Napoli, pizzeria Di Matteo
Via dei Tribunali, 94
Tel. 081-455262
Sempre aperto tranne la domenica
In principio, e cioè nel 1936, era Salvatore, Di Matteo, appunto. Poi, dopo la gestione del figlio, nel corso degli anni gli scugnizzi che avevano cominciato con lui sono arrivati a gestire in proprio la celebre pizzeria in via dei Tribunali. Oggi, Raffaele Marigliano cinquantenne orgoglioso ex scugnizzo pizzaiolo racconta di pizze fritte con salsa di pomodoro, formaggio e basilico, di panzarotti e zeppole di baccalà, di pizze con le alici e i cicinielli, e di altre prelibatezze preparate con la sugna, condimento antico e mai troppo rimpianto. Nei primi anni Di Matteo era solo una friggitoria, come tante (e solo) a Napoli si trovano.
Diventata poi pizzeria, ma con l’olio sempre bollente nei grandi recipienti di allumunio, al bancone davanti al forno a legna si sono aggiunte due sale. Oltre alla classica margherita, pasta vera, lievitazione vera – tre volte a giorno, precisa Raffaele – non si puo’ perdere la “pizza fritta” unico esemplare antidietetico autentico che, a differenza dei velenosi mac-cheese-iper burger importati dall’unico vero impero del male, ti riconcilia con la vita, facendoti peccare senza pentimento. L’impasto è quello classico così come il ripieno: la ricetta della pizza fritta, cioè, oltre alla ricotta, alla provola, ad un po’ di pomodoro deve prevedere anche i cigoli di maiale. Servizio più che veloce, tavolacci (e sediacce, per la verità), pochi fronzoli, centinaia di clienti affezionati e anche celebri. La contesa con la brigata di Ernesto Cacialli su dove Bill Clinton abbia mangiato felice e contento la sua prima pizza piegata “a libretto” è ancora aperta, ma non è difficile immaginare che l’ex presidente americano ne abbia divorate una decina da almeno cinque diversi forni in tempi che neppure il fotoreporter più veloce della zona sarà riuscito a documentare. Qui comunque nessuno dorme sugli allori, tutti i clienti sono uguali e tutti meritano attenzione. Il nostro tavolo ha avuto la fortuna di catturare quella di Raffaele che ci ha promesso che se gli portiamo due alici o un po’ di cicinielli ci fa la pizza come 50 anni fa.
Virginia Di Falco