Mozzarella di bufala dop. Facciamo chiarezza su un tabù: il latte congelato
Oggi sul Matitno pubblichiamo in eslcusiva l’intesa raggiunta alla Regione sulla modifica del disciplinare della dop Mozzarella di Bufala. Si sta valutando l’ipotesi di eliminare il limite delle 60 ore. Sulla questione l’intervento di Corrado Martinangelo, responsabile del tavolo nazionale della filiera bufalina per il Ministero.
di Corrado Martinangelo*
#Mozzarella di bufala campana dop.
Il Mattino di oggi riporta notizie circa un lavoro tecnico avviato su sollecitazione del consorzio per eventuali modifiche al disciplinare. A parte il roboante titolo, il testo è corretto nel senso che alcuni esperti hanno avanzato ipotesi da mettere a confronto con gli attori della filiera e le relative istituzioni.
Innanzitutto tale percorso è molto differente da ciò che fu prodotto tre anni fa.
Poi sul latte congelato facciamo operazione di chiarezza una volta per tutte.
I trasformatori utilizzano già oggi nel rispetto delle normative il latte di bufala congelato , producendo mozzarella di bufala campana non dop, mentre si può definirla dop se lavorata entro le 60 ore. Con la modifica delle regole di mercato il paradosso è che lo stesso caseificio per i mercati nazionali e soprattutto esteri produce mozzarella non dop anche con prezzo concorrenziale più conveniente a quella dop. In più la limitazione delle 60 ore determina che il prezzo del latte dop non viene pagato nel giusto modo agli allevatori.
Quindi si potrebbe senza demagogia affrontare il tema in un rapporto equilibrato per tutta la filiera? Oppure bisognerà prendere atto in modo definitivo che produrre dop non è più conveniente? Ovviamente per quanto mi riguarda e per il modesto contributo dato negli ultimi anni le condizioni per fare passi avanti sono:
1) rafforzare e far funzionare meglio la tracciabilità
2) aumentare i controlli
3) sottoscrivere contratti triennali con gli allevatori per un prezzo più adeguato per il latte dop in tutto l’anno.
L’interesse ultimo è rendere utile economicamente la denominazione dop di qualità per gli allevatori e per i trasformatori, cioè incentivare le imprese ad iscriversi alla dop nello spirito delle norme del decreto campo libero. Siamo sicuri che chi pregiudizialmente non vuole affrontare la vicenda delle 60 ore, ha a cuore gli interessi della dop o invece quello di produrre e vendere più mozzarella di bufala non dop?
In ogni caso oltre gli steccati , lasciamo un attimo anche alla scienza valutare se il latte dop dopo le 60 ore mantiene o meno le caratteristiche di qualità.
Apriamo un confronto serio senza paletti, l’interesse di tutti deve essere che la #Mozzarella di #bufala #campana #dop sfondi in tutti i #mercati. Se il caso facciamo un #Referendum consultivo tra tutti gli allevatori.
*segreteria particolare del ministro Martina presso il Ministero delle Politiche Agricole
Un commento
I commenti sono chiusi.
In Italia abbiamo già un esempio di 2 formaggi simili il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che presentano differenze nel disciplinare e che hanno 2 posizionamenti diversi di prezzo.
A nessuno verrebbe in mente di annullare le differenze di disciplinare del Parmigiano per ridurre la differenza di prezzo che ha rispetto al Grana Padano.
Invece da noi si pensa ad una soluzione che annullerebbe tutti gli sforzi di produrre latte nei mesi primavera-estivi , i caseifici si trasformerebbero in enormi depositi di latte congelato comprato in inverno a basso prezzo e poi impiegato alla bisogna.
Il tutto per soddisfare i fabbisogni della grande distribuzione che alza mai i prezzi solo per un unico motivo la mancanza di prodotto.
Occorre fare gli interessi degli allevatori senza di loro non esiste latte e “forse” nemmeno mozzarella !!!!