Nals Margreid celebra Sirmian, il potente Pinot Bianco, nei suoi splendidi 50 anni
di Simona Paparatto
Le radici della viticoltura altoatesina risalgono a migliaia di anni fa e Nals Margreid (azienda dal nome ormai consolidato nel panorama vitivinicolo italiano ed internazionale), ne è parte integrante, posizionata proprio sulla via Appia Antica romana. Edificata nel 1764 come tenuta Von Campi, così rimane fino al 1932, quando 34 viticoltori decidono di riunirsi per fondare la cooperativa Nals. In Alto Adige il 70 % degli ettari dei vigneti è collegato a cantine cooperative associate, che oggi sono ben 216: una realtà forte e perfettamente funzionante, tutta altoatesina! Con la fusione tra la cantina Nals e la Magrè-Entiklar nasce nel 1985 Nals Margreid, attraverso un sodalizio che perdura ancora oggi, grazie alla dedizione, all’impegno costante ed a valori condivisi, come l’operare nel rispetto della tradizione e del territorio, che è altamente vocato per suoli, clima e sapienza umana. Con 138 soci e 160 ettari di vigneti, coltivati in 14 diverse zone tra Nalles, Magrè e la Val d’Adige, Nals Margreid è l’unica cantina in Alto Adige a vantare una così ampia estensione di vigneti in zona monopole.
Elegantemente ristrutturata grazie ad un progetto architettonico realizzato nel 2011 (premiato alla biennale di Venezia del 2012), produce vini rossi per il 30%: Pinot Nero, Lagrein, Merlot, Cabernet, ma l’offerta maggiore è rappresentata dai bianchi: Sauvignon, Chardonnay, Gewurztraminer, Pinot Grigio, Moscato Giallo e Sirmian, il grande Pinot bianco, i cui cru si trovano proprio sopra Nalles, tra 500 e 800 m/slm, tra Merano e Bolzano: 12 ettari esposti a sud est, dei quali 8 hanno 40/50 anni d’età.
L’ambiente alpino con l’influenza delle Dolomiti, delle Alpi Venoste e delle Sarentine, in unione ad un clima continentale (i vicini ghiacciai concorrono a creare ottima escursione termica: estati non troppo calde e notti molto fredde, provocano una differenza di quasi 20 gradi tra giorno e notte), rendono la zona ideale per il Pinot Bianco, che qui si manifesta pieno, profondo e strutturato: la sua grande vena fresco/sapida è in grado di bilanciare la notevole alcolicità, con un accenno del legno che si rende impercettibile, legandosi simbioticamente al vitigno. La gustosa salinità è caratteristica di un’uva che nasce da terreno complesso, con scarsa presenza d’acqua: le sostanze minerali che si trovano nelle viti generano da sottosuolo morenico, depositato dai ghiacciai nel corso di milioni di anni e composto da porfido, marna, gneiss, calcare e mica.
Dopo breve macerazione, le uve raccolte a mano, fermentano tre settimane in botte grande (in questo modo non si invade troppo con il legno, ottenendo finezza), con conseguente maturazione sui lieviti fini per 8 mesi. Caratteristiche queste che fanno di Sirmian, un vino ad altissimo potenziale di invecchiamento, nonché autentica espressione del territorio.
Gottfried Pollinger, direttore commerciale e CEO di Nals Margreid, ha dato il benvenuto a quanti con me hanno partecipato alla verticale di Sirmian per il suo 50° anniversario, qualche giorno fa a Milano, presso il ristorante Anima di chef Enrico Bartolini, recente stella Michelin.
<<Già dalla Seconda guerra mondiale>>, spiega Gottfried, <<Sirmian divenne un vino molto rilevante, significativo in Alto Adige. I cantinieri di importanti locali compravano proprio Sirmian: non esisteva il nome Pinot Bianco!>> Imbottigliato per la prima volta nel 1971, oggi dopo 50 anni, continua ad essere un prodotto di pregio. Icona dell’azienda, è esportato in 35 paesi nel mondo, e colleziona ambiti riconoscimenti come i Tre Bicchieri del Gambero Rosso (per 14 volte consecutive) e con l’annata 2012, Miglior Vino Bianco d’Italia, acclamato anche dalle più influenti guide internazionali come Vinous di Galloni, Wine Spectator, Robert Parker.
Harald Schraffl enologo e CEO, responsabile qualità a Nals dal 2005, interviene sottolineando che la qualità di Sirmian deriva dal lavoro che si fa da generazioni: << Si vinifica ogni singola parcella in piccole botti di legno da 12 a 30 ettolitri e dopo 7/8 mesi di sosta sulle fecce grosse (per aver un prodotto pulito nel finale) senza travasi e dopo colmature e batonnage, avviene l’assaggio. Può capitare che una partita non rientri nella selezione prevista, ma non perché il vino non è buono, semplicemente perché non si sposa con gli altri! Il pinot bianco parla molto dell’annata e del suo terroir, come il gewurztraminer (altro vitigno tradizionale altoatesino), con la sua aromaticità, parla tanto della varietà>>.
Luca Gardini, (sommelier di indiscussa fama, critico ed assaggiatore), con grande bagaglio esperienziale ed invidiabili doti degustative, ha colto e puntualizzato appieno il concetto filosofico di Nals Margreid, guidandoci negli assaggi di tre batterie: la prima rappresentata da annate fresche (2021, 2019, 2014, 2011); la seconda da annate calde, precoci (2020, 2017, 2009, 2005); infine la terza dalle quattro annate più equilibrate (2018, 2012, 2002 e 1997).
Annate fresche
2021 – Annata più tardiva. Il pinot bianco si è vendemmiato il 17 ottobre, a piena maturazione.
Al naso si presenta teso: arriva stretto, poi si espande. Sentore balsamico, iodato e nota che ricorda molto il kiwi. L’annata fresca concilia la verticalità della tensione della sapidità e soprattutto della freschezza con sensazioni mentolate, balsamiche.
Tensione ed espansione in bocca: freschezza, sapidità con finale profondo ed ammandorlato.
2019 Caratterizzata da bassa resa: le viti sono rimaste piccole ed hanno prodotto poco vino. L’Alto Adige ha visto in questa una grandissima annata.
In evidenza all’olfatto, note di erbe aromatiche come maggiorana e timo. Scorrevole in bocca, ma di grande estrazione! L’ottima sapidità regala spessore e densità al vino: ciò gli permetterà di essere longevo nel tempo, ma già da subito si ha un impatto di bevibilità!
2014 Difficile per via delle intense piogge, anche in vendemmia (il 50 % delle uve è andato perso per la botrite), ma fantastica per i vini bianchi (contrariamente a quanto i più ne possano pensare). La giusta interpretazione, l’adeguata impronta stilistica, hanno conferito a Sirmian una bocca tagliente, di grande tensione, in perfetta armonia con la nota sassosa, iodata, di corbezzolo maturo, cedro, zenzero e pepe bianco, all’olfatto! Freschezza e salinità, agrume e mandorla nel lungo finale.
2011 Annata con estate bella e calda che ha reso l’uva molto matura in vendemmia. Sirmian davvero di grande spessore, nella sua fase di massima espressione che, come spiega Luca, non significa che sia un vino arrivato: la maturazione può rimanere invariata anche per 15/20 anni, se conservato in modo appropriato. Sensazionale! Perfettamente abbinabile ad un piatto importante. Pulito, piacevole. Il legno è dosato benissimo, non si percepisce, così come non ci si accorge della carica alcolica: questo dimostra un grande equilibrio sin dal lavoro in vigna, con raccolta di uve mature e sane per l’ottenimento di un grande vino. Nals Margreid lavora per piccoli appezzamenti, con conoscenza perfetta dei terreni. Se si fa bene, il risultato sorprende! Certo Harald riesce sempre ad esaltare il vitigno, facendo parlare l’annata!
Annate calde e precoci
2020 Molto precoce con estate non troppo calda, ma con set/ottobre molto caldi. Vini con elevata spinta alcolica: per mantenere le doti di freschezza, si è deciso di vendemmiare in anticipo.
Frutto polpa gialla, passion fruit, fragranza ed ancora freschezza. La parte mentolata si trasforma in balsamica, eucalipto, con il finale ammandorlato che c’è sempre. L’annata calda esalta la densità ed il sale. Una salinità densa, con la freschezza ben bilanciata dalla struttura e con l’alcol che c’è, ma non è percepibile. Finale lungo e caldo, con leggero riverbero di rosmarino.
2017 Estate molto molto calda e Pinot Bianco di grande espressione.
Al naso mela e cacao, kiwi, poi salvia e limonata. Equilibrato in bocca: fresco nonostante l’annata. Ben bilanciata la densità. Dal finale selvatico quasi di cappero salato, con ritorno al frutto esotico.
2009 Estate calda con autunno fresco. Molto floreale al naso, nonostante il caldo. Il ventaglio olfattivo è invitante e variegato: lavanda, incenso, frutta secca, mandorla, con chiusura di mentuccia selvatica, pompelmo rosa e lime. Profondità in bocca: un vino di 13 anni, un’annata calda con ancora una grande freschezza. Fragrante ed ammandorlato nel finale, come da sua caratteristica. I suoi 15 gradi non sono affatto percepibili, sia per freschezza che per grande estrazione! (Il più fresco dei tre precedenti)
2005 (La prima annata prodotta dall’enologo Harald Schraffl, che rispetta uno stile rigoroso e preciso). Dalla bassissima resa, con uve dall’acino piccolissimo con sostanze concentrate, non facilissima ed un po’ difficile da gestire, anche in vendemmia. Al naso subito spezia leggermente amarognola di zafferano, poi coriandolo, mango, fruit passion e ancora spezie. In bocca si ritrova una perspicace vena fresco-sapida, una nota gessosa, iodata (forse il meno salato dei 4). L’ingresso in bocca non ha un impatto forte, ma sul finale è lunghissimo! Di grande profondità ed eleganza. Un vino capace di esprimere la potenzialità nel tempo, con un rapporto qualità prezzo eccezionale: 27€!
Annate equilibrate
2018 Ottima sia per i bianchi che per i rossi. Vendemmia molto secca, in completa assenza di botrite. Annata elegante con l’impronta stilistica ben definita da subito: freschezza, sapidità, densità, in perfetto equilibrio. La massima espressione del vitigno è presente da subito. Naso teso e complesso: pesca bianca, mela verde, poi maggiorana, timo, rosmarino: un po’ pungenti, ma piacevoli. Naso ancora balsamico, intenso, entusiasmante. Spessore ed immediatezza in bocca. La tensione si espande, con finale ancora amarognolo, denso e lungo.
2012 Speciale per la sua aromaticità. Naso marino, iodato, ricorda il sentore di ostrica di mare, poi i frutti del kiwi e della mela verde, per continuare con la salamoia del cappero, delle olive: è il più iodato di tutti. Sapido e fresco in bocca, equilibrato e saporito, chiude lungo, denso e gustoso.
2002 Annata emozionante con un clima abbastanza variabile in primavera/estate, ma bello in autunno. Note di mandarino in confettura all’olfatto, continua con speziature, intriganti e pungenti di liquirizia e chinotto (bitter). Spessore, e compattezza in bocca, dove si espande con una sorprendente vena acida (difficile trovarla in bianchi di quest’età!), rivelandosi pulito, preciso, lungo, profondo.
1997 Annata quasi calda e mite, addirittura un po’ anticipata. Questo vino di 25 anni, si rivela come il risultato di un perfetto incontro di tutte le caratteristiche delle precedenti annate con i profumi della 2012, l’equilibrio gustativo della 2017, la longevità della grande 2011 e la cremosità della 2005, mantenendo un’eccellente qualità, tipica da sempre di Nals Margreid.
Luca ci dice <<ciò che lega le varie annate, risiede nello spessore del vino, inteso come massa densa che gira nel calice lenta e compatta e che si ferma ancora compatta: ciò significa estrazione, polpa, non alcol>>. Grande densità insieme a freschezza/sapidità, rigore stilistico, pulizia, ma soprattutto riconoscibilità, sono le grandi doti di Sirmian e di Nals Margreid. Profumi, precisione: il vino nel tempo non migliora, semplicemente cambia! Cambiano le sfumature, evolve. In tutti i vini, nonostante le annate calde, c’è sempre quel quid fresco/sapido che caratterizza il Sirmian monopole. L’annata calda dà un naso meno tagliente e verticale, ma certo più compatto, mentre il Sirmian di un’annata fredda resta teso per poi espandersi.
Terminata la stupefacente verticale, siamo stati deliziati dal colorato menù dell’executive chef Michele Cobuzzi, che ci ha presentato i suoi piatti: Porro di Cervere, emulsione tiepida di erba cipollina, crema di pane all’acciuga, con cui abbiamo potuto assaporare ancora una volta Sirmian Pinot Bianco 2021; fave secche soffici, gambero viola, erbe amare e peperone crusco, con Sirmian Pinot Bianco 2018; bottoni di gallina nostrana, limone candito e cime di rapa; rombo chiodato, curry e rapa di Caprauna. Con queste pietanze, il vino proposto è stato Nama Cuvée 2018, ultimo arrivato in casa Nals Margreid. Ottenuto da un assemblaggio di Chardonnay (90%, vigneto situato a Magrè nella bassa Atesina, con esposizione sud/sud est, con suoli ghiaioso- calcarei ad alto contenuto di hummus, tra 220 e 350 metri di altitudine e clima mediterraneo), Pinot Bianco e Sauvignon, è il risultato di attenta selezione in vigna che consente di esaltare il singolo vitigno, secondo la filosofia dell’azienda.
Veli di cioccolato caramellati, ricotta di pecora e pera speziata, hanno concluso magnificamente l’incontro.
Davvero un felice connubio quello tra i vini Nals Margreid e le creazioni di chef Cobuzzi: una cucina elegante la sua, ma anche consistente e di gran gusto, ricca di sapori marcati, che ben delineano i tratti identitari del giovane chef pugliese. Sirmian e Nama hanno saputo accompagnare le gustose e saporite pietanze, attraverso ottima struttura, grande finezza e lunga persistenza gustativa, che hanno ben bilanciato l’aromaticità dei piatti, con un’alcolicità che ne ha incanalato la succulenza, esaltandoli ed appagando il palato.
Gottfried Pollinger: <<Diamo valore al territorio mantenendo l’identità di ogni singolo vitigno cosicché chiunque beva un nostro vino nel mondo esclami: questo è un grande vino italiano! >>.
Nals Margreid – Via Heiligenberg, 2 – 39010 Nalles South Tyrol
Tel.: 0471 678 626
Mail: [email protected]
Sito web: www.nalsmargreid.com
Presidente: Kurt Wolfensberger
Direttore commerciale, CEO: Gottfried Pollinger
Enologo, CEO: Harald Schraffl