Murgo – Presentate le nuove etichette degli spumanti metodo classico


Batteria dei vini in assaggio

Batteria dei vini in assaggio

di Francesco Raguni

La scorsa settimana, all’interno del suggestivo sito di Palazzo Scammacca del Murgo, sono state presentate le nuove etichette degli spumanti metodo classico della cantina Murgo. Per l’occasione erano presenti sei degli otto fratelli della famiglia omonima, quali: Michele (responsabile di produzione), Pietro (responsabile di Palazzo Scammacca e Tenuta San Michele), Manfredi (export manager), Costantino (responsabile di Tenuta La Francescana in Lazio, di proprietà della famiglia Scammacca), Bernardo (responsabile delle Pubbliche relazioni) e Alessandro (supervisore delle attività nei vigneti). Gli altri due fratelli assenti sono invece Matteo (responsabile di Tenuta Gelso Bianco e della produzione di agrumi, olio e conserve) e Filippo (ambasciatore in Camerun), unico assente per ovvi motivi istituzionali.

 Famiglia Murgo

Famiglia Murgo

La conferenza di presentazione – moderata dal giornalista Antonio Iacona – è stata scandita in due fasi: la prima dedicata alla famiglia Murgo, la seconda alla degustazione tecnica delle etichette delle bollicine già esistenti, le nuove e le storiche.

Sala di degustazione

Sala di degustazione

Sono veramente lieto di essere qui oggi e rappresentare la nostra famiglia. Io mi sono inserito per primo nella attività agricola, fin da subito ci siamo cimentati nella valorizzazione del territorio e dell’azienda sull’Etna” ha affermato Michele Scammacca del Murgo. “L’azienda nasce nel 1860: ai tempi, come ovunque sull’Etna, non si imbottigliava vino, ma si produceva soltanto sfuso. Il primo vino è stato prodotto nell’82.

La batteria dei 7 vini con il Pas Dose 2013

La batteria dei 7 vini con il Pas Dose 2013

La realtà enologica di quegli anni era profondamente diversa” ha raccontato. “Il vino dell’Etna fino all’inizio degli anni 2000 era estremamente difficile da vendere, non vi era interesse per questa tipologia di prodotto. Il vero problema del vino, infatti, è farlo conoscere e, di conseguenza, venderlo. Noi siamo stati i primi a fare spumanti metodo classico, impiegando il nerello mascalese. Adesso questa tipologia di prodotti è di tendenza, ma prima non era così. Ora si esige un vino che ha un legame col territorio e rende possibile capire cosa si sta bevendo” ha concluso.

 I moderatori della degustazione tecnica

I moderatori della degustazione tecnica

Ma l’azienda Murgo non si ferma qui: “La prossima sfida sarà il nostro Wine Bistrot. L’idea è quella di aprirlo pure ad altre cantine, per portare avanti anche attività di degustazione” ha detto speranzoso Pietro Murgo. “È importante parlare di Etna come un territorio tridimensionale, noi siamo degli interpreti della parte Est del Vulcano. Dove siamo noi è certamente idoneo per la produzione di vini bianchi e spumanti. Il nostro lavoro è spiegare questi concetti a Paesi lontani, come ad esempio l’America” ha commentato invece l’Export Manager, Manfredi Murgo.

Calici in degustazione

Calici in degustazione

Si sono poi susseguiti gli interventi di Costantino Murgo, che ha parlato della Tenuta La Francescana nel Lazio, dove si produce il Nero Buono, Bernardo, responsabile PR, e Alessandro, che parlato dei progressi fatti dalla cantina, tra cui l’ammodernamento della linea di produzione, ad oggi capace di fare ben 3000 bottiglie in un’ora. Chiusasi la prima parte della conferenza, i fratelli Murgo hanno ceduto il microfono a Claudio Di Maria, sommelier della cantina, e Vito Giovinco, enologo della stessa, per la conduzione della degustazione tecnica, inaugurata da un breve intervento di Maurizio Lunetta, direttore del consorzio Etna Doc.

Il vino non deve essere un prodotto elitario, è pop: uno dei prodotti più affini a questo concetto è proprio lo spumante. Finalmente stiamo riuscendo ad attaccare il segmento dei consumatori che cercano una bollicina più morbida, nonostante i nostri prodotti si presentino con una acidità più spiccata” ha esordito Claudio Di Maria, per poi virare sulla questione riguardante le nuove etichette. “Nel 2011 abbiamo presentato anche il primo spumante con 10 anni sui lieviti fatto sull’Etna. Il Murgo Brut e il Brut Rose sono i nostri prodotti base, dedicati anche alla GDO e alla banchettistica. Su questa scia si innestano due delle nuove etichette, rivoluzionate già nel nome che adesso è “Saemper”. Con questo nome, usciranno anche altre due bottiglie, Extra Brut ed Extra Brut Rose, non da subito in commercio con 6 anni di affinamento”. La scelta di cambiare nome è stata il frutto di un ragionamento volto a dare maggiore identità alla bottiglia stessa.

LA DEGUSTAZIONE TECNICA

Le bottiglie in assaggio sono state: Murgo Brut 2022, Murgo Brut Rosè 2022, Murgo Brut Saemper 2021, Murgo Brut Saemper Rosè 2021, Murgo Extra Brut 2013 (Magnum), Murgo Extra Brut Rosè 2016 (Magnum), Emanuele Scammacca Barone Del Murgo Pas Dosè 2011. La degustazione è stata divisa a sua volta in due macro-sezioni: La prima dedicata al parallelismo tra i due spumanti Brut già esistenti, nelle loro versioni bianca e rosata, e le nuove bottiglie Saemper, e la seconda alle Magnum e ai Pas Dose. “Siamo stati i primi a fare le Magnum rifermentata in bottiglia, dal 2016 anche le prime Jeroboam. Basti pensare che una Jeroboam da spumante pesa circa 6 KG! Si tratta di bottiglie che usciranno a 10 anni e ovviamente sono più soggette a esplosione” ha spiegato Di Maria.

Nuove Etichette

Nuove Etichette

Partendo dal parallelismo tra le etichette già esistenti (18 mesi sui lieviti) e le nuove (24 mesi sui lieviti), risulta sicuramente interessante notare la differenza di profumi. Partendo dai bianchi, il Brut ha delle sensazioni olfattive di erbe, fiori e pietra focaia. Alla beva risulta facile e fresco, interessante la nota mandorlata finale, destinata comunque a perdersi nel tempo. Il Saemper Brut, invece, ha un naso i cui sentori floreali sono più accentuati, è anche presente una delicata nota di macchia mediterranea. Al gusto la bollicina si manifesta più cremosa della precedente. E sul front rosé analogie e differenze sono le medesime: il Brut Rosé ha un profumo di mentuccia, note tostate e spezie completano il bouquet olfattivo. Il Brut Saemper Rosè è invece più avvolgente e meno tagliente. È giocoforza desumere che le etichette Saemper avranno sicuramente una evoluzione più interessante, rispetto alle altre due, che risultano essere più statiche.

Il passaggio alle bottiglie in formato Magnum segna un momento di stacco non indifferente dalle precedenti bevute. Il 2013, anno di riferimento della prima bottiglia, è stato un’annata eccezionale per gli spumanti. Al naso il vino presenta una interessante nota di idrocarburo (che deriva dalla prolungata sosta sui lieviti), marcato il sentore di crosta di pane appena sfornato. Il sorso è lungo e profondo, per nulla stucchevole. Murgo Extra Brut Magnum 2013, sboccatura 2023, è uno spumante che sosta 96 mesi sui lieviti. Nonostante ciò, ha ancora un colore giallo paglierino che potrebbe ingannare sull’età. La versione rosata della Magnum (annata 2016, sboccatura 2024, 12 mesi sui lieviti) ha una riduzione più marcata, presenta sentori fragoline di bosco, nocciole tostate e un leggerissimo filo ossidativo. La bocca è più cremosa.

Retro etichetta Magnum Extra Brut

Retro etichetta Magnum Extra Brut

Dulcis in fundo: Emanuele Scammacca Barone Del Murgo Pas Dosè 2011, 120 mesi sui lieviti, linea “senza etichetta” con bottiglia serigrafata. Dell’annata in degustazione ne sono state prodotte soltanto mille bottiglie e ogni anno si valuta se procedere o meno con la sua produzione. Basti pensare che, ad esempio, la 2012, che è stata un’annata molto calda, non adatta al prolungamento del riposo sui lieviti, non è stata prodotta. Sentori di limone e una netta dominante di macchia mediterranea al naso sono il preludio di un vino che in bocca non è affatto corto, anzi. Impossibile, infine, non constatare anche la nota marina che rivela con il trascorrere del tempo nel calice.

Retro etichetta Pas Dose

Retro etichetta Pas Dose

L’ultimo vino degustato è stato Emanuele Scammacca Barone del Murgo Pas Dos’ 2013, 120 mesi sui lieviti (degustata en primeur). Sottobosco e salvia al naso aprivano il passaggio ad un sorso meno agile. La bottiglia aveva ancora bisogno di tempo, ma sicuramente non deluderà.

OLTRE LA DEGUSTAZIONE

Successivamente è stato lasciato spazio alla cucina del Bistrot del Palazzo e alla visita della Tenuta San Michele a Santa Venerina, sull’Etna, per l’inaugurazione dei nuovi locali della Cantina Murgo. “I numerosi volti sorridenti qui oggi presenti sono per noi sinonimo di gioia e di condivisione del nostro nuovo progetto, che vuole contribuire a rendere ancor più apprezzato nel mondo il territorio e il brand dell’Etna” ha detto, emozionato, Bernardo. Sono infine intervenuti anche il sindaco di Santa Venerina, Santo Raciti, l’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Salvatore Barbagallo, e Monsignore Agostino Russo, vicario generale della Diocesi di Acireale, che insieme a Padre Giovanni Marino ha benedetto i nuovi locali.

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