Moscato di Saracena 2005 di Feudo di Sanseverino | Voto 95/100: il mio vino dell’anno
Vista 5/5. Naso: 27/30. Palato28/30. Non Omologazione 35/35
Il vino può avere una doppia funzione. Quella pratica, quotidiana di abbinamento al cibo, il completamento di un boccone, di un piatto, di un pranzo. E l’altro, meno prosaico ma sicuramente più affascinante, di accompagnare lo Spirito verso la trascendenza, la sospensione dallo spazio e dal tempo.
Pochi vini ci riescono davvero, la maggior parte sono stati creati da sapienti artigiani o abilissimi commercianti di anime. Ci sono poi quelli, ancora più rari, frutto di sapienza collettiva, una manualità ancestrale di cui non si può risalire all’inventore.
Uno di questi è il Moscato di Saracena che, sul piano formale non sarebbe neanche un vino perché è risultato della fermentazione di un mosto cotto e concetrato di malvasia e guarnaccia a cui si aggiunge il moscato dolce che inebriava le Baccanti.
Lo proviamo dopo essere svicolati dietro la cattedrale del paesone del Pollino, nella saletta di degustazione dei Feudo di San Severino, piccola azienda della famiglia Bisconte. Il ciarlare della piazza sporcata dalle tv si dissolve nel nulla, immediatamente facciamo un viaggio nel tempo con il passito 2005, sono sei anni ma potrebbero essere seicento, anzi quasi mille visto che le prime tracce di questa tecnica sono documentate al 1100.
Nel bicchiere c’è tutto: il dolce della frutta cotta che ancora le mamme preparavano ai bimbi della mia generazione quando erano malatini, il sapore dell’uva cotta dal sole di Calabria e rinfrescata dai venti dello Jonio e del Pollino, sfizi di macchia mediterranea e salvia e menta e origano e finocchietto.
Ma il miracolo avviene in bocca, dove la freschezza fa rimbalzare il vino dall’ingresso sino all’ugola in pochi decimi di secondo, una velocità impressionante, durante il quale il palato viene occupato prima in lungo e poi in largo quando ritornano molti dei sentori avverti al naso, sempre cangiante e spettacolare.
Non so a cosa abbinare questa prova dell’Aldilà, forse solo con la persona che amate.
Sede a Saracena, via Vittorio Emanuele 100. Tel. 098.121461. www.feudodeisanseverino.it [email protected] Ettari: 5 di proprietà. Bottiglie prodotte: 15.000. Vitigni: moscato, magliocco, greco.
Prezzo: 17,5 euro franco cantina
3 Commenti
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Bè…..non saremmo stati la persona da te amata (anche se c’era pure lei con te) ma alla fine del pranzo a base di maiale nero che facemmo a Morcone,questo vino che io portai,fu molto piacevole.Certo non abbinato a costolette e cotica ma alla fine,insieme ad una semplice torta casalinga aiuta a fare il punto sul tutto.E, come dici giustamente tu, è un viaggio nella memoria, di una terra antica,a volte troppo (aggiungo io) come la Calabria.
Ottima memoria! Eccolo qui immortalato
https://www.lucianopignataro.it/a/morcone-sannio-degustazione-completa-di-maiale-nero-casertano-allagriturismo-mastrofrancesco-si-fa-presto-a-dire-maiale/27528/
E’ anche nostro Grande Vino in Slow Wine 2011 e 2012.
Ma berlo dove si produce, con i pentoloni che bollono per strada e la vendemmia in atto, è stato un plus emozionale indescrivibile!
hai ragione.Io l’ho bevuto in loco pochi mesi fa,nella cantina della foto.oltretutto lì vicino c’è un ristorante Kamastra dove ho scoperto il prosciutto mammuth grazie alle dritte di carlo macchi.è una zona che merita davvero ma è poco conosciuta.