GUIDA DEFINITIVA | Osterie, ristoranti, pizzerie, bistrot, botteghe: 101 posti da non perdere a Roma e nel Lazio
Quindici anni di recensioni su questo sito a Roma e nel Lazio per segnalarvi le migliori osterie, pizzerie, ristoranti, bistrot, pasticcerie e botteghe di vino e di cibo. Non i posti migliori in assoluto, si capisce, ma quelli che ci sono piaciuti e che ci sentiamo di consigliarvi.
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LE OSTERIE
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Se dici Roma, non puoi non partire da osterie e trattorie, presidio, da sempre, della cucina romanesca di origini pastorali e campagnole. Non solo amatriciana, carbonara, gricia e cacio e pepe – ovviamente – ma tutta la gamma dei piatti poveri di una volta, legati a pochi ingredienti ma sempre saporiti ed … energetici.
Armando al Pantheon, non solo la tradizione, ma anche la cultura dell’antica cucina di Roma, con la famiglia Gargioli.
Arancia Blu, tra le prime osterie vegetariane di Roma.
Da Cesare, una delle interpretazioni più riuscite, in chiave moderna, dell’osteria tradizionale capitolina.
Da Danilo, ottima sempre la carbonara in questa osteria dalla cucina casalinga e rassicurante.
Da Enzo al 29, vecchia osteria con ricette della tradizione affidata oggi ad una squadra giovane e capace. Ottimo rapporto qualità prezzo.
Dal Cavalier Gino, in pieno centro un posto a gestione familiare che mantiene da più di mezzo secolo la sua autenticità.
Domenico dal 1968, la simpatia e la genuinità della trattoria di quartiere, da cinquant’anni.
Felice a Testaccio, intramontabile interpretazione dei piatti della tradizione nonostante sia anche una delle mete preferite dei turisti.
Flavio al Velavevodetto, osteria con piatti veri e – ciò che più conta – con oste vero.
Grappolo d’Oro, a due passi da Campo de’ Fiori un piccolo miracolo: buona qualità ai giusti prezzi.
Hostaria Romana, a due passi da piazza Barberini un locale storico dove si serve cucina romana in un rispettabile equilibrio tra turisti e habituè.
La Tavernaccia, tradizione familiare, accoglienza proprio come in famiglia e tanti bei piatti che prima di arrivare a tavoa ‘ripassano’ dal forno a legna.
L’Avvolgibile, si avvolge una tra le più buone carbonare di Roma, in questa trattoria verace fortemente voluta da Adriano Baldassarre.
Lo’Steria, essenzialità nell’arredo e ai fornelli: la vera cifra dell’osteria romana in chiave attualissima. Ottimo rapporto qualità prezzo.
Luciano Cucina Italiana. Luciano sta per Luciano Monosilio, talentuoso chef che abbiamo conosciuto da Pipero e che ha fatto la sua svolta ‘trattorista’ nel 2018, aprendo un locale di cucina romanesca e regionale con laboratorio di pasta fresca e pizzeria.
Matricianella, un posto ormai di tradizione per la cucina ebraico-romanesca, con una bella selezione di vini.
MENABO’, siamo a Centocelle, un’osteria di nuova impostazione, ma con l’idea solida di ‘oste’: il bravo Daniele Camponeschi in sala, con i suoi vini, mentre il fratello Paolo è in cucina.
Osteria Bonelli, accanto all’acquedotto Alessandrino un post tanto pop quanto verace a prezzi imbattibili.
Osteria del Velodromo Vecchio, da anni riferimento degli amanti delle osterie (e dei tempi) slow. Accogliente e con buon rapporto qualità prezzo.
Osteria dell’Angelo, il trionfo del pop: qui si cucina (e si parla) solo romanesco. Piatti della tradizione e atmosfera genuina.
Osteria di Monteverde, una delle prime osterie a Roma con cucina di nuova impostazione, dove la tradizione offre spunti e suggerisce idee a piatti molto moderni.
Osteria Fratelli Mori, a Ostiense una bella osteria con due fratelli in sala e la mamma in cucina. Tradizione romanesca, buona selezione di materia prima e anche una buona pizza.
Osteria Palmira, le lezioni della nonna applicate in cucina: piatti della tradizione con un occhio (e il cuore) sempre fisso su Amatrice.
Pro Loco D.O.L. la “primogenita” di Vincenzo Mancino a Centocelle, procacciatore di cose buone made in Lazio. Prima solo bottega, ora anche cucina e pizzeria.
Pro Loco Pinciano, i prodotti del Lazio sempre al primo posto, al banco come in cucina, in più un’ottima pizza e un buon rapporto qualità prezzo.
Pro Loco Trastevere, aperto alla fine del 2018. Stessa filosofia dei precedenti, materia prima in primo piano, con cucina e vini – davvero – di territorio. E anche qui non manca una buona pizza.
Romolo alla Mole Adriana, storica trattoria a due passi dai musei Vaticani: un caso davvero riuscito di come tenere insieme veracità e numeri.
Santo Palato, in assoluto la nuova trattoria di moderna concezione della quale si è parlato e scritto di più. La prima ad aver riproposto i piatti della tradizione capitolina, soprattutto il quinto quarto, attraverso una cucina semplice, immediata, contemporanea.
Sora Lella, la mitica sorella di Aldo Fabrizi non c’è più, ma la sua famiglia la ricorda nel modo migliore con una cucina tenace e vera, rispettosa delle ricette tradizionali.
Taverna Portuense, la cucina robusta della tradizione romanesca con qualche spunto vivace e originale.
Tram Tram, un indirizzo storico di San Lorenzo, con una cucina autentica tra tradizione romana e pugliese.
Trattoria Etruria, quartiere San Giovanni, ancora una piccola realtà a gestione familiare, impostata dalla famiglia De Santis, per stile e cucina, sul modello della trattoria tradizionale. Da non perdere, le fettuccine della nonna.
Trattoria Lilli, pochi fronzoli, tanta sostanza. Si riassume così la filosofia della vera cucina romanesca, qui interpretata in maniera schietta in tutti i suoi capisaldi, a partire dall’ottima gricia.
Trattoria Pennestri, una delle aperture più recenti e più riuscite per una moderna concezione di trattoria: piatti della tradizione ma alleggeriti e ben presentati.
Velavevodetto ai Quiriti, il bis di Flavio: altro quartiere ma stessa cucina. Veracità e ottimo servizio.
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LE PIZZERIE (tonde e al taglio)
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Insieme a Napoli, Roma è la città che negli ultimi dieci anni ha rivoluzionato il mondo della pizza, lavorando in maniera sperimentale ma sistematica su lievitazione, impasti e sulla selezione degli ingredienti.
Un discorso a parte merita la pizza al taglio, un mondo variegato tra ‘posti top’ e ‘posti pop’ per un prodotto che da sempre sta nel cuore (e nella pancia, è il caso di dire, dei romani). Anche per la pizza al taglio, con un notevole posso avanti nella qualità del prodotto.
Le tonde al tavolo:
La Gatta Mangiona, aperta quasi 18 anni fa da Giancarlo Casa che può essere considerato l’iniziatore della new wave romana in fatto di pizze. Un indirizzo più che affidabile che ha fatto letteralmente strada.
SEU Pizza Illuminati, il fenomeno della pizza a Roma, come da molti viene definito, Pier Daniele Seu prepara le sue pizze speciali in un locale nuovo e moderno gestito con sua moglie Valeria.
Sforno, uno dei primi locali di Stefano Callegari, dove ancora oggi trovate le migliori interpretazioni delle sue pizze più celebri, prima tra tutte la cacio e pepe.
180g Pizza Romana, la novità più interessante del 2018 in tema di classica pizza romana, bassa e scrocchiarella: Mirko Rizzo e Jacopo Mercuro per la prima volta insieme dopo anni di pizza in teglia.
Tonda, sempre Callegari, in questa pizzeria di quartiere che si distingue soprattutto per l’ottima margherita e la ‘margheritissima’.
I BELCASTRO, Mario Belcastro, giovane pizzaiolo calabrese, ha portato la sua pizza a canotto nel quartiere Trieste, con un locale rinnovato e qualche sfizioseria regionale di accompagnamento.
In tema di tonde napoletane, gli appassionati hanno un nuovo punto di riferimento a Roma dopo l’apertura dell’Antica Pizzeria da Michele, succursale della storica casa madre partenopea, in zona Flaminio.
Ancora Callegari, questa volta in società con Marco Pucciotti, per Sbanco, una moderna pizzeria con birreria e piccola cucina in zona San Giovanni.
Al Mercato Centrale, nuova mecca gastronomica all’interno della Stazione Termini, la pizza di Pier Daniele Seu.
Angelo Pezzella. In zona Capannelle (Ippodromo) un pezzo di cuore di napoletano nella Capitale: dalla pizza ai fritti, fino alla cucina tradizionale partenopea.
Gazometro 38. A Ostiense la buona pizza di Fabrizio Di Leginio, giovane reatino con la passione per la pizza e, soprattutto, per le sperimentazioni di impasti e farine.
In Fucina, la pizza ‘da degustazione’ di Edoardo Papa, fatta per essere degustata a spicchi.
Spiazzo, una delle novità più riuscite a Roma. Si lavora ancora sull’impasto, ma i primi risultati sono interessanti, il posto è molto bello e invita a degustare anche quelle più originali e ‘spiazzanti’.
Emma, pizza scrocchiarella, ricercatezza nella selezione degli ingredienti, cura nelle farine e nella lievitazione. C’è una parte della scuola Roscioli che ci lavora, e si vede.
Piccolo Buco, a due passi dalla fontana di Trevi un posticino che non gaurda ai turisti come unica risorsa possibile. Pizzeria con … canotte e con cucina.
Il Carroccio, pizzeria di quartiere con forno napoletano: della città partenopea riconoscerete subito, oltre all’impasto, i fritti e la caciara della sala.
I Magnifici: un pezzo di Napoli in zona Tiburtina. Forno a legna, tante declinazioni di pizza verace napoletana, fritti compresi e piccola cucina con grill.
PIZZA MATER a Fiano Romano. Non siamo proprio a Roma, ma vale la pena percorrere questi 30 minuti di auto per assaggiare la pizza (e le meravigliose focacce) di Amalia Costantini. Tutto da lievito madre.
Le pizze al taglio:
Pizzarium Bonci. Il top. Punto.
Pane e Tempesta, una squadra imbattibie, nell’impasto come nel servizio in questa panetteria-pizzeria di quartiere. Tra le migliori pizze alla pala di Roma.
Pommidoro, quartiere Centocelle, un pizzaiolo verace e caparbio per una pizza al taglio davvero notevole.
E’ vero, in questo caso non siamo proprio a Roma ma a Fiumicino. Poco importa: l’eccezionale pizza al taglio di Sancho e la sua famiglia val bene qualche chilometro.
Serenella, in zona Salario una pizza al taglio semplice, ben lievitata, leggera e servita sempre con il sorriso — che non guasta mai.
Zazà, in pieno centro – siete in piazza Sant’Eustachio – quasi un miracolo: un prodotto pop ma di buona qualità, a prezzi accessibili. Romani e migliaia di turisti al giorno, da tutto il mondo, stupiti, ringraziano.
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I RISTORANTI
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Dai classici intramontabili delle grandi tavole, spesso stellate, a quelli saldamente ‘borghesi’ – come si sarebbe detto una volta – fino ai più innovativi, Roma conta un gran bel numero di ristoranti dove piatti dalla cucina rassicurante si alternano a tecnica e ricerca, grazie alla presenza di chef formatisi in brigate importanti in giro per l’Italia e scuole internazionali. E dove la sala conta almeno quanto la cucina.
Al Ceppo, solida cucina borghese, una categoria quasi scomparsa e dunque ce la teniamo cara.
Antico Arco, un posticino elegante con piatti magari senza guizzi particolari ma sempre curati, solidi e di sostanza.
Casa Bleve, un vero e proprio tempio del vino, che dell’atmosfera dell’arte classica conserva ambiente, stile e servizio. Cuciana solida con tanti richiami alla tradizione pugliese.
Casa Coppelle, elegantissimo ristorante del centro, servizio squisito, in un’atmosfera quasi d’altri tempi. La cucina si mantiene saldamente legata alla tradizione romanesca anche se in carta non mancano i piatti che guardano alla Francia, paese d’origine della proprietaria.
Checchino dal 1887 ovvero la tradizione può anche essere elegante. Come i piatti e la sala di questo antico ristorante a conduzione familiare. Da sempre un punto di riferimento a Testaccio per la cucina del quinto quarto così come per la ricca carta dei vini.
Chinappi, elegante ristorante di mare a conduzione familiare; da sempre uno dei punti di riferimento per la cucina di pesce a Roma e nel Lazio.
Glass Hostaria, estro, ricerca, studio. Una vita (e dunque una cucina) in moto perpetuo quella di Cristina Bowerman, chef di questo raffinato ristorante a Trastevere.
Il Convivio Troiani, ristorante di impostazione classica, dove perà la cucina è anche studio e formazione continua.
Il Pagliaccio, due stelle Michelin, il regno elegante e raffinato di Anthony Genovese.
Il Sanlorenzo, pesce fresco, dal banco alla tavola: la pescheria con cucina più elegante della città. Sale dall’architettura mozzafiato, eccezionale carta dei vini.
Imago, at the Hassler, tra le sale più belle e panoramiche di Roma, una cucina che di ampio respiro.
La Pergola di Heinz Beck, l’unico tristellato di Roma in una sala dalla conduzione praticamente perfetta.
L’Arcangelo, Arcangelo Dandini è il prototipo dell’oste contemporaneo. Radici ben salde nella memoria, ma sempre curioso e aperto al nuovo.
Mamma Angelina, la cucina che forse vanta più aficionados tra il pubblico romano. Chi ci va lo fa innanzitutto per affetto. Alla cucina della mitica signora Angelina e ai suoi piatti solidi e sinceri. Così come ad una conduzione genuinamente familiare della sala.
Metamorfosi, forse la cucina più avanguardista, oggi, della capitale. Roy Caceres cresce – e stupisce – sempre di più.
Per Me, Una delle novità più interessanti di Roma. Nuova, in realtà, è solo l’impostazione perchè invece lo chef, Giulio Terrinoni, è conosciutissimo. Piccolo locale elegante in pieno centro, servizio molto professionale, cucina che ha conosciuto una nuova grinta e stella Michelin confermata.
Roscioli da sempre in città vuol dire pane buono, focacce ottime, ma anche bottega di raffinatezze tra e più fornite di Roma. E il ristorante che vi è custodito fa una delle carbonare migliori del mondo.
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I BISTROT
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Solo qualche anno fa a Roma questa categoria sarebbe stata impensabile. Invece sono tanti i giovani chef che si sono ispirati al riuscito modello di bistronomie parigina e francese, e molti con risultati davvero interessanti ed originali.
Bistrot 64, posticino raffinato, dall’atmosfera internazionale, grazie all’impostazione modello bistrot e alla cucina nippo-romanesca del bravo Kotaro Noda, anche stella Michelin.
Epiro, un team affiatato in sala così come nella gestione, un bel locale di fronte ad un mercato di quartiere: cucina moderna, dove ricercato non vuol dire esclusivo. Proprio come un bistrot francese che si rispetti. Bravi.
Osteria Fernanda, osteria di nome, bistrot contemporaneo di fatto. Davide Del Duca gioca con ottimi ingredienti, una bella tecnica, l’occhio alla cucina in cui è cresciuto; il tutto in un posto che sa cos’è il lavoro di squadra.
Retrobottega, quando l’aggettivo giovane non si riferisce solo all’età di chi lavora in cucina (e loro giovanissimi lo sono davvero) ma ad una impostazione moderna, che rispetta la tradizione attraverso spunti interessanti ma guarda lontano. Molto lontano.
Tordomatto, Adriano Baldassarre è tornato. Ed è tornato in formissima. Estro, tecnica, impostazione della sala attualissima.>
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LA PRIMA COLAZIONE E LE PASTICCERIE
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Il significativo miglioramento del livello medio della ristorazione capitolina ha toccato anche molte pasticcerie, complici tanti giovani artigiani che si sono ispirati alla scuola francese, oltre che ad una selezione più accurata e meticolosa di materie prime. Inoltre, i molti locali cosiddetti ‘multifunzione’ – aperti dalla mattina presto fino al dopo cena – hanno ampliato considerevolmente l’offerta della prima colazione.
Roscioli Caffè Il maritozzo più buono di Roma, senza tema di smentita. E un’offerta di caffè, pasticceria da colazione e tramezzini che ha pochi eguali.
Severance, una bella e giovane coppia che ha fatto del suo piccolo locale di cibo da asporto, a Furio Camillo, un piacevole posticino da prima colazione, con ottimi lievitati e pasticceria di ispirazione francese. Da segnalare anche i panettoni e i casatielli.
Gruè, in Viale Regina Margherita la scommessa – vinta – di una giovane coppia di pasticcieri dalla passione sconfinata, formatasi con grandi maestri. Dessert monoporzione deliziosi e cioccolatini imperdibili.
Faro – Luminari del Caffè. Si fa presto a dire a caffè. Qui troverete una piccola e giovane squadra di professionisti che saprà illustrarvi tutto, ma proprio tutto, sulla vostra tazzina. Lievitati da colazione imperdibili.
Regoli, nel quartiere Esquilino, vero e proprio punto di riferimento per la pasticceria a Roma, a partire dai maritozzi e dai bignè fritti di San Giuseppe. Conduzione familiare, servizio gentile.
SAID, il regno del cioccolato in uno dei locali storici più suggestivi di Roma (era una vecchia fabbrica di cioccolata, andata quasi completamente distrutta nel bombardamento del quartiere San Lorenzo), arredato con molto gusto. Dalle torte ai pasticcini, dalle praline alle uova pasquali, dalle creme ai biscotti: tutte le declinazioni possibii del cacao.
Santi Sebastiano e Valentino. Un forno per il pane dal quale escono anche ottimi lievitati, a partire da cornetti e croissant. Torte e biscotti completano un’offerta davvero notevole per qualità e varietà. Molto buono il panettone di canapa.
Cinque Lune, piccola pasticceria su Corso Rinascimento, buoni i dolci della tradizione ebraico romanesca e una pasta bignè eccezionale.
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LE BOTTEGHE DI CIBO E DI VINO
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Qui vi segnialiamo non solo qualche valida enoteca o gastronomia, ma anche botteghe che offrono una selezione di prodotti ricercati con cura e talvolta fornite di piccola cucina.
Guerrini dal 1958 Enoteca da quasi sessant’anni, oggi è un’enotavola aperta dall’ora di colazione, con piccola cucina. Ampia scelta di vini e champagne a bicchiere.
IL SORI’ a San Lorenzo un rifugio sicuro, per vini e champagne selezionati con cura e passione, con sputini da accompagnamento frutto dei viaggi di Paky Livieri.
MATIERE bar à vin, ancora da Paky Livieri, questa volta a Monteverde, elegante quanto essenziale enotavola, con centinaia di etichette, un servizio professionale e colto, e una piccola ma vera cucina.
CIBO da Limata : più di cinquant’anni di ricercata gastronomia e formaggeria nel quartiere di piazza Bologna.Le migliori eccellenze prodotte in Italia e Francia, anche sul fronte vini e champagne e poi, qualche anno fa, il bis a qualche isolato di distanza, con l’ampliamento della gastronomia d’asporto e un piccolo ristorante.
Cus Cus, Simona, siciliana, si è trasferita a Roma insieme alla cultura (cura e cucina) del cus cus che le ha trasmesso suo padre. Si mangia nel suo piccolo locale vicino piazza Bologna, dopo aver letto il menu del giorno alla lavagna, oppure si porta via.
Forno Rossetti, un forno di famiglia che sta a Centocelle da 60 anni, custode delle belle tradizioni di una volta, a partire dalle mitiche rosette o dalla pizza bianca con mortadella; ma – soprattutto – custode della memoria storica del quartiere.
Trimani Wine Bar, un indirizzo storico per gli appassionati di vino e champagne. Anche bottega di prodotti eccellenti con piccola cucina.
Piccola Bottega Merenda: il nome lo dice. Una bottega alimentare dove, volendo, si può fare anche merenda. Con pane e formaggio, ad esempio. E un bicchiere di vino. Una selezione quasi maniacale quella che fa Giorgio Pace. Scegliendo solo prodotti di stagione nel caso di frutta e verdura e di piccoli produttori dei quali è in grado di seguire origine e filiera di lavorazione.
Bottega Liberati. Forse la macelleria più famosa di Roma. Sicuramente lo è per gli appassionati di gastronomia: le carni vengono tutte da allevamenti selezionati con cura e in bottega si trovano mille meraviglie, dal pane di Bonci al miele di produttori bioogici, dalla pasta artigianale ai dolci; fino ad una bella selezione di formaggi e salumi.
Mordi e Vai al Mercato di Testaccio: il panino verace e un po’ ruspante di una volta, con dentro l’allesso o il carciofo alla romana. Gusti semplici e tanta soddisfazione in questo banco del mercato Testaccio.
Last but not least, non si può chiudere se non con “la bottega delle botteghe”, Eataly, l’impero dei prdotti italiani a tavola di Oscar Farinetti aperto nell’estate del 2012 con ristoranti, pizzerie e i fritti più famosi d’Italia: quelli di Pasquale Torrente.
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NEL LAZIO
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i fuori porta romani:
L’Oste della Bon’ora, Grottaferrata, ambiente rinnovato, ora in una elegante casa di campagna, dove l’oste recita fedelmente la sua parte. Cucina di grande tradizione, ben eseguita e di notevole spontaneità.
Taverna Mari, Grottaferrata, osteria a conduzione familiare che vanta ottime esecuzioni delle ricette della tradizione romanesca.
Benito al Bosco, Velletri. Il posto preferito di Ugo Tognazzi, ma anche di tanti romani che trovano soddisfazione nella cucina fuori porta della famiglia Morelli così come nella loro carta dei vini.
Sora Maria e Arcangelo, Olevano Romano. Giovanni Milana non si ferma mai. Eppure potrebbe farlo: il suo è forse il fuori porta più famoso di Roma, al pari dei suoi cannelloni della domenica. Eppure è sempre alla ricerca di prodotti del suo territorio e di nuove ricette che sappiano valorizzarli. Imbattibile.
Osteria del Borgo, Cesano, una bella realtà a pochi chilometri da Roma, osteria vera, lontana mille miglia dal finto folclore.
Osteria San Cesario, San Cesareo, c’è poco da fare: l’esperienza del fuori porta dalla Sora Anna va fatto. Mani che parlano, schiettezza ai fornelli come in sala, insomma un vero saggio di cultura popolare.
Iotto, Campagnano di Roma, fuori porta ruspante ma curato, si sente la schiettezza della campagna romana ma anche il pathos dell’oste vero.
Aminta, Genazzano, residenza di campagna ma con grandi ambizioni. La cucina di Marco Bottega – da oggi stella Michelin – regala piatti elaborati impegnativa e creativi ma sempre immediatamente leggibili.
Antonello Colonna Vallefredda Resort, Labico, location spettacolare, una sorta di astronave tra i boschi, per gustare la cucina stellata di Antonello Colonna.
Aria’, Cerveteri, nel regno degli Etruschi una piccola ma valida osteria di recente fondazione. Cucina semplice e sicera, prodotti di grande qualità in un ambiente che vi farà sentire davvero a casa.
i fuori porta al mare:
Il Tino, Fiumicino, la raffinata cucina di Lele Usai si conferma anche nella nuova sede marinara come una delle più solide e stimolanti del litorale laziale.
Osteria dell’Orologio, Fiumicino, ci si diverte con una cucina che nonostante un po’ di sperimentazione e ricerca resta spontanea, proprio come il sorriso del giovane chef Marco Claroni.
Pascucci al porticciolo, Fiumicino, grande tecnica, grandi sapori e grande amore per il mare (e le sue onde) nei piatti di Gianfranco Pascucci.
La Baia, Fregene, l’avanposto del bravo Benny Gili, che ha saputo portare una schietta cucina di pesce – ma anche ostriche e champagne – in uno stabilimento balneare.
Romolo al Porto, Anzio, forse la batteria di antipasti più famosa del litorale laziale. Imbattibili per professionalità e simpatia i fratelli Regolanti.
Ciociaria:
Colline Ciociare, Acuto, il maestro Tassa e la sua cucina di caccia e di terra resta una delle mete obbligate della regione.
Agro pontino:
Il Funghetto, Latina, ricercatezza e passione in questo ristorante che meritoriamente quasi da solo ha contribuito a svegliare una zona sonnacchiosa in fatto di ristorazione.
Enoteca dell’Orologio, Latina, cucina semplice, qualche richiamo alla tradizione e grande cura nella carta dei vini così come nella ricerca dei prodotti.
Essenza, Pontinia, un giovane chef tra i protagonisti della rinascita dell’agro pontino.
Viterbese:
Tredici Gradi, Viterbo, Deliziose ricette e la certezza di abbinare ottimi vini, alla mescita e dalla carta.
La Piazzetta del Sole, Farnese: l’olio, le verdure, i sapori e la simpatia della Tuscia in questa autentica osteria gestita da due donne: Miriam in sala e Antonella in cucina.
Casa Tuscia, Nepi, la suggestione della storia etrusca in paese così come in questa piccola osteria dalla cucina semplice e vera.
Reatino:
RISTORANTE DEGLI ANGELI, dove la stessa famiglia lavora da più di 100 anni ad una cucina verace, che guarda sempre alle origini, ma si aggiorna continuamente su tecnica, vini e – nota di merito – sulla selezione e ricerca degli olii extravergini.
La Trota, Rivodutri, una delle tavole più eleganti d’Italia, con la cucina bistellata dei fratelli Serva.
7 Commenti
I commenti sono chiusi.
Come avete fatto a lasciare fuori una trattoria trentennale come da francesco in via casilina ma ci siete mai andati mah!!!
grazie per la guida preziosissima dell’amatissima e bellissima Roma, Ignoto Prof. Giuseppe Catania
Ristorante degli Angeli di magliano sabina..per
il Reatino
Ma siete mai stati da BACCHETTONE E ZAZA’ a Castelforte (LT)???
Mani in Pasta a Ostiense forse sarebbe il caso di toglierla dall’elenco dato che è chiusa e non esiste più!
Non ho idea se si siamo trasferiti altrove, ma su Ostiense hanno chiuso i battenti.
Buongiorno, ma come fate a non mettere PIZZERIA LA FUCINA,giustamente non la menzionate, perche’ e’ fuori ,concorso. Capisco il non essere obiettivi,ma qui parliamo,non di una pizzeria,MA DELLA PIZZA.grazie e spero di un vs attenta riflessione
scusatemi ,ma ho appena visto ,che avete menzionato la fucina,chiedo venia