Melito, I Sapori della Tradizione. Il nuovo luogo del pane e del vino di Stefano Pagliuca: architettura della passione e ritorno alle origini
I Sapori della Tradizione
Corso Europa 127, Melito (Na)
Aperto: tutti i giorni 7,30 – 20,00 non stop
Domenica 7,30 – 14,00
tel.339 477 7095 -081. 7117410
I Pagliuca sono panificatori dalla fine del 1800, il pane arrivava anche a Napoli e ogni domenica 500 pezzi partivano per il famoso mercato di Porta Nolana “ncopp’e ‘mmura. Stefano, 45 anni e tre figlie, fa il pane da oltre trent’anni, ma è praticamente nato nel forno, da piccolo si addormentava nella madia grande. Il pane a canestrella di cui si è già tanto parlato viene impastato di sera e infornato dopo 8 ore, niente lievito, solo pasta-madre (“criscito”), legno pulito di faggio e ramo d´olivo. Stesso metodo per le famose pizze.
Stefano è come il suo pane, lievita, si trasforma, non si ferma, cresce. Ed ecco la novità: a poche centinaia di metri dalla storica panetteria di famiglia, è partito un nuovo sogno, un luogo di cultura del cibo e del vino, dei sapori primari e della convivialità delle origini. Stefano ha un’idea in testa, la logica puramente commerciale non gli interessa, il suo prodotto è genuino, naturale si vende da solo. La passione per il vino di Stefano nasce una decina di anni fa, insieme ad un gruppo di amici comincia ad apprezzare il buon bere e si rende conto che intorno a lui la cultura del vino non c’è: comincia a mettere a scaffale nel vecchio locale gestito insieme alla moglie, un po’ di bottiglie serie, comincia a funzionare, il sogno comincia a prendere forma fino a diventare realtà, anche se mancano un po’ di dettagli, Stefano e il suo amico e compagno d’avventura, l’architetto Raffaele Cimmino, non resistono. Non ce la fanno ad aspettare il 2011, l’entusiasmo trabocca, così sabato 11 dicembre, si inaugura. Il locale non è ancora finito, ma è molto accogliente, legno di faggio e di noce per scaffalature e banchi da degustazione, cotto per terra, ferro battuto per la scala. Luci calde e soffuse, led in modo da non alterare la condizione del vino. L’ambiente è concepito per conservare e degustare il vino nelle migliori condizioni, temperatura a circa 18° e 75% di umidità, idroclimatizzato con bocchette di recupero per catturare profumi, cattivi odori e aria viziata.
L’assortimento del vino è davvero il “paese dei balocchi” per gli appassionati, non manca niente: l’Italia da nord a sud con rarità, profondità di annate e bottiglie quotidiane, poi la Francia, tutte le maisons d’eccellenza, il nuovo mondo, distillati, birre artigianali, si potrebbero passare ore tra questi scaffali. Il locale è su due piani, al piano di sotto le meraviglie del vino, con un banco degustazione ampio, fornito di macchina Enomatic e lavabicchieri con ciclo completo da 9 secondi, i bicchieri di ogni tipo sono di ottima marca. Questo bancone in legno di faggio non è concepito per la vendita, bensì, per spronare le persone a degustare e conoscere il vino, magari abbinandolo ad un pezzetto di pane o di pizza, o all’assortimento di formaggi e salumi del piano superiore.
Il progetto di Stefano è culturale, un’operazione di aggregazione delle persone che amano il buon mangiare e il buon bere. La cucina professionale del piano superiore, adiacente al negozio, è spettacolare, non manca nulla, i macchinari per il pane, il forno per le pizze, l’abbattitore. Chiedo a Stefano che progetti ha per la ristorazione, mi risponde “ io? Nessuno. Questo posto deve essere un laboratorio ed un luogo di piacere: possono venire chef a cucinare, possono venire gruppi di amici che sanno cucinare e si scelgono il vino al piano di sotto pagandolo al prezzo di enoteca, possono venire cantine che hanno voglia di presentare i propri vini, è un luogo delle tradizioni, dove voglio far rinascere il gusto di cucinare i piatti semplici di una volta,’ a pasta e fasule ca ‘nnoja, “a zuppa ‘e carna cotta” ( pasta e fagioli con un salume tipico napoletano fatto con le parti meno nobili del maiale e la trippa) e così via. Il negozio è uno scrigno di bontà: il bancone del panettiere con tutte le bontà dei Pagliuca, il pane a canestrella, anche integrale, le pizze, i deliziosi struffoli e roccoco’ opera della moglie di Stefano.
Sugli scaffali formaggi toscani e campani, salumi del Sannio, pasta di Gragnano, cioccolato, i famosi panettoni di Pepe. Non manca nulla per realizzare il sogno di Stefano e della sua famiglia: il club del saper bere e saper mangiare con gusto e, soprattutto, in amicizia e convivialità, Stefano Pagliuca è capace di volare, al suo fianco quattro eccezionali donne, moglie e tre figlie.
6 Commenti
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Auguri a Stefano di cuore. Una visita ci vuole! : )
devo passare quanto prima…..inizierò col riordinare per una cena tra enofili anarchici di sabato prossimo, il casatiello già saggiato una settimana fa, giudizio tecnico: PERVERSIONE CULINARIA
quante buone cose! un punto di riferimento sicuro del Sud
per Umberto, mii accettate nel club enofili anarchici?
complimenti bravo
devo trovare il tempo per andarci
FINALMENTE UN RITROVO PER AMICI DOVE SI PUO’ PASSARE IL TEMPO APRENDO UNA BUONA BOTTIGLIA DI VINO E DEGUSTARE LE SPECIALITA’ DI STEFANO.
AUGURI E GRAZIE