Capodanno con nove Prosecco doc da non perdere
di Enrico Malgi
Le feste sono fatte per godere, divertirsi, stare allegri e ridere a più non posso. Ed in questo aiuta molto sicuramente un ottimo bicchiere di spumante, meglio se italiano, meglio ancora se si tratta di un Prosecco. Già proprio il Prosecco che in pochi anni è passato ha raggiunto l’apice del successo in tutto il mondo. Eppure in tempi non sospetti, cioè nel 2006, il famoso produttore Gianluca Bisol profetizzava che il Prosecco sarebbe stato lo spumante più venduto al mondo entro il 2020. E così è stato, infatti, con un traguardo raggiunto anche in tempi più corti rispetto alla previsione. Stando a questi risultati, lo stesso Bisol vaticina che nei prossimi quindici anni la domanda di Prosecco nel mondo sarà di circa un miliardo di bottiglie! E c’è da credergli sicuramente, per la gioia di tutto il Consorzio di Tutela della Doc Prosecco, presieduto da Stefano Zanette e diretto da Luca Giavi.
Gli impressionanti numeri di questo fenomeno planetario parlano chiaro e danno ragione a Bisol: nel 2017 sono state prodotte 440 milioni di bottiglie di Prosecco (più dello Champagne!), per un fatturato complessivo di 2,1 miliardi di euro, di cui il 75% esportate all’estero. Il 68% di queste vendite fuori confine riguarda tre nazioni: Usa, Germania e Gran Bretagna. La vendita del Prosecco all’estero sempre nel 2017 ha fruttato 1.575 milioni di euro. Un introito nettamente inferiore allo Champagne, che ha un valore commerciale sicuramente più elevato. Ma proprio nel fattore economico risiede buona parte dell’affermazione a livello mondiale del Prosecco, che è avvantaggiato dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. E la crescita esponenziale sembra non fermarsi qui, perché le prospettive future sono tinte di rosa.
La conformazione della vasta area geografica e territoriale che riguarda la produzione Doc del Prosecco, che prende il nome dall’omonima cittadina in provincia di Trieste, è articolata in questo modo: sono interessate tutte le province friulane (Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone, con il 20%) e cinque province venete (Treviso, Venezia, Padova, Vicenza e Belluno con l’80% della produzione). Dal 2009 con la nuova Doc poi è stato approvato il decreto della Docg per i territori di Conegliano-Valdobbiadene e quello dei Colli Asolani in provincia di Treviso. All’interno della Docg di Valdobbiadene esistono due crus, quello di Cartizze e quello di Rive che si avvalgono del titolo di “Prosecco Superiore” unanimemente considerati come la migliore espressione territoriale in assoluto. Le aziende che operano in tutto l’areale del Prosecco sono 10.242 e coltivano 24.450 ettari.
Per la confezione del Prosecco il disciplinare prevede l’utilizzo soprattutto dell’uva glera e poi in percentuale minore anche delle varietà di verdiso, bianchetta trevigiana, perera, chardonnay, glera lunga, pinot bianco, pinot grigio e pinot nero vinificato in bianco. Il metodo usato in maggior parte per la spumantizzazione del Prosecco è quello Martinotti, che prevede la rifermentazione in autoclavi d’acciaio, per uno spumante semplice, fresco, leggero, immediato, gentile, dal profumo delicato di frutta e di fiori, poco alcolico ed economico e da bere rigorosamente giovane. Il Prosecco è uno spumante solare e luminoso e che mette di buon umore, che col tempo è diventato una sorta di italian style e di modello virtuoso da esportare. Abbinamenti trasversali, anche se dà il meglio di sé su piatti leggeri, di mare, sui crudi e finger food. Da servire fresco, ma non ghiacciato intorno agli otto gradi. In alternativa negli ultimi tempi si va sviluppando una corrente di pensiero che privilegia la produzione di buoni spumanti rifermentati in bottiglia chiamati Prosecchi Còlfondo. Vedremo allora cosa ci riserverà il futuro.
Pertanto per le prossime feste voglio proporre nove etichette di Prosecco, vendute tutte ad un prezzo molto favorevole intorno ai 10,00 euro.
Galìe Prosecco Doc Treviso Extra Dry dell’azienda Astoria di Crocetta del Montello.
Glera al 100%. Alcolicità di undici gradi. La versione Extra Dry come si sa è più morbida rispetto al Brut, perché possiede un residuo zuccherino che va dai 12 ai 20 g/l e risulta quindi perfetta per aperitivi ed è molto apprezzata soprattutto dai giovani e dalle donne.
Buono il perlage. Profumi fruttati in primis che accalappiano le narici rilasciando essenze di mela verde, pera, melone bianco, pesca bianca, ananas, kiwi e sentori agrumati, in modo particolare il limone e la buccia di arancia. Non mancano all’appello poi sussurri di miele di acacia e di fiori bianchi. Sorso bello fresco, brioso, aromatico e versatile, che scende giù con voluttà, accarezzando la gola e la trachea. Finale appagante.
Ajar Prosecco Doc Extra Dry Modeano, dell’azienda friulana Vialetto Gabriele.
Soltanto glera. Tenore alcolico di undici gradi.
Bello spumeggiante il perlage, con bollicine fini e persistenti. Bouquet finemente aromatico e gentile. Florealità che prende il sopravvento, ma certamente non latitano sospiri fruttati, anche tropicali, di intensa dolcezza. Corredo vegetale. Palato fresco, morbido, cristallino e gioviale. Sorso petillant, sapido, fruttato e leggiadro e che scorre lieve e gioioso. Nel finale si appalesa una bella nota di mineralità che lascia la bocca gradevolmente soddisfatta.
Prosecco Doc Treviso Brut dell’azienda agricola Rebuli Angelo e figli di Valdobbiadene.
Uva glera in purezza. Tasso alcolico di undici gradi. La versione spumante Brut parte da zero e non deve superare i 15 g/l. per un vino più secco, più moderno ed internazionale.
Colore giallo paglierino brillante. Schiuma pregevole, connotata da piccole e persistenti bolle. Impatto aromatico nettamente agrumato di cedro e di arancia, ma anche pervasivo di pera e di mela. Positivi poi i riscontri olfattivi profumati di fiori bianchi. Sulla lingua plana un sorso fresco, croccante, critrino e sapido. Il retroaroma poi è un inno alla gioia che invoglia a reiterare l’assaggio.
Prosecco Doc Treviso Brut Il Fresco della storica azienda Villa Sandi di Crocetta del Montello.
Glera in purezza. Tasso alcolico di undici gradi.
Giallo composito. Ottimo il perlage che traspare nel bicchiere, munito di frizzantine bollicine densamente popolate e durevoli nel tempo. Bouquet fruttato e floreale di gioventù, con in prima linea la percezione di mela golden e quella di fiori di montagna. In bocca il sorso è asciutto, fragrante, delicato, soave, cristallino, morbido e sapido quanto basta. La chiusura è carezzevole, sensitiva e corposamente fruttata.
Prosecco Doc Treviso Extra Dry dell’azienda Masottina di Castel Roganzuolo di San Fior.
Sempre undici i gradi alcolici.
Colore giallo scarico. Come da copione l’ottimo perlage mostra bollicine tenui ed affascinanti. Bouquet di estrema rilevanza, laddove si aspirano profumi fruttati di mela, di albicocca, di melone bianco, di banana e di pompelmo rosa. Fiori di campo. Sottofondo erbaceo. In bocca entra un sorso fresco, brioso, aromatico, elegante, armonico, suadente, agile ed equilibrato. Finale piacevole ed appagante.
Prosecco Doc Treviso Brut Terra Serena, prodotto da Vinicola Serena di Conegliano.
Canonicamente undici i gradi di alcolicità.
Effetto cromatico vestito di giallo paglierino luminoso con screziature verdognole. Il perlage risulta vivace ed accattivante. I profumi che salgono al naso vogliono affermare una buona intensità olfattiva che si esplica in sussurri di mela verde, di pera e di agrumi. Piccoli fiori bianchi in aspirazione, che si intrecciano a sospiri odorosi vegetali di timo, di salvia e di menta. Grande freschezza al palato, insieme a toni morbidi, affusolati ed effervescenti. Chiusura dissetante.
Prosecco Doc Brut dell’azienda BiancaVigna di Ogliano di Conegliano. Glera al 100%.
Gradazione alcolica di undici e mezzo.
Brillante il colore giallo paglierino e leggermente verdognolo. Spuma vaporosa e connotata da una catena di bollicine di ottima grana fine e sottile. Gradevoli, delicati e fruttati i profumi che si propongono al naso e che rilasciano percezioni fruttate di mela verde e di pompelmo. Fiori di campo in bella evidenza. Sorso che espande sensazioni piacevolmente vivaci, fresche e morbide. Ottimo il finale petillant.
Millage Prosecco Doc Treviso Extra Dry della Cantina La Marca di Oderzo.
Volume alcolometrico di undici gradi.
Tipico il colore giallo paglierino sfumato. Perlage voluminoso e di ottima consistenza. Impatto olfattivo intrigante e caratterizzato da un appeal ricco di profumi fruttati di ottima fattura, soprattutto citrini e poi di banana e di mela. Delicate le sensazioni floreali. In bocca il vino esprime suadenza, freschezza e fragranza. Gusto secco, brioso, sapido, elegante ed agile. Allungo finale totalmente appagante.
O75 Carati Prosecco Doc Extra Dry Millesimato 2017 dell’azienda Piera Martellozzo di San Quirino di Pordenone.
Tenore alcolico di undici gradi.
Nel bicchiere si scorge un colore giallo tenue, con riflessi verdolini. Perlage di ottima fattura, fine e persistente. Bouquet intensamente fruttato di pera, di mela verde, di ananas e di bergamotto. Profumi di glicine e di biancospino. Sorso secco, fresco, gentile, sapido e dissetante. Bocca effervescente, pulita ed appagante. Finale estremamente voluttuoso e gradevole.
In conclusione, quindi, mi permetto di suggerire di brindare con l’ottimo Prosecco in queste feste di Natale e di fine anno, un modo easy che mette tutti d’accordo!
Consorzio di Tutela della Doc Prosecco
Piazza Filodrammatici, 3 – Treviso
Tel. 0422 1572383 – Fax 0422 1572385
[email protected] – www.prosecco.wine
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Se questi sono i vostri prosecchi lasciate perdere…..concentratevi sulla Campania…..
Giuseppe
Gentile sig. Pesce apprezzo molto il suo sano sciovinismo campano e mi permetto allora di suggerirle alcuni vini regionali da abbinare al cenone di stasera, che come da tradizione si basa su piatti di pesce (compreso il baccalà naturalmente) e prodotti dell’orto (insalata di rinforzo, friarielli, broccoli, cavolfiore, ecc.) Qui si può sbizzarrire su un Fiano di Avellino, più complesso, strutturato e sulfureo, oppure preferire quello del Cilento più suadente, fruttato e floreale. In alternativa va bene anche un Greco di Tufo, una Falanghina Sannita o dei Campi Flegrei, un Pallagrello bianco Casertano, una Coda di Volpe Irpina, un Caprettone Vesuviano, un bianco profumato sapido e minerale della Costiera Amalfitana, confezionato con uve prettamente locali come Fenile, Ripoli, Ginestra, Pepella, oppure con Falanghina e Biancolella. Se invece vuole un vino molto acido e tagliente le suggerisco un Asprinio di Aversa. Come vede la scelta è molto ampia, perché la Campania è una regione a vocazione bianchista e possiede molteplici varietà autoctone, più di ogni altro territorio nazionale. Le suggerisco poi altri due vini che vanno benissimo sull’eventuale zuppa di pesce: il Piediorosso dei Campi Flegrei, Vesuviano, Casertano o Sannita oppure un rosato. Sullo zampone, oppure il cotechino, con le lenticchie và benissimo un Lettere o un Gragnano della Penisola Sorrentina, perché così pulisce, sgrassa e resetta la bocca. E per finire un passito sui dolci e la frutta secca ed infine ci vuole uno spumante per il brindisi di mezzanotte. E qui, sempre se me lo permette, ci sta bene proprio il Prosecco, perché è più delicato, suadente e meno costoso di uno Champagne, Franciacorta, Trento, Alta Langa, ecc. ed è altrettanto buono. Va bene così? Mi faccia sapere se è d’accordo con me. Intanto le auguro un felice e sereno anno nuovo foriero di grandi soddisfazioni.