Minghino ad Avezzano: autentici sapori marsicani
Minghino ad Avezzano: un artigiano di sapori marsicani: sapori ritrovati di una cucina senza tempo.
Pulita e sincera si presenta la cucina di Emiliano e Adriana lui avezzanese doc e lei romana di adozione, sentirla parlare si resta affascinati dalla spigliatezza e dalla vivacità di linguaggio. Il menu di Minghino trae forza dalle solide basi dello chef proprietario diploma all’alberghiero di Roccaraso e dalla sua vasta esperienza in giro per l’Italia. Una coppia molto equilibrata e ben affiatata, lei esuberante e creativa, lui pacato e metodico.
Il loro modo di essere si riflette tutto sullo stile di cucina che per le sue ricette attinge nella tradizione abruzzese ma soprattutto tiene conto dei gusti territoriali e, per fare ciò la scelta dei prodotti tipici è una priorità assoluta, compresi molti prodotti dei presidi Slow Food.
La serata è funzionale all’incontro con Stefano De Fermo, giovane ma già affermata realtà abruzzese, per dialogare dei suoi vini e per rinverdire un’amicizia spontanea e sincera.
Calda e accogliente la sala con arredi di legno in stile moderno, ma le foto parlano chiaro e il senso di tranquillità è dato dal gioco di luci che riflettono sulle pareti bianche. In ogni elemento si evidenzia la passione di questa famiglia per la cucina e la voglia di dare e fare sempre qualità.
Per iniziare arriva un fritto leggerissimo e ben fatto di salvia e cipolla: la pastella era fatta benissimo e non c’erano tracce di untuosità, anzi era fragrante e croccante, troppo delizioso. Avevamo pensato al bis o al “ritocchino” come lo chiama un mio collega, ma abbiamo desistito con coraggio.
Finalmente arriva il pane, a mio parere un test importante per valutare un ristoratore, superato alla grande anche perché era di fattura artigianale e ben fatto, in evidenza quello allo zafferano di Navelli. Il peggio segue subito con un vassoio troppo invitante di salumi di De Paulis, un produttore di Paganica molto vicino all’Aquila, dai profumi troppo buoniiiiiiiii e dal sapori veri e non stucchevoli, non potevamo farci mancare la ricotta di pecora e il pecorino di Atri: ci siamo fatti del male serio…
Bello da vedere e da mangiare con un gusto vero che mi ha riportato indietro negli anni, è stato il panino croccante con farcia di caponata di melanzane e, da paninaro convito non posso fare a meno di addentarlo come si conviene.
Il piatto che merita e giustifica il viaggio è il “Pacchero Verrigni con ragu bianco di coniglio allo zafferano di Navelli”; una ricetta che trae origini dalla campagna marisicana e, poi non vedevo da tempo una cottura coì rispettosa dei sapori e degli ingredienti: pura archeologia gastronomica. Anche la pasta era cotta benissimo, non al dente, ma al punto giusto come piace a me ed era solo il contorno a un ragu tirato con passione e che prevede una lunga cottura a basse temperature (non in cartoccio….!!!) ma in casseruola: un termine che non si usa più.
Altro piatto succulento da “ritocchino” è l’hamburger di agnello con pane allo zafferano, salsa alla vaniglia fatta con la patata in emulsione.
La conclusione è da scarpetta, impossibile da fare, con un barattolino con crema di ricotta di pecora alla cannella e zeste di arancia caramellata.
Non abbiamo avuto il coraggio di andare oltre eravamo più che soddisfatti.
Concludo sottolineando la gestione familiare con il padre che ci porgeva i piatti con estrema eleganza che manca a molti giovani delle scuole alberghiere; un compendio di amore e passione, ma soprattutto fiero della cucina del figlio. Di solito è il contrario: il padre cucina e il figlio serve.
Dobbiamo andare orgogliosi di queste famiglie che mettono a repentaglio i loro capitali in un territorio arido di ristorazione di qualità: di “cuochini” inventati, in città e non solo ce ne sono molti.
E il mio sforzo sarà quello di valorizzare questi coraggiosi che potevano tranquillamente investire in una città più grande e sicuramente più remunerativa.
Il costo del menu è in linea con le possibilità del territorio, a Milano si partirebbe da almeno 50 euro a coperto.
Ristorante Minghino Cadadia
Via F. Crispi, 69
67051 Avezzano (AQ)
www.minghino.it
[email protected]
Tel: 0836.412687
Cell. 3405254065
Aperto: sempre
Chiuso: sabato a pranzo; domenica a cena; lunedì
Ferie: agosto
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Confermo sulla bontà dei salumi di Mauro de Paulis a Paganica, sono davvero strepitosi, negli scorsi anni andavo lì a prenderli da loro qualche volta. Adesso non appena sono in zona proveremo anche il Minghino.
Eh già di “cuochini” o di apprendisti stregoni in zona ce ne sono molti e sempre di più negli ultimi anni. Da Minghino la cucina è davvero ben fatta così come il rapporto qualità/presentazione/location/prezzo eccezionale.
Bravi e buon lavoro.
PS
Riguardo l’eleganza del padre sono pienamente d’accordo!
Semplicemente impagabili. Lo sapevo che prima o dopo la classe, che mai come in questo caso, non è acqua, viene fuori e ripagata. Braviiiiii