“Meglio un vignaiolo felice che un avvocato Famoso”: il vino di Capri tra Marucella e Veruotto. Ha origini antiche ma una storia moderna
di Marco Milano
A Capri si torna a produrre vino, e a conferma che il nettare degli dei non è e non deve essere attività di epoche remote ma passione e vita anche delle nuove generazioni, un giovane caprese Augusto Federico, brillante laureato in giurisprudenza di Capri ha voluto tuffarsi in un’avventura di felicità. “Nonostante abbia seguito una strada diversa, essendomi da poco laureato in Giurisprudenza, ho voluto dare ascolto alla voce di dentro – racconta Augusto Federico – all’amore smisurato per la storia di Capri e della mia famiglia e quindi al mio cuore che mi portavano verso un ritorno alla terra e alle mie origini, da qui quello che poi è divenuto un po’ il mio motto ossia: ‘meglio un vignaiolo felice che un avvocato famoso’”. E dunque è pronta ad essere la prima di una lunga serie l’annata della Cantina Federico-De Gregorio Capri. “Questa prima annata messa in bottiglia realizza quello che io chiamo un sogno sopito, una storia che non poteva finire nella stanza dei ricordi per sempre. Valorizzare dunque la storia di famiglia e quindi quella della nostra Capri è sembrato doveroso – dice Augusto Federico – una storia fatta di semplicità, di fatiche, di vino.
Alla fine dell’Ottocento i fratelli Federico, Luigi (il nostro trisavolo) e Raffaele meglio conosciuti col soprannome di ‘Verginiello’ dettero vita alla prima casa vinicola dell’isola di Capri con i propri vigneti sparsi su tutto il territorio comunale, ricevendo ben presto premi e riconoscimenti a fiere di esposizione internazionale (Parigi, Milano, Napoli, Fiume), oltre ad essere considerati fra i più rinomati produttori di vino locale. Storia poi proseguita a livello familiare dal nostro bisnonno Francesco Federico e successivamente in maniera eccelsa da nostro nonno Augusto Federico, (lungo tutti gli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta molte erano le trattorie e le cantine sociali che venivano in cantina nella splendida bottaia del nonno a scegliere il vino spillato direttamente dalle grandi botti in castagno), dal quale abbiamo ereditato non solo la giovialità e l’estro ma anche e soprattutto quell’essere ‘capresi veraci’, legati indissolubilmente alle tradizioni e alle radici culturali di questo meraviglioso dolomitico lembo di terra perso fra le mille sfumature del Mar Mediterraneo”.
L’azienda prenderà il via ufficialmente da fine anno, però la 2020 è già in bottiglia. Un esperto enologo sta seguendo i vari passaggi di vini prodotti con uve al cento per cento dell’isola di Capri, coltivate in regime biologico/biodinamico, tutta la filiera è curata personalmente da Augusto Federico e dalla sua famiglia dalla A alla Z. Il rosso si compone di un blend di Piedirosso, Marsigliese (Tintore), e delle percentuali di Montepulciano che avevano già in vigna, per il bianco invece il blend è composto dalla biancolella caprese detta “uva San Nicola”, il Greco, varietà antichissima detta “Ciunchese”, la Falanghina dell’agro campano e piccole percentuali di Trebbiano. I vigneti sono concentrati nella zona di Marucella e Veruotto a ridosso di Marina Grande. “Il mio augurio per oggi e per gli anni avvenire è che questo vino ‘frutto della vite del lavoro dell’uomo’ possa sempre – conclude Augusto – con estrema sincerità quasi bisbigliare nella bocca di chiunque decida di farne un sorso, l’essenza, la bellezza e la verità di questi luoghi, della nostra amata isola di Capri”.