Mezze maniche con pesto di mammarelle e noci. E’ la ricetta del Mammarella Wine 2012
di Tommaso Esposito
Un piatto piacione piacione.
Per la serata speciale del Mammarella Wine 2012 Edizione Zero.
E’ stato gradito da tutti perchè rotondo e rassicurante.
L’ ha realizzato Cuono De Chiara che fa il giramondo da monzù.
Non appena eleggerà fissa dimora in qualche bel sito ve lo diremo subito perchè è bravo ai fornelli.
I maccheroni sono del Pastificio Le Gemme del Vesuvio.
Ingredienti per 4 persone
4 carciofi (meglio se mammarelle)
100 cl di olio evo
250 gr di noci
80 gr di parmigiano grattugiato
40 gr di pecorino romano grattugiato
un filo di panna liquida
aglio, sale, pepe e prezzemolo
Procedimento
Mondare e tagliare i carciofi a spicchi sottili e saltarli in padella con 50 cl di olio evo e uno spicco d’aglio.
Con la meta dei carciofi preparare un classico pesto aggiungendovi metà del parmigiano, il pecorino, metà delle noci, pinoli, il restante olio, un pizzichino d’aglio, sale e pepe.
Scolare la pasta molto al dente e continuare la cottura saltandola in padella con l’altra metà dei carciofi saltati, il pesto un filino di panna e prezzemolo.
Far riposare qualche minuto e impiattare aggiungendo sul piatto un po’ di parmigiano e un po’ di noci grossolanemente pestate.
Photo by iPhone
5 Commenti
I commenti sono chiusi.
quella salsina invita pure alla “scarpetta”…
Dobbiamo insistere con Cuono, affinchè la smetta di fare il giramondo e si stabilisca, definitivamente, dove più gli aggrada, noi gradiremmo ad Acerra, ma ci sta bene qualsiasi luogo raggiungibile.Lo vedrei collocato in un locale al piano terra, ricavato nel castello baronale, anche per concorrere alla rivalutazione di un patrimonio di notevoli possibilità. E per avere delle risorse fruibili sul territorio, sottraendole alla lotta perdente con le ragnatele.Per tornare all’offerta gastronomica, il piatto proposto dallo chef Cuono è il simbolo dell’edizione di quest’anno, gradevole, robusto al punto giusto, intrigante, ma che poi, pur essendo a base di carciofo, propone un’altra storia d’amore con i vini, diversa . da quella già descritta nel Mammarella Wine, questo per me.
Una menzione a parte per la pasta “Le gemme del Vesuvio” che ha già nel suo Dna una notevole, naturale propensione alla riuscita di ogni piatto. Non ho visto una sola mezzamanica “frantumata”, ma tutte integre, avevano tutte superato il test del salto in padella, proibitivo per paste di scarsa qualità. In definitiva un’altra perla del nostro Tommaso, possibilista, esigente, stroncatore, misericordioso, e tanto altro ancora, ma mai allarmato, mai borde line. Migliora come il vino buono, secondo il metodo pittorico del Carpaccio.
grazie tommaso.grazie tonino, non credevo e non speravo in tanto mi avete fatto emozionare.
e poi, e qui che vorrei anzi voglio stare per rivalutare il nostro territorio , cosa che (e tommaso lo sa) e’ stato sempre a cuore.
di nuovo grazie e spero alla prossima.
Chi ha avuto l’ebbrezza di mangiare le cose cucinate dall’amico Cuono ne resta debitore a vita.Diciamo che sono “ebbro” da qualche decennio e parlo con cognizione di causa.Io vorrei invece che venisse la nord a “civilizzare culinariamente” palati insipidi e soprattutto a far conoscere quella cucina nostra semplice e genuina.
Ma che meraviglia …