Meeting sul suino di razza Casertana
di Marco Contursi
Nello splendido scenario del comune di Castel Campagnano, presso l’allevamento di Giuseppe Coscia e l’ Agriturismo “ L’Ape e il Girasole, l’Anas ( Associazione Nazionale Allevatori di Suini ) e l’ AACM (assallevatori Campania e Molise) hanno organizzato il Meeting degli Allevatori di Suini di razza Casertana.
Numerosa ed entusiasta la partecipazione degli allevatori della Campania, del Molise e del Lazio.
Nel bosco dell’azienda si sono svolti i lavori di valutazione dei suini in esposizione da parte dei Tecnici Silvia Tinarelli e Manuel Covino dell’Anas e Tonino Leone dell’AACM.
A seguire, l’incontro tecnico sui “Risultati del programma di conservazione della razza Casertana” a cura dell’Anas e sul “Percorso di valorizzazione della razza” a cura dell’AACM e dell’UniNa.
Sono intervenuti il Presidente Davide Minicozzi e il Direttore Augusto Calbi, I Tecnici e il Direttore Maurizio Gallo dell’Anas, il Prof Vincenzo Peretti del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’UniNa, Gianni Ruggiero dell’Assessorato Agricoltura della Regione Campania e Giuseppe Miselli Direttore Coldiretti Caserta.
Numerosi e qualificati gli interventi degli allevatori.
Particolarmente apprezzata e gradita la presenza degli studenti e dei docenti dell’Istituto Tecnico Agrario di Piedimonte Matese ( Ce).
Presente anche Marco Contursi, in rappresentanza della delegazione ONAS campana. Finalmente si sono gettate le basi per una tutela qualificata della razza casertana, oggi oggetto di confusione da parte dei consumatori, indotta dall’uso sconsiderato di denominazioni scorrette quali ad esempio “maialino nero”. Gli animali certificati si chiameranno “suini di razza Casertana” e avranno un loro marchio riconoscibile.
Ricordiamo che la Casertana è una razza suina autoctona di antichissima origine, detta anche “pelatella” per l’assenza di setole, caratterizzata da un manto grigio ardesia e dalla presenza di due protuberanze della cute dette bargigli, di cui si trova rappresentazione grafica nelle sculture e negli affreschi di epoca romana. Questo suino dallo scheletro gentile e dall’ abbondante tessuto adiposo, ricco di grassi insaturi, di ineguagliabile scioglievolezza, è stato a partire dal dopoguerra sostituito dalle razze rosa, più prolifiche e con un indice di conversione alimentare migliore, per fortuna oggi c’è una inversione di tendenza e stanno nascendo numerosi allevamenti allo stato semi-brado di questa razza autoctona campana, grazie ad una richiesta sempre maggiore dei consumatori di carne fresca, ma soprattutto di salumi.
E quindi abbiamo pancette, capicolli, filardi, preparati con il suino di razza casertana, da alcuni erroneamente chiamato “maialino nero”. Una degustazione dei suddetti salumi, buonissimi, nonché di porchetta di Casertana e di fagioli con le cotiche è stata offerta dall’ agriturismo l’Ape e il Girasole ai partecipanti alla fine dei lavori del meeting sulla Casertana, e le degustazioni, accompagnate dai vini Pallagrello nero e bianco hanno riscosso il plauso unanime di tutti i convenuti.
Si auspica in un futuro prossimo la realizzazione di progetti di promozione sinergici tra gli allevatori, l’Università, il mondo della comunicazione, l’ONAS, chef e trasformatori, al fine di far conoscere a tutti i consumatori il valore organolettico e nutrizionale della carne diquesti straordinari animali, i suini di razza Casertana, eccellente
da fresca ma straordinaria una volta trasformata in salumi.