Masseria Li Reni: la nuova cantina e il grande Fiano di Bruno Vespa
Credo che vedere Bruno Vespa emozionato in pubblico non sia un evento di tutti i giorni. Ma per lui la passione del vino non è un vezzo degli ultimi anni, ricordo benissimo quando nel lontano 1998 venne alle presentazione della Guida dei Vini Gambero Rosso-Slow Food (quella dei soli cento Tre bicchieri) acquistandola al banco e degustando mischiandosi fra la folla degli appassionati. A Masseria Li Reni ha investito i guadagni di una vita e anche queste scelte non si fanno per pura esibizione o per moda, soprattutto se non sei un imprenditore.
Quasi 40 ettari nell’agro di Manduria, una delle capitali del vino italiano con il suo primitivo. E Primitivo, finissimo ed elegante, è il suo Raccontarsi che abbiamo degustato in verticale (2020, 2019, 2018, 2016, 2015, 2014 e 2012) guidati da Riccardo Cotarella che lo segue sin dalle prime barbatelle piantate nella terra dei due mari i cui venti mantengono sempre sana l’uva che matura nella straordinaria luminosità dove l’azzurro si fonde con il verde degli olivi e il rosso di una terra generosa.
Naturalmente l’Italia dei comuni non perdona il successo, ma non si arriva ad avere questi risultati senza la pignoleria e l’impegno costante che passa attraverso la scelta di collaboratori di prim’ordine.
Nella professione giornalistica come in questa impresa agricola. La nuova cantina, inaugurata con una due giorni semplice e informale che ha richiamato amici, colleghi e professionisti da tutta Italia, è bella, moderna ariosa, funzionale, ecosostenibile. Qui abbiamo provato alcuni dei suoi vini oltre che durante i buffet e la cena curata dal nostro Paolo Gramaglia, chef stellato del President di Pompei, figlio d’arte, che si esalta con i grandi numeri.
Come i lettori sapranno, sono un grande appassionato di vini bianchi invecchiati e sono rimasto colpito dal Donna Augusta, un Fiano dedicato alla moglie di cui avevamo già parlato in questa pagina quando uscì per la prima volta. In fila le annate 2022, 2021 (questa a breve in commercio), la 2020 e la 2019. In questo caso il bilanciamento fra legno e frutto è stato perfetto, del resto Cotarella lavora con il Fiano ormai da 30 anni. Un Fiano diverso da quello irpino, ma di grande spessore, al punto da farmi dire che per me il vino di questa due giorni è il Donna Augusta 2020. Indimenticabile e longevo.
Magico.Il gran capo è riuscito a scovare un buon bianco anche in terra di rossi di spessore e di rosati eleganti ed intriganti.PS La passione(termine ormai usurato nel mondo del vino)non basta se non hai una testa da campione ed il buon “vespone”la materia grigia non la usa solo in televisione. FRANCESCO