Nero di Troia Castel del Monte Doc 2014 – Masseria Faraona


Nero di Troia Castel del Monte Doc 2014 Masseria Faraona

Nero di Troia Castel del Monte Doc 2014 Masseria Faraona

di Enrico Malgi

Tra le variegate etichette prodotte, oggi ho scelto per la mia degustazione il Nero di Troia Castel del Monte Doc 2014 di Masseria Faraona seguita da Vincenzo Mercurio. Tipico vitigno autoctono coltivato nella Puglia centro-settentrionale tra le Murge e la Daunia, dove si esprime al meglio. Varietà allevata a quattrocentocinquanta metri di altitudine. Dopo la fermentazione in acciaio per quindici giorni, il vino matura per otto mesi in barriques di rovere e poi viene elevato in vetro per ulteriori quattro mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale intorno ai 20,00 euro.

Controetichetta Nero di Troia Castel del Monte Doc 2014 Masseria Faraona

Controetichetta Nero di Troia Castel del Monte Doc 2014 Masseria Faraona

Colore rosso rubino screziato di porpora nel bicchiere. Il bouquet espande subito i suoi complessi ed intensi profumi, ricchi di nuances di ciliegie sotto spirito, di more e di prugne, intrecciati ad accattivanti ed avvolgenti sentori di viola mammola, di chiodi di garofano, di pepe nero, di balsamo, di liquirizia e di credenziali vegetali. Rovere calibrato. Sorso solido e rassicurante, connotato da tannini ancora serrati, ma avviati sulla strada dell’ammorbidimento. Buona la spinta acida che rinfresca tutto il palato. Sensazione tattile vigorosa, ma anche fine ed elegante. Finale ampliato da una buona persistenza. Da spendere sui piatti sostanziosi della terragna cucina pugliese, come i troccoli alle cime di rapa e salsiccia, castrato alla brace e polpette con peperoni di Altamura.

Sede a Corato (Ba) – Via Sant’Elia Zona Industriale
Tel 080 9172412 – Fax 080 8729275
[email protected]www.masseriafaraona.it
Enologo: Vincenzo Mercurio
Ettari vitati: 30 – Bottiglie prodotte: 50.000
Vitigni: nero di troia, aglianico, montepulciano, bombino nero e bianco, cabernet sauvignon, chardonnay e sauvignon blanc 

2 Commenti

  1. Nero nero nero sempre in opposizione al più comune rosso,ma di sicuro mai e poi mai rosso nero.Dopo quello di Avola ,ormai lanciatissimo,credo che questo vitigno ,che per anni ha fatto da valletto al più mediatico primitivo ed al versatile negramaro ,sia da tenere in giusta considerazione nel prossimo futuro perché se già ora da vini di grande complessità,pur nelle oggettive difficoltà di vitigno e di annata,una volta ben inquadrato sono sicuro che tante soddisfazioni ci regalerà.Il tempo giustizia farà,ma per adesso godiamoci questo esemplare cui il buon Enrico,con spirito di indomitico sacrificio,per noi ha degustato ,come è d’uso,al chiuso del suo ufficio.PS.Sarebbe gradita ,non dico la ricetta,ma almeno qualche delucidazione sulle polpette con peperone.Ad maiora d@ FM.

  2. E sì caro Francesco il Nero di Troia (o Uva di Troia), che la storia vorrebbe far risalire addirittura a Diomede compagno in armi di Ulisse nella campagna di Troia appunto ed approdato sulle coste pugliesi intorno al XIII secolo a.C., è sicuramente un grande vitigno da cui si ricava un grande vino rosso. Come hai giustamente fatto notare, insieme al Primitivo ed al Negroamaro, specie varietali che si coltivano preferenzialmente più a sud della Puglia, il Nero di Troia va a comporre la triade dei grandi vini pugliesi, a cui bisogna aggiungere anche l’Aleatico, il Susumaniello e la Malvasia Nera. Senza dimenticare poi l’Aglianico coltivato nel Foggiano, ed il Sangiovese che stranamente risulta essere il vitigno a bacca rossa più diffuso in tutta l’Apulia. Mentre vitigni internazionali ce ne sono pochi, visto che bastano ed avanzano quelli autoctoni già esistenti. Per quanto riguarda la ricetta da me citata nel report, si chiama esattamente “polpette ai peperoni di Altamura” che ho avuto il piacere di degustare alcune volte durante le mie escursioni in Puglia. Piatto molto gradevole senz’altro, anche se un poco pesante. Ciao.

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