Napoli, Il ristorantino dell'avvocato a Santa Lucia
Via Santa Lucia, 115-117
www.ilristorantinodell'avvocato.it
Tel.338.4402978 e 081.0320047
Sempre aperto
Chiuso domenica sera e lunedì sera
La laurea in legge c'è, ma sono ormai dieci anni che Raffaele Cardillo armeggia dietro i fornelli decidendo di abbandonare il mestiere nel quale si è bravi se si fa male al prossimo a quello dove bisogna farlo stare bene.
Decisamente una buona scelta, dal Castagno sui Camaldoli a Santa Lucia, il quartiere più antico di Napoli.
Cambiare quartiere a Napoli è un po' come viaggiare da un continente all'altro tanta è la storia e la sedimentazione antropologica. E' per questo motivo che spesso la gastronomia napoletana assume toni e modi presepiali in cui il personaggio deve essere ben inserito nel contesto in cui opera.
Vantaggi e svantaggi questa condizione, però il calore umano e il rapporto personale in questi luoghi è importantissimo ed il primo segnale per capire se una cosa funziona è vedere se è stato adottato dai napoletani.
Il Ristorantino dell'avvocato lo è certamente grazie ad una formula easy a pranzo da cui si esce con un antipasto abbondante a 15 euro, per una moderata rivisitazione della tradizione che usa sempre la buona materia prima dell'orto e del mare come trampolino di lancio.
Non mancano buone idee che giocano con la memoria delle prime tracce della vittoria dell'industria sull'artigianato alimentare, come appunto, Simmenthal a modo mio, un antipasto abbonandante senza se e senza ma.
La novità è comunque l'aggiornamento nelle tecniche, un buon rapporto con Paolo Barrale che ormai è diventato un solido punto di riferimento per tanti giovani impegnati nei fornelli campani.
Le paste, un po' da ansia di prestazione la presentazione della Genovese, ci sono piaciute davvero molto: sapori centrati, napoletani, nessuna stranezza.
Il pesto è ottenuto dai peperoncini verdi.
Abbondanti e di materia i due secondi di pesce, il fresco merluzzo che resta una grande carne nonostante l'idiosincrasia generazionale maturata con l'obbligo di mangiarlo ogni giorno da piccoli.
Bello poi il baccalà nelle sue varianti. Un cibo importante a Napoli dopo, può sembrare strano, l'approvvigionamento di pesce fresco è sempre stato un problema per via delle dimensioni della popolazione, già a quota 400.000 abitanti nel '700.
Dolci precisi, di buona scuola, chiudono il pranzo.
Insomma, un riferimento importante a Santa Lucia dove in pochi metri abbiamo due pizzerie tradizionali come Ettore e Marino e La Caravella.
Buona la carta dei vini, dove la Campania è profonda e ampia. Peccato che si cominci con un banale e scontato Prosecco: in una regione dove ormai si producono un milione e mezzo di bottiglie di bollicine da vitigni autoctono uno sforzo in più andrebbe fatto anche in questa direzione.
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Il prosecco è figlio di una terra operosa e di una tradizione piena di onore, e quando è “banale” è solo colpa di chi lo sceglie, in questo caso immagino il ristoratore. Un vino perfetto per ogni tipo di “cominciamento”, in ogni caso. Del resto, proprio in questi giorni, in un noto e rinomato bar del Vomero ho dovuto rinunciare a Fiano, Asprinio, Forastera – questi i nomi che ho contrattato col cameriere – semplicemente perché non ce li avevano, ma di prosecco – buono e meno buono – erano pronti a sommergermi. Ho cambiato bar e mi sono fermato quando ho trovato un Coda di Volpe…
Certamente Sergio.
Il concetto che volevo esprimere non è certo escludere il Prosecco, ma avere in carta spumantini campani di eguale valore, quello ci vuole. Deve scegliere la curiosità del cliente, non la pigrizia del ristoratore
Prosecco di falaghina? Il nome non mi torna…
Cmq d’accordo con il racconto, e i prezzi sono buoni, se è giusto quanto letto qui. http://www.opensociety.it/it/openrestaurants/ristorante-il-ristorantino-dellavvocato-napoli/