Mimmo De Gregorio dello Stuzzichino e il Vesuvio di Rigatoni del Don Alfonso: manca l’hashtag del bon ton
Possiamo dire che l’imitazione è l’anima del successo. Anche di una ricetta.
Esistono i cuochi alla Mike Buongiorno, ossia che importano cose viste fuori presentandole come proprie.
Cuochi furbastri che ripresentano piatti visti durante lo stage settimanale di un maestro.
E cuochi che ripropongono piatti omaggiando esplicitamente chi li ha creati per primo.
Quando oltre 30 anni fa Alfonso Iaccarino mise in piedi la pasta battezzando la ricetta Vesuvio di rigatoni e poi codificandola nel suo primo libro edito da Biblioteca Culinaria realizzò una rivoluzione:olio, pomodoro e pasta entravano per la prima volta a pieno titolo nell’alta ristorazione. Un piatto iconico, finito anche a Masterchef.
Ieri Mimmo De Gregorio, dirimpettaio del Don Alfonso 1890 nella piazza di Sant’Agata sui Due Golfi, ha presentato così il piatto di Alfonso Iaccarino.
Intendiamoci, la questione del diritto d’autore delle ricette è complessa e non di facile soluzione. Ma al di là degli aspetti legali e para legali, c’è un discorso di bon ton.
Sarebbe stato bello se Mimmo De Gregorio, oltre a mettere gli hashtag delle guide, avesse aggiunto #omaggioaDonAlfonso
Vogliamo pensare che sia semplicemente saltato perché non possiamo credere che Mimmo, persona intelligente e uomo di mondo, abbia puntato tutto sulla stupidità del popolo bue di Facebook che ha la memoria di una farfalla per attribuirsi, così come sembrerebbe da una prima lettura, una ricetta non sua solo per una melanzana o perché grattugia il formaggio invece di usare il sac a poche.