Nicodemo Librandi ricordato da Donato Lanati


Librandi - Lanati, una stretta e duratura collaborazione

Librandi – Lanati, una stretta e duratura collaborazione

di Simona Paparatto

L’attimo Eterno”. Così, l’enologo Donato Lanati ha definito uno dei maggiori esponenti della viticoltura calabrese Nicodemo Librandi, scomparso lo scorso 31 agosto .

Librandi, fondatore dell’omonima casa vitivinicola di Cirò Marina, il cui testimone passa oggi ai figli Raffaele e Paolo, aveva 78 anni ed è stato uno degli artefici della crescita nel comparto enologico in Calabria, rilanciando, anche attraverso la collaborazione di Donato Lanati, i vitigni autoctoni Gaglioppo, Mantonico e Migliocco, con la produzione dei noti: Gravello, Efeso, Duca Sanfelice, Magno Megonio. Il professore è stato un grande pioniere vitivinicolo, che in terra di Calabria ha audacemente sperimentato anche vitigni internazionali come Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Aveva da poco acquisito un Dottorato honoris causa in Scienze Agrarie e Alimentari, dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, per l’eccellenza d’operato ed i meriti maturati in un settore al quale ha dedicato l’intera vita.

“Il – Professore –, così come era appellato nella terra tra i due mari, è stato un personaggio di straordinaria bellezza umana ed enoica; una delle persone più importanti della mia vita” ha ricordato Lanati durante le esequie.

Lo conobbi nel 1998. Mi chiese di lavorare per lui ma, per me, originario di Voghera e trapiantato nel Monferrato, il piede del Bel Paese pareva all’orizzonte di uno stivale troppo lungo. Poi, non conoscevo le varietà calabresi. Ebbene, mai dire mai. Un giorno, il Professore, uomo determinato e per nulla spaventato dalle distanze, scelse la teoria di Maometto e giunse nel Monferrato (montagna), presentandosi alla porta del mio laboratorio con quel fare gentile e garbato, di uomo elegante dall’aspetto quasi normanno. In un attimo, e senza profferir parola, mi fece cambiare idea. Il suo carisma mi conquistò a pelle”.

“Capii subito di avere di fronte un uomo di quelli che, poche volte, capita di incontrare nella vita. Fu così che iniziò la nostra stretta e duratura collaborazione. Lui e la sua Calabria diventarono per me un tutt’uno imprescindibile. E oggi, più che mai, Nicodemo resta per me l’immagine perfetta dell’Attimo Eterno”.

“Eh sì, caro Professore, un attimo dopo averti incontrato mi era parso di conoscerti da semprecon te, le cose più importanti sono sempre successe in un attimo, dall’appagante e perpetuo retrogusto; i vini autoctoni della tua Calabria, grazie a te, hanno raggiunto tutto il mondo donando attimi dal percepito eterno. Quanta ricchezza era custodita nel tuo cuore e nel tuo essere. Come dice il grande giornalista Cesare Pillon, – da te abbiamo imparato l’importanza lasciare ricordi importanti e di creare affetti inesauribili –, esattamente come tu stesso hai sempre fatto, spontaneamente, instancabilmente e generosamente”.

“Caro Nicodemo, Professore, Ricercatore, Agronomo e grande amico, ci rivedremo”.