Matteo Grandi Degusto a San Bonifacio, grande cucina a due passi da Verona
Degusto Matteo Grandi an Bonifacio (VR)
Via Camporosolo, 9/A
Tel. 328 182 4572
Chiuso martedì
E-mail: [email protected]
Sito internet:www.ristorantedegusto.it
Un cuoco deve avere oggi tante qualità. La più importante è capire subito chi si siede a tavola e cercare di renderlo felice, appagato. Matteo Grandi non ha 30 anni, il suo modo deciso e al tempo stesso simpatico e dalla battuta pronta mi ricorda il primo Gennaro Esposito, ha belle spalle larghe come tanti che hanno girato per il mondo (lui nei Park Hyatt di mezza Asia) e la sua cucina ci è piaciuta moltissimo.
Come tanti cuochi della sua generazione Matteo Grandi non gioca più a rimpiattino con la tradizione che sarebbe ormai la cucina della nonna manco della mamma, ma con la materia e i prodotti di territorio avendo cura però di essere aggiornato su quanto di buono c’è in Italia e piazzando qua e là segni di cultura giapponesi che non servono a fare moda ma ad allungare il sapore del piatto.
Proprio la capacità di estrazione dei sapori è la caratteristica che più ci ha colpito della cena: faccio riferimento alla materia vegetale (piselli e asparagi) ma anche ai piatti di pesce e di carne.
L’ambiente è carino, grande cucina a vista strada e vista interna, pareti di bottiglie con cui non si sbaglia mai, una carta dei vini da approfondire ma comunque non banale e con i giusti ricarichi, servizio eccellente e motivato in sala. Questa è la cornice di uno dei locali più interessanti in questo momento in Veneto.
Per uno strano gioco del destino, il locale di Matteo, vicentino, aperto da tre anni, è proprio affianco a I Tigli, la pizzeria di Simone Padoan, e dunque questo paese è proprio il fuori porta gastronomico più comodo e variegato vicino Verona.
Matteo si presenta subito con un montanara perfetta che manco a Napoli e apprendiamo che si tratta di pomodori coltivati a Venezia. Buonissimi.
Un segnale di quella che è la sua cucina: un prodotto centrale con degli esaltatori di sapore, tono sulla freschezza e la sapidità, ogni tanto qualche calcio di rigore piacione da segnare a porta vuota, tranquillizzare il cliente che non necessariamente deve essere gastrofighetto per trovarsi a suo in una cucina che non esita a fare le cose più semplici, come un paccaro cotto al chiodo stile Arcangelo Dandini sempre con questo ottimo pomodoro che ci viene proposto dopo il dolce. Una mossa alla Gennaro, appunto. Paese che vai, devozione che trovi.
Siamo a tavola con la pugliese che chiede olio al posto del burro e scopriamo forse l’unico errore della serata: non avercelo proposto subito, si tratta di un piccolo produttore locale davvero eccezionale.
Quando gli chiediamo di insistere sul vegetale, Matteo sfodera il mestiere di cuoco: “Vanno bene le tendenze, ma qui a Verona ci vuole quasi sempre buona carne e noi siamo pronta a dargliela”.
Il piatto della serata, quello più spinto e gastrofighetto, è invece il risotto con la faraona e le erbe amare che è uno dei più buoni di sempre. Anche qui Matteo ha selezionato un piccolo produttore “dove dobbiamo andare noi a comprarlo perché non lo manda”. Ecco cosa deve saper fare un cuoco oggi, mai pensare di essere un padreterno, girare, conoscere i prodotti.
CONCLUSIONI
Siamo convinti che Matteo Grandi farà molto parlare di se. Ripetiamo, ha belle spalle larghe, è giustamente comunicativo, non se la tira ed è giovanissimo, almeno dal mio punto di vista, visto che ha meno della metà dei miei anni. Ha una buona creatività che però non sconfina nell’esibizione e nella voglia di stupire e considera la vittoria alla edizione italiana di Hell’s Kitchen una cosa carina che non va manco ricordata più di tanto, come una partecipazione allo Zecchino d’oro. Profittate per visitarlo adesso visto che i suoi prezzi sono più che abbordabili. Difficilmente mangiate spendendo più di 70 euro. E il parcheggio in questo paesino di 20mila anime a venti minuti da Verona dopo le 20 è gratis! Segno di civiltà e/o di scarsa frequentazione turistica.
Matteo Grandi degusto San Bonifacio