Matèrtera Aglianico Irpinia doc |Voto: 79/100
BAMBINUTO
Uve: aglianico di Taurasi
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Prezzo: dai 5 ai 10 euro
Colore: 5/5 Naso:24/30 Palato:24/30 Non Omologazione:26/35
Andare a zonzo in Irpinia è sempre un piacere, ancor più quando a farti da cicerone è una persona deliziosa e competente come Antonio Pesce, con il quale parlare di vino può divenire solo l’ultimo degli argomenti che ti viene in mente di trattare mentre macini i chilometri che da Napoli ti dividono dall’incrocio per Santa Paolina. A questo aggiungici ancora un paio di amici di bevute dalla forgiata caratura passionale, ed ecco che camminare le vigne, oltre che “lavoro di piacere”, diviene anche una imperdibile lezione di vita tout court.
Piombiamo in casa di Marilena Aufiero verso le dieci e mezza del mattino, lei, cordiale e disponibile, ci accompagna nella piccola cantina ricavata praticamente nel sottoscala di casa, dove però si respira un’aria dal sapore tanto artigianale quanto intrisa di calore familiare; Con Antonio e gli altri, ci facciamo un giro di vasche per testare cosa di buono abbia offerto la vendemmia appena raccolta a ciò che di qui a qualche mese ritroveremo nei lieti calici: il greco di Tufo 2010, quello base, pare di sentirlo ancora in bocca!
Bambinuto è un piccola realtà, nasce solo nel 2006 dall’intuizione di papà Raffaele di vinificare e mettere in bottiglia in proprio una parte di quelle uve greco sino ad allora sempre conferite a terzi imbottigliatori. L’idea piace subito a tutti in famiglia, ma prende forma e sostanza soprattutto grazie all’impegno delle due figlie Marilena e Michela che, sposando appieno il progetto, decidono però di dettare, nel vero senso della parola, delle linee guida ancor più rigide di quelle nelle intenzioni del padre: non solo fare vino di qualità ma possibilmente distinguersi dal già affollato corollario bianchista locale. Oggi, all’ottima proposta di Greco di Tufo offerti, uno fermo base ed una selezione (il loro Picoli è senz’altro tra i migliori Greco dell’areale) più uno spumante metodo classico ed un passito di prossima uscita, si sono affiancate piccole quantità di fiano di Avellino ed aglianico di Taurasi, per completare una gamma di prodotti decisamente convincenti, così come molto piacevole ho trovato l’ottimo aglianico Matèrtera, un rosso a buon mercato e decisamente interessante se valutato come base d’ingresso sul panorama dei rossi irpini.
Spesso ci siamo detti, su queste pagine in primis, quanto le aziende, le piccole aziende in particolare siano funzionali alla crescita del comparto agricolo quando seriamente impegnate nella loro specializzazione e non mestamene risucchiate da improbabili aspettative commerciali. Pertanto mosso da questo principio ma aperto a mille varianti del caso, non mi dispiace pensare a quanto sia intelligente l’impegno profuso dalla famiglia Aufiero nella valorizzazione del greco di Tufo quanto però utile e necessaria la realizzazione di vini rossi fini e leggiadri come questo aglianico che li aiutino a ritagliarsi spazio sul mercato senza per questo scimmiottare un modello irraggiungibile per vocazione e distinzione territoriale.
Così se il greco di Tufo Picoli assurge a modello di ineccepibile e particolare complessità, con un timbro organolettico decisamente sopra le righe per l’areale, puntato su maturità del frutto e piena espressione piuttosto che la magra freschezza e serbevolezza scelta da alcuni, così il Matèrtera, prodotto da uve aglianico provenienti da vigne allocate in Montemarano e Castelfranci ricalca un modello, serbevole e facilino, tanto difforme dai must taurasini quanto invece funzionale alla causa: lasciarsi bere! Il Matèrtera (dal latino, sorella della madre) viene affinato in botti di legno di secondo passaggio per 4/5 mesi rimanendo in bottiglia per almeno dieci mesi prima della vendita. Il colore è rubino tenue, prodigo di piacevoli sensazioni olfattive, floreali e fruttate ma anche lievemente boisè che trovano conferma in un gusto secco, direi asciutto, ma incentrato su leggerezza e gradevolezza della beva. Uno di quei vini, più o meno dieci euro al ristorante, che in due finisce che un piacere: non è forse questo di cui avete bisogno, cari amici ristoratori?
Questa scheda è di Angelo Di Costanzo
Sede a Santa Paolina, via Cerro, 18. Tel. 0825.964634. [email protected] Proprietà: famiglia Aufiero Enologo: Antonio Pesce Ettari: 3 di proprietà Bottiglie prodotte: 25.000. Vitigni: greco, fiano, falanghina, aglianico
3 Commenti
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una buona descrizione di un mgnifico vino che stà riscuotendo immensi successi tra gli esperti del settore e che farà parlare molto di se ,prossimamente per la sua bontà e qualità, prodotto con grande amore da veri esperti , gradevole al palato e ricco di tanti profumi .Io lo definerei un vino eccellente
Ho avuto il piacere di assaggiare il “Matertera”, nonchè il Picoli. Entrambi li ritengo dei vini equilibrati, particolari direi quasi con un’anima, devo dire che la produttrice dimostra grande passione nel realizzare i suoi vini. Complimenti continuate così.
In effetti c’è grande attenzione, da parte dell’enologo Antonio Pesce che trovo senz’altro tra i più bravi della nuova generazione che va imponendosi in regione, ma soprattutto da parte di Marilena che ho trovato piuttosto decisa su ciò che vuole dalle sue vigne e dai suoi vini. Direi l’ennesima donna del vino che preferisce avere le mani in pasta piuttosto che preoccuparsi dell’ombretto e fondotinta… ;-)
Pur non amando particolarmente i vini macerati, sì, il Picoli è davvero un gran bel bere… ;-)