioccolato fuso………….una vera chicca!
Complimenti agli chef!
ci manco da troppo tempo mannaggia!!!!!! DEEVVOO TOORNNAAREEE!!!!
La prima volta che sono capitato alla Cantina del Vescovo sono stato colpito dalla ricerca accurata di nuove combinazione degli ingredienti della cucina campana tradizionale. La scelta dei vini che potevano valorizzare quegli esperimenti culinari era davvero straordinaria. Ormai sono passati molti anni, ma quando voglio festeggiare e fare bella figura con i miei familiari o meravigliare i miei amici, non ho esitazioni, percorro trenta chilometri e torno alla Cantina del Vescovo.
leggere l’articolo accompagnato dalle foto è solo un altra occasione per pentirsi di non esserci stata,dobbiamo recuperare!
Sono stata alla ” Cantina de Vescovo domenica scorsa ed ho mangiato piatti buonissimi tipo melenzana di finocchi ,la famosa minestra con castagne e legumi ed il maiale in agrodolce con le more di una delicatezza accattivante. Tutto buonissimo!Peccato la compagnia avevo seduta affianco una grande rompiballe!
Cara attenta potresti dare adito a fraintendimenti….. chi delle due (sedute al tuo fianco)sarebbe la rompiballe???? Eh,eh,eh
Ci sono ritornata ultimamente con grande piacere e devo dire che ho avuto modo di gustare una serie di cose, tra cui le orecchiette alla zucca e gorgonzola e la zuppa di legumi e castagne che mi hanno colpito particolarmente. Ma vi assicuro che non c’è cosa che non sia buona,insieme alla cortesia e alla professionalità che contraddistingue tutti coloro che lavorano al suo interno.
Mia cara, vedo che usi toni pacati e distinti!!! Ci stai snobbando o hai fatto finta di non capire???….. non mi dire che non hai pensato minimamente che potresti essere tu la rompi….. a cui si riferisce la nostra segretaria!!!!!!!!!!!!
Ad ogni modo convengo su tutto ciò che riguarda cibo e cortesia!
Sono stata chiamata in causa come zia d’arte e come zia d’arte ringrazio riconoscente per i tanti complimenti. Per quanto riguarda slow food è vero i ragazzi della cantina si sforzano molto di mantenere la linea intrapresa e si sforzano poco di vantarsene per accreditarsi al mondo. Un misto di umiltà e concretezza che ha determinato una gerarchia di priorità – passatemi la metafora – di “consolidamento”: Nicola ha preso casa, Gianluca si è sposato, Rosario aspetta una bimba (non lui, la sua compagna!), Davide frequenta anche l’università con un’ottima scelta (scienze e tecnologie alimentari)..Ciro e Lucia si occupano di praticare i loro vari hobbies: dalle sculture in sughero (arte del riciclo dei tappi di bottiglia) alla cestineria, dai dolci alle conserve, dai rosolii alle marmellate…insomma il tempo è quello che è, ed a volte, avere un ordine di priorità – scegliendo tra l’apparire e l’essere – nella vita aiuta.
Non si tratta di differenziare l’apparire dall’essere,solo di scegliere cosa essere,se cioè si vuol essere solo una ottima trattoria o anche un sostenitore di chi si batte perchè posti così,possano essere apprezzati anche a costo di sacrificare un pò del tempo libero come faccio io da un anno.Ma c’è sempre tempo per darci una mano e soprattutto da chi è così competente,fa sempre piacere.Slow food è sempre a disposizione per tutti coloro che perseguono la qualità,sempre che a loro interessi sostenere concretamente slow food nella sua battaglia in nome della tipicità locale.Ad maiora..
:) chiaro. Un grande statista un tempo sostenne la praticabilità delle convergenze parallele. Direi che quella strada resta maestra. Ad maiora..:)
Gentile signora Ros,convergenze parallele……è una espressione politichese coniata da Moro,che faceva del compromesso il proprio epitome politico…..io che col politichese sono poco avvezzo non ne colgo il significato che Lei vi attribuisce nel rapporto Cantina/slow food.Onde non giungere a conclusioni errate,me lo spiega?La ringrazio. :-D
E’ solo un modo confermare che è possibile coniugare entrambe le esigenze: di tempo e di impegno.
Certo e sono sicuro che si potranno fare cose interessanti insieme.Come ho detto slow food è sempre vicino a chi segue la strada della qualità come sicuramente fa la Cantina del Vescovo.a presto dunque. :-D
Anche io ci sono stato, più di una volta, e, sinceramente la cantina non mi ha mai deluso. Credo che coniughi molto bene tradizione e ricerca nella presentazione e nella cura con cui esegue e propone i suoi piatti ; tutto all’insegna di una cucina familiare ma mai banale o dozzinale in un ambiente che realmente ti fà sentire a casa sin da subito. E non è da dimenticare l’ottima carta dei vini che copre ogni zona della Campania, e, per l’ultimo l’ottimo rapporto fra quanto si paga e la ricercatezza di ciò che si mangia, gigi