Napoli, La Città del Gusto


Il Gambero Rosso a Bagnoli

Un segnale, il primo, in assoluta controtendenza: ci vuole infatti coraggio imprenditoriale e culturale ad aprire in questo momento tanto difficile per la città una iniziativa così ambiziosa e complessa. Ma il programma è stato rispettato e l’intesa voluta dallo stesso Bassolino due anni fa ha trovato la sua realizzazione secondo una legge non scritta che vede sempre Napoli giocare un ruolo anticipatore nella innovazione in diversi settori, a cominciare, tanto per dirne uno, dal trasporto veloce. Nel vecchio padiglione dove era stato allestito il ristorante lo spazio, completamente ripensato, vede cucine moderne con il fuoco a induzione a mo’ di aula scolastica per corsi che si annunciano ormai già pieni come un uovo: in un paese stanco e in una città precipitata in piena emergenza, l’agroalimentare sembra non perdere il proprio entusiasmo e la ragion d’essere coinvolgendo un numero sempre più grande di persone appassionate e di professionisti. Del resto, lo ha sottolineato Stefano Bonilli nel corso della presentazione ufficiale alla stampa insieme a Marco Bolasco e all’amministratore Gigi Salerno, proprio sulla formazione si gioca la partita decisiva in un settore strategico per l’economia nazionale, domanda a cui, purtroppo, non sempre la scuola pubblica riesce a dare le risposte giuste.
La Città del Gusto a Napoli, uno dei riferimenti più importanti è Paolo De Cristofaro, allora è inanzitutto questo, possibilità per i giovani di tutto il Sud, ma anche dal Centro, di venire qui ed imparare, addestrarsi, costruirsi una professione come tanti hanno già fatto a Roma. E poi ci saranno le vetrine secondo una formula collaudata come l’incontro con produttori, serate a tema, iniziative, presentazioni o, molto più semplicemente, il wine bar, l’osteria, la terrazza in estate. Lo scenario è quello mozzafiato di Città della Scienza con cui la Gambero Rosso Spa ha costituito una nuova società di gestione, la CS&G srl. Ovviamente, oltre al nuovo spazio di 3000 metri quadri tecnologicamente avanzato, ci sono a disposizione gli enormi spazi per la convegnistica di cui già dispone la struttura a Bagnoli.
Insomma, un segnale forte, positivo. In un territorio come il Mezzogiorno che, a giudizio di Bonilli, rappresenta il futuro della filiera enogastronomico italiano. Di fatto il presente e il passato è già occupato dalla produzione, ma il vino, la ristorazione, la stessa filiera commerciale dei prodotti di eccellenza, sta assumendo una dimensione sempre maggiore, costituisce la novità di un territorio ancora poco conosciuto e per questo da esplorare, con uno sbocco di mercato di prossimità costituito da oltre 10 milioni di persone lungo l’asse Roma-Napoli. La forza di questa iniziativa si gioca da un lato sulla capacità di trasferire a Napoli e nel Sud il know how accumulato in sei anni di esperienza romana, dall’altro di interfacciarsi con le energie e la creatività del territorio. Se si riuscirà a trovare il giusto equilibrio fra queste due componenti capaci di assicurare linfa vitale all’iniziativa, il successo è assicurato perché il bacino di utenza è sconfinato, la tradizione incredibile, la materia prima insuperabile: qui è nata la cucina italiana di città.

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