Milano. Manna Ristorante, dove il menu è quasi un ditirambo
P.le Governo Provvisorio 6 – Quartiere Turro
Tel. 02 26809153
www.mannamilano.it
Aperto sempre
Chiuso Domenica
Sui 50 euro
di Tommaso Esposito
Da Alice niente da fare tutto pieno.
E per dispetto mi tuffo nella milanitudine.
Si va a Turro, che ora è un quartiere.
Un tempo invece no.
Aveva il gonfalone e il suo Municipio.
Restano di questi le rimembranze e qualche palazzo appena ritoccato.
Matteo Fronduti ha messo su il suo bel ristorante senza indugio da queste parti e gioca a rileggere la tradizione lombarda immaginando di consegnarla al futuro.
Così mi hanno detto.
Proviamo.
Eccolo il cuoco, è quasi un gigante!
Nu piezzo ‘e Marcantonio avrebbe detto mio zio Peppe.
Assiso in sala ti accoglie sull’uscio e ti guida ai tavoli.
Qua non si ride e non si parla. Si mangia.
In silenzio.
Due sale unite dal corridoio tangenziale alla cucina.
Benvenuto di bollicine con scaglie di pasta brisè croccanti.
E poi vediamo.
Ohibò, qua il silenzio contrasta con l’eloquio della carta.
Si gioca con le parole.
Gli antipasti:
Uovo fortunato.
Però, hai fegato!
Scegliamo Mare di terra, laTerrina di ceci, calamari e bottarga di tonno.
E Tex Mex. Fettine di Manzo crudo affumicato, scalogno fondente, fave e paprika
Gustoso il pasto del cowboy messicano ingentilito dal dolce scalogno, rinfrescato dalle fave e tuttavia piccante per la paprika.
Tenue la terrina.
Poi i primi.
Non spingete. Chissà perché sono i Ravioli tostati di patate e germogli primaverili, lumache, aglio dolce e prezzemolo.
Saporito.
E Nel paese delle meraviglie.
Così han nome i Passatelli asciutti, ragout di alici marinate, aneto e peperoncino fresco.
Variegati al palato.
Per secondi Grunt, cioè Guanciale di maiale brasato, vino bianco, spezie e crescione.
Uno stufato ben fatto e piacione.
Piccola scossa con No, non e’ tonno .
Un Trancio scottato di palamita in salagione, insalata di carote, ananas e zenzero.
Il piatto più interessante della cena.
Umoroso del suo umore è l’azzurro sotto sale.
S’ode a destra il sentore del mare e a sinistra risponde uno squillo.
Contrasto felice tra la dolce carota e lo zenzero.
Poi il dessert.
Molto pistacchio. Gelato di pistacchio, croccante di pistacchio e barbajada tiepida.
E’ croccante, morbido, dolce, non dolce, semifreddo, caldo.
Ideologicamente Doroteo o della Magna Grecia.
Per nulla lumbard.
Così torno tranquillo.
Chef scusi, perché Manna? E’ il suo cognome?
No.
E chi è?
Nessuno. Manna: mi piace la parola.
Ah!
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Curiosa la storia di questo ristorante, posto in una piazzetta che a Milano non ci si aspetta (e infatti, in epoca storica, qui c’erano i campi, la città è arrivata a inglobare Turro in epoche recenti): fino a qualche anno prima, in questi locali c’era Moldova, un ristorante romeno molto raffinato, gestito da una signora bravissima che proponeva le pietanze della sua terra in un’atmosfera avvolgente e accogliente. La signora, a quanto ne so, a un certo punto si è sentita soddisfatta e ha preferito fare altro. E’ lì che è arrivato Matteo. Piazza fortunata, quella del Governo Provvisorio: vera staffetta di talenti.
Tom, che diventi e si chiami allora Piazzale del Governo Definitivo. In Cucina, naturalmente!