Napoli, pizzeria Da Ettore nel cuore di Santa Lucia
Ristorante Pizzeria DA ETTORE
Via Santa Lucia, 56
Tel. 081.7640498
Aperto a pranzo e a cena. Chiuso domenica.
di Virginia Di Falco
Resiste resiste resiste! La storica pizzeria da Ettore, baluardo della pizza napoletana nel quartiere di Santa Lucia. Da più di ottant’anni punto di riferimento anche per la cucina tradizionale, quella degli spaghetti a vongole e della frittura di mare, del calendario casalingo, dal pesce del venerdi alle minestre infrasettimanali.
Chi resiste un po’ meno, in verità, è il Borgo di Santa Lucia, purtroppo. Almeno dal punto di vista gastronomico ha infatti sicuramente perso caratteristiche e atmosfera che per secoli lo hanno fatto identificare con la stessa città di Napoli.
La strada che parte dalla chiesa di Santa Lucia e che va verso il mare è ormai una sequela di locali commerciali – tranne qualche eccezione – dalle insegne urlanti e dai menu “tutto compreso” a meno di 10 euro che soddisfano il bisogno di pasti frettolosi da pausa ufficio (la sede della Regione Campania è proprio qui) o da turismo usa e getta.
A ricordare il tempo passato, con l’ironia che piace alla Storia, alcuni vecchi orologi – tutti perfettamente funzionanti – esposti nella vetrina dell’antica Orologeria Bustelli, sapiente laboratorio rimasto esattamente com’era, dagli arredi spartani in legno alla vetrina protetta da una tendina.
Proprio come da Ettore, dove camerieri e tovagliato ricordano quelli di una volta, così come la cortesia dell’invito ad accomodarsi, quasi si entrasse in casa loro.
Al forno, il pizzaiolo è giovane ma gli spartiti sono quelli di sempre. A partire dai fritti, che vengono proposti come antipasto, con una montanara eseguita a regola d’arte, leggera come una nuvola.
Qui la margherita è anche la regina del menu, e dunque le varianti girano intorno a lei: si può ordinare con i funghi, con la mozzarella di bufala, con il prosciutto o con la parmigiana di melanzane. Oppure nella formula ‘Favolosa’, con i pomodorini freschi.
La marinara, invece, con l’aggiunta dei pomodorini freschi e delle olive, diventa ‘Provenzale’, gradevolissima e imbattibile nei suoi toni meditarrenei. Oppure vengono addirittura aggiunti i calamari. A ricordare l’orgine di Santa Lucia come borgo di pescatori, infatti, da Ettore la pizza con calamari, gamberi e frutti di mare è sempre stata in carta e si chiama proprio “alla Pescatore”.
Come stile si distingue nettamente dalla ‘ruota di carro’ dei Quartieri. Questa di Ettore è sempre stata una pizza meno popolare, più “cittadina”, a partire dalle dimensioni, meno importanti di quelle di Spaccanapoli che, come si sa, escono fuori dal piatto. Il cornicione, poi, qui è basso e croccante ed è parte integrante della pizza, condita fino ai bordi. Per dirla con una battuta, siamo sul mare ma non c’è nulla di più distante dai … canotti contemporanei.
Nel complesso, Ettore rimane un posto dove è molto piacevole tornare perchè solidità di gestione e servizio – così come qualità della pizza – non hanno subito battute d’arresto e dunque si gode in pieno del comfort di un pezzo di Napoli intramontabile.
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di seguito la nostra scheda del 2010:
di Virginia Di Falco
Via Santa Lucia, 56
Tel. 081.7640498
Sempre aperto. Chiuso la domenica. Ferie in agosto
Nel 1936, un anno prima che i fratelli McDonald aprissero in California il loro primo chiosco di hot dog inaugurando una nuova era nella storia mondiale del cibo da strada, Ettore partiva a Santa Lucia con la sua trattoria-pizzeria, piccolo tempio napoletano del fast food. Appunto. Un’altra storia.
Dopo quasi 75 anni di attività, il figlio Mario, aiutato da figli e nipoti, vince ancora la concorrenza dei diabolici panini in salsa multinazionale con il suo Pagnottiello: un “pizza sandwich” cotto nel forno a legna e poi imbottito, a richiesta, («dopo la cottura» si ricorda nel menu) con parmigiana di melanzane, o con peperoni e funghi, con mozzarella e prosciutto, con pomodorini mozzarella e rucola, o friarielli con mozzarella o salsiccia. Tanto gusto e tante calorie, è vero, ma che si diluiscono in sapori ancestrali, riconoscibili, abbracciati da una pasta leggera perchè perfettamente lievitata.
La vera prova del nove però, si supera qui con la pizza Margherita (con fiordilatte o mozzarella di bufala) e con il calzone, ripieno con mozzarella, ricotta e prosciutto. Anche in questo caso impasto soffice, leggero e saporito, con le bolle bruciacchiate che si fanno mangiare: non come quando le parti annerite segnano la resa della pasta nel forno a legna di fronte ad una lievitazione forzata e forzosa.
Qui da Ettore, a pochi passi dal lungomare ma anche dalla principale sede della Regione Campania, turisti e soprattutto politici trovano oltre alle classiche pizze molti piatti della tradizione e della cucina casalinga, dagli spaghetti ai frutti di mare o al filetto di pomodoro, al sautè di vongole, alla frittura “all’italiana”, al polpo alla luciana.
L’ambiente è semplice, il servizio è professionale nel suo compassato equilibrio tra cortesia e distacco, tipico dei locali dove il personale – come succede ad esempio a Roma, da Fortunato al Pantheon – ne ha viste (e sentite) parecchie ai tavoli, nel corso dei decenni.
Per chiudere, dolci della tradizione partenopea, dalla pastiera al babà per un conto che difficilmente supererà i 20 euro. Peccato per la lista dei vini e il tovagliato, che fanno un po’ troppo Prima Repubblica. Proprio come molti inquilini del Palazzo di fronte.